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Green Retail  - Unionfood contesta l’emendamento UE sui burger vegetali
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News A cura di: Nicola Mamo

Unionfood contesta l’emendamento UE sui burger vegetali

Il Gruppo Prodotti a Base Vegetale di Unione Italiana Food esprime forte perplessità sull’emendamento approvato dal Parlamento europeo che, nel quadro della revisione dell’Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli (OCM), introdurrebbe restrizioni sull’uso di termini associati alla carne per prodotti di origine vegetale.

Le criticità dell’emendamento

Il provvedimento, che dovrà ancora completare il percorso legislativo, viene giudicato poco chiaro e potenzialmente fuorviante. Alcuni passaggi del testo includono riferimenti a denominazioni non pertinenti, come tuorli e albumi d’uovo, accostati a prodotti come burger e hamburger, con il rischio di confondere ulteriormente i consumatori.

Secondo Unionfood, la misura rischia di minare la trasparenza invece di rafforzarla, imponendo limitazioni linguistiche che non rispecchiano la reale capacità di comprensione del pubblico.

Consumatori consapevoli e informati

Un’indagine condotta da AstraRicerche conferma che chi acquista prodotti vegetali sa perfettamente cosa porta in tavola. Il 79,3% dei consumatori legge attentamente le etichette (percentuale che sale al 92% tra gli utilizzatori abituali), mentre 8 su 10 giudicano le informazioni esplicite, chiare e veritiere.

Le aziende aderenti a Unione Italiana Food comunicano i propri prodotti con denominazioni autoesplicative, nel pieno rispetto delle norme, e con etichette trasparenti che consentono una scelta immediata e consapevole sugli scaffali.

Impatti economici e di mercato

Unionfood sottolinea che, se l’emendamento venisse approvato definitivamente, a subirne le conseguenze sarebbero sia i consumatori sia le imprese del settore plant-based. In Italia, infatti, 7 famiglie su 10 (pari a 17,7 milioni di nuclei) acquistano prodotti a base vegetale. Le nuove denominazioni, più complesse e meno intuitive, potrebbero complicare la ricerca dei prodotti e ridurre la chiarezza delle informazioni.

Le aziende dovrebbero inoltre affrontare ingenti costi di adeguamento per aggiornare etichette, packaging e campagne di comunicazione, penalizzando un comparto che valorizza le filiere vegetali e risponde alla crescente domanda di alimentazione sostenibile e consapevole.

In attesa dei prossimi sviluppi

Unione Italiana Food auspica che il dibattito europeo tenga conto delle evidenze sui comportamenti dei consumatori e dell’importanza di favorire scelte alimentari diversificate, inclusive e trasparenti.
Il gruppo continuerà a seguire con attenzione l’evoluzione legislativa, ribadendo la necessità di norme chiare, proporzionate e coerenti con l’obiettivo di una transizione alimentare sostenibile.

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