Nature Restoration Law: un'opportunità da non perdere per l'Italia secondo l'ASviS
Durante la seconda tappa del Festival dello Sviluppo Sostenibile dell'ASviS tenutasi il 9 maggio 2025 presso il Palazzo Ducale di Genova, l'Alleanza ha presentato il suo Position Paper "La Nature Restoration Law: un'opportunità per l'Italia". L'evento, intitolato "L'elefante nella stanza. Il valore (non solo ambientale) della biodiversità" e con Iren come tutor, ha rappresentato un momento di confronto cruciale tra esperti, istituzioni e imprese sul tema della biodiversità come leva strategica per il futuro.
Un'analisi approfondita in un momento decisivo
Il Position Paper dell'ASviS si inserisce in un momento di grande attenzione verso la crisi ambientale e la perdita di biodiversità. Come evidenziato durante l'evento, che ha raggiunto oltre 396mila persone attraverso la diretta streaming, il nuovo Regolamento europeo sul ripristino della natura impone lo stop al consumo netto di suolo in migliaia di comuni italiani e rappresenta una sfida ma anche un'opportunità per l'Italia.
L'urgenza del tema è stata sottolineata anche dal ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha affermato: "La straordinaria ricchezza della biodiversità italiana non è assicurata e la tutela degli ecosistemi deve diventare una priorità. [...] Il Piano nazionale di ripristino (PNR) lo costruiremo pensando non solo agli italiani del presente, ma anche a quelli del futuro."
Le proposte dell'ASviS: un PNR ambizioso e integrato
Rossella Muroni, coordinatrice del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 "Città e comunità sostenibili" e presidente di Nuove Rigenerazioni, ha illustrato i punti salienti del documento: "La NRL è davvero un'opportunità. Il Regolamento fissa obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino degli ecosistemi degradati in tutta l'Unione: almeno il 20% entro il 2030 e almeno il 90% entro il 2050. Con la NRL siamo chiamati a presentare entro il primo settembre 2026 un Piano nazionale di ripristino."
Secondo l'ASviS, il PNR deve fungere da "cabina di regia" che non sostituisca ma coordini e valorizzi le strategie già esistenti, favorendo la connessione tra ecosistemi urbani, fluviali, agricoli e forestali, e promuovendo politiche integrate nel contrasto alla crisi climatica.
La necessità di un impegno concreto: le parole di Giovannini
Una delle voci più autorevoli durante l'evento è stata quella di Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS, che ha espresso preoccupazione per la mancanza di un adeguato supporto finanziario alla biodiversità:
"Di fatto non c'è un euro nel piano strutturale di bilancio presentato in Ue per i prossimi sette anni dedicato alla biodiversità," ha ricordato, sottolineando come sia urgente integrare il futuro PNR a quelli di mitigazione e adattamento climatico. "C'è però una bella novità, in attuazione della modifica della Costituzione: il senato l'8 maggio ha approvato un articolo che dice che tutte le nuove leggi devono essere soggette a una valutazione di impatto intergenerazionale. Adesso il lavoro dell'ASviS e degli scienziati sarà quello di far comprendere come effettuare questa valutazione, anche nel rispetto della biodiversità. Non abbiamo solo bisogno di cambiare le leggi ma di attuarle."
Questa dichiarazione evidenzia non solo la necessità di elaborare un Piano ambizioso, ma anche l'importanza di garantirne l'attuazione, integrando le considerazioni sulla biodiversità in tutte le politiche pubbliche.
L'approccio scientifico e territoriale
Il documento dell'ASviS promuove un approccio basato su solide conoscenze scientifiche e sul coinvolgimento dei territori. Questa linea è stata confermata da Stefano Laporta, presidente di ISPRA, che ha affermato: "Riguardo al PNR, per evitare che resti nei cassetti, sarà fondamentale scriverlo insieme ad altri centri di ricerca. [...] Per poter essere realistico, il PNR dovrà essere fatto anche insieme ai territori: senza la partecipazione dei territori sarà impossibile raggiungere gli obiettivi."
Dalla teoria alla pratica: il valore economico del restauro ecologico
Il Position Paper dell'ASviS, in sintonia con quanto discusso durante l'evento, sottolinea anche i benefici economici del ripristino degli ecosistemi. Come ha ricordato Roberto Danovaro dell'Università Politecnica delle Marche: "Gli studi internazionali lo dimostrano chiaramente: investire nel restauro conviene. Ogni euro investito in interventi di recupero ambientale genera un ritorno economico compreso tra 7 e 30 euro."
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