Sabato 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, occasione per riflettere sull’utilizzo responsabile di una risorsa limitata e preziosa. Pe questa occasione Epson ha presentato i risultati di una ricerca condotta in otto Paesi europei, tra cui l’Italia, che evidenzia l’elevato consumo idrico associato ai nostri guardaroba, un tema spesso sottovalutato.
Secondo la ricerca, l’Italia si posiziona al secondo posto in Europa per impronta idrica, con ben 723.744 litri d’acqua necessari per produrre mediamente i capi posseduti da ciascun italiano, preceduta solo dal Portogallo (817.131 litri) e seguita dalla Polonia (715.266 litri). Questi numeri si riferiscono alla quantità di acqua utilizzata per produrre, rifinire, tingere e stampare i vestiti presenti nei nostri armadi. Ad esempio, per realizzare un singolo paio di jeans servono circa 18.000 litri d’acqua, per un maglione ne occorrono 14.000, mentre oltre 3.300 litri sono necessari per la tintura di una giacca.
Dallo studio emerge anche che gli italiani possiedono mediamente più capi rispetto agli altri europei, con punte di 8 pantaloni a persona, più di 5 pantaloncini e quasi 6 abiti. Dati che mettono in luce la necessità di ripensare i processi produttivi e le abitudini di consumo per ridurre questo impatto ambientale.
Una possibile soluzione arriva proprio dall’innovazione tecnologica. Epson propone infatti la tecnologia di stampa digitale tessile Monna Lisa, capace di abbattere fino al 97% il consumo d’acqua nella fase di stampa rispetto ai metodi tradizionali. Grazie agli inchiostri a pigmenti e alla stampa on-demand, è possibile limitare non solo il consumo idrico ma anche gli sprechi legati all’invenduto.
Un’ulteriore innovazione introdotta da Epson è la Dry Fibre Technology, un sistema che permette la rifibratura a secco di tessuti e carta, eliminando completamente l’uso dell’acqua nel processo e rendendo concretamente circolare il ciclo produttivo nel settore della moda.
Nicola Mamo
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