Una partnership tra tradizione produttiva certificata e autorevolezza scientifica per contrastare la disinformazione alimentare e promuovere scelte consapevoli. Il programma di ricerca biennale e la comunicazione social si inseriscono in un modello che unisce prevenzione sanitaria, filiera territoriale e packaging carbon neutral.
Restituire dignità scientifica a un alimento che negli ultimi anni è stato oggetto di narrazioni contrastanti, spesso prive di fondamento. È questo l'obiettivo della collaborazione tra Centrale del Latte di Roma e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, presentata il 31 ottobre in occasione del 115° anniversario dell'azienda romana presso la Sala del Carroccio in Campidoglio.
L'iniziativa nasce dalla constatazione che il latte fresco, alimento tradizionalmente presente nella dieta mediterranea, è stato progressivamente marginalizzato da informazioni non verificate che ne hanno ridotto il consumo, soprattutto tra la popolazione adulta. Una tendenza che contrasta con le evidenze nutrizionali che ne attestano il valore come fonte di nutrienti essenziali per tutte le fasce d'età.
Prevenzione sanitaria e rigore scientifico
La partnership tra un'azienda con oltre un secolo di storia radicata nel territorio e il principale ospedale universitario romano si fonda su un approccio che integra esperienza produttiva e rigore scientifico. L'obiettivo dichiarato è duplice: sfatare i falsi miti proliferati negli ultimi anni e promuovere scelte alimentari consapevoli basate su dati verificati.
«Il latte fresco è uno degli alimenti più completi e naturalmente equilibrati, fonte di nutrienti essenziali e di alto valore biologico», dichiara Antonio Gasbarrini, direttore scientifico del Policlinico Gemelli. «Restituirgli la sua dignità scientifica e culturale significa promuovere una visione della salute fondata sulla prevenzione e sull'educazione alimentare».
Un'impostazione che trova riscontro nelle parole di Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale: «Questa campagna va a vantaggio di un'alimentazione consapevole ed equilibrata e contro notizie non verificate che mettono a rischio la salute e alimentano false paure tra le famiglie».
Il gesto simbolico del brindisi con latte fresco durante l'evento celebrativo vuole ribadire come questo alimento, troppo spesso relegato a cliché infantili, rappresenti in realtà un alleato della salute quotidiana dalla prima colazione al riposo notturno.
Ricerca e comunicazione per l'educazione alimentare
Il progetto si sviluppa su due direttrici complementari. La prima riguarda la diffusione di contenuti multimediali – pillole video e infografiche – destinati ai canali social, con l'obiettivo di raggiungere un pubblico ampio, in particolare le generazioni più giovani. «Diffondere una cultura alimentare basata su dati scientifici è oggi una sfida fondamentale», sottolinea Maria Cristina Mele, direttrice Nutrizione Clinica del Gemelli. «Vogliamo parlare in modo chiaro e accessibile a tutti, unendo competenza scientifica e storia produttiva».
La seconda componente, più strutturale, prevede l'avvio di un programma di ricerca biennale finanziato da Centrale del Latte di Roma, finalizzato ad approfondire il ruolo del latte fresco nella dieta quotidiana con metodologie scientifiche validate. Un investimento che rafforzerà le basi scientifiche per scelte consapevoli e contribuirà al contrasto della disinformazione alimentare.
La dimensione ambientale della filiera
Accanto alla dimensione nutrizionale, l'azienda romana ha sviluppato negli anni un sistema di gestione ambientale certificato. Centrale del Latte di Roma adotta un Sistema di Gestione Integrato conforme alle norme ISO 14001 (ambiente) e ISO 45001 (salute e sicurezza), con particolare attenzione alla gestione differenziata dei rifiuti, all'utilizzo di combustibili a basso impatto e alla produzione di energia da fonti rinnovabili in loco.
Sul fronte del packaging, le confezioni sono carbon neutral: le emissioni di CO₂ generate dalla produzione dei contenitori vengono interamente compensate attraverso progetti di neutralizzazione certificati. Il cartone utilizzato proviene prevalentemente da foreste gestite responsabilmente, in accordo con lo standard internazionale FSC (Forest Stewardship Council).
La filiera territoriale rappresenta un altro elemento distintivo: il latte proviene al 100% da allevamenti selezionati del Lazio, riducendo le percorrenze e valorizzando le produzioni locali. La linea biologica certificata completa un'offerta che integra qualità nutrizionale e attenzione ambientale, con particolare riferimento al benessere animale negli allevamenti biologici.
Un approccio Human&Green da completare
L'iniziativa si inserisce nel più ampio tema della sostenibilità del sistema alimentare, dove la prevenzione sanitaria e l'educazione nutrizionale rappresentano pilastri fondamentali. La prevenzione delle patologie legate a scelte alimentari scorrette – che in Europa costituiscono una delle principali cause di cronicizzazione e mortalità – passa anche attraverso la valorizzazione di alimenti nutricionalmente completi e accessibili, supportata da evidenze scientifiche validate.
«Siamo convinti che solo unendo la nostra esperienza produttiva all'autorevolezza scientifica del Policlinico potremo restituire al latte il giusto valore», afferma Fabio Massimo Pallottini, presidente di Centrale del Latte di Roma, «non come alimento per bambini, ma come scelta consapevole e salutare per tutte le età».
A nostro parere l'iniziativa è lungimirante e in linea con la crescente richiesta di salubrità degli alimenti da parte del consumatore, che va a completare l'attenzione alla sostenibilità ambientale e ne diventa un elemento chiave. Ciononostante l'alleanza tra produzione certificata e ricerca scientifica potrebbe rappresentare un'opportunità per sviluppare anche metriche ambientali validate accanto a quelle nutrizionali, integrando la misurazione dell'impronta carbonica della filiera con i benefici per la salute. Un modello che unisca rigore scientifico sulla nutrizione e trasparenza sugli impatti ambientali potrebbe costituire un riferimento per il settore lattiero-caseario, settore in cui la misurazione e la comunicazione degli impatti stanno diventando elementi distintivi e, progressivamente, requisiti normativi in ambito ESG.
Domenico Canzoniero

