Spreco alimentare natalizio: 9,6 miliardi di euro che il retail può contribuire a ridurre
Le festività generano 575.000 tonnellate di cibo sprecato in Italia, con un costo medio di 90 euro per famiglia. I dati confermano un fenomeno persistente che richiede strategie strutturali di demand management da parte della distribuzione, dalla pianificazione degli assortimenti alla valorizzazione delle eccedenze attraverso canali alternativi.
Il periodo natalizio rappresenta il picco annuale dello spreco alimentare domestico in Italia, con un impatto economico che raggiunge i 9,6 miliardi di euro complessivi tra Vigilia e Capodanno. Secondo le stime analizzate da Too Good To Go in collaborazione con YouGov e Ener2Crowd.com, durante le festività si sprecano circa 575.000 tonnellate di cibo, con un costo medio di 90 euro per nucleo familiare.
I dati del 2023 mostravano che l'86% degli italiani dichiarava di sprecare cibo durante le feste natalizie, con il 37% che affermava di gettarne via oltre un quarto rispetto a quanto acquistato. Le analisi più recenti confermano la persistenza di questo trend anche nel 2024, evidenziando come lo spreco festivo non sia un'anomalia occasionale ma un fenomeno strutturale che richiede interventi sistemici.
L'impatto economico: dalla spesa al cestino
La spesa alimentare per il solo pranzo del 25 dicembre raggiunge in media 108 euro per famiglia, secondo i dati Coldiretti/Ixe. Di questi, circa 90 euro si traducono in cibo che finisce nei rifiuti domestici durante l'intero periodo festivo, rappresentando una perdita economica diretta per i nuclei familiari in un momento dell'anno già caratterizzato da pressione sui budget domestici.
«Questi dati ci ricordano che il cibo che finisce nella spazzatura non rappresenta solo una perdita economica per le famiglie, ma anche un danno per l'ambiente e per la società», afferma Mirco Cerisola, Country Director di Too Good To Go Italia. «Il cibo non è un ornamento da esporre a tavola e poi buttare: sprecarlo significa perdere valore, risorse e occasioni di condivisione».
I prodotti più sprecati: dolci natalizi in testa
L'analisi dei flussi di spreco evidenzia come i dolci della tradizione – panettone e pandoro in particolare – risultino tra le specialità più sprecate durante le feste, superando persino pane e antipasti. Sul pane, le stime indicano che ogni persona ne spreca in media un panino a settimana: durante il periodo natalizio, anche una riduzione minima delle quantità acquistate potrebbe generare impatti significativi se moltiplicata per milioni di nuclei familiari.
Questo dato evidenzia un'opportunità per la distribuzione: la pianificazione degli assortimenti e il dimensionamento delle referenze possono contribuire a ridurre gli sprechi domestici, orientando le scelte verso formati più adatti ai consumi effettivi piuttosto che alle aspettative percepite.
Il ruolo del retail: dalla vendita alla valorizzazione delle eccedenze
La grande distribuzione può assumere un ruolo attivo nella riduzione degli sprechi attraverso strategie articolate:
Gestione assortimentale: dimensionamento delle referenze e formati adeguati ai consumi reali
Comunicazione educativa: informazione sui comportamenti di acquisto consapevole e conservazione ottimale
Valorizzazione eccedenze: attivazione di canali alternativi per prodotti prossimi alla scadenza o in surplus
Sul fronte della valorizzazione delle eccedenze, l'utilizzo di piattaforme come Too Good To Go permette ai punti vendita di commercializzare a prezzo vantaggioso le Surprise Bag contenenti prodotti ancora perfettamente commestibili ma non più vendibili attraverso i canali ordinari. Un modello che trasforma un costo di smaltimento in ricavo residuale, generando al contempo accessibilità economica per i consumatori.
Regali alimentari: tra tradizione e contenimento dei costi
Il 36% degli italiani sceglie prodotti alimentari come regalo natalizio, secondo una ricerca Swg per Centromarca 2024. Un sondaggio interno di Too Good To Go conferma che il 74% degli utenti della piattaforma è solito regalare cibo a Natale, privilegiando prodotti tipici regionali (22%) o cesti natalizi (19%).
Questa tendenza si accompagna però a una necessità di contenimento della spesa: un terzo dei rispondenti dichiara un budget per regalo tra 10 e 20 euro, mentre il 36% si colloca nella fascia 20-50 euro. In questo contesto, le Box Dispensa proposte da Too Good To Go – contenenti prodotti confezionati a lunga conservazione di brand come Damman Frères, Domori, Lindt e Venchi salvati dallo spreco – rappresentano un tentativo di conciliare accessibilità economica e sostenibilità, con prezzi che permettono di risparmiare almeno la metà rispetto al valore originale.
Strategie antispreco: dall'acquisto al riuso
Le indicazioni operative per ridurre lo spreco durante le festività si articolano su tre livelli:
Pianificazione degli acquisti:
Inventario preliminare delle scorte disponibili per evitare duplicazioni
Acquisti calibrati sul numero effettivo di commensali, evitando sovra-dimensionamenti dettati dalla "sindrome del buon padrone di casa"
Organizzazione di frigorifero e dispensa con criterio FIFO (First In, First Out)
Gestione delle eccedenze:
Riutilizzo creativo degli avanzi: panettone trasformato in crumble o tiramisù, pandoro in french toast o budino, pane raffermo in zuppe, crostini o ripieni
Congelamento porzionato di pietanze avanzate per consumo successivo
Condivisione organizzata con vicini o gruppi solidali locali
Canali alternativi:
Utilizzo di piattaforme per acquisto di prodotti prossimi alla scadenza o in eccedenza a prezzo ridotto
«Anche a Natale possiamo fare scelte che fanno bene, senza rinunciare al gusto e alla tradizione», conclude Cerisola. «Le soluzioni disponibili vogliono essere un invito a riscoprire la bellezza della condivisione e il valore del cibo».
Prospettive: dallo spreco individuale alla strategia distributiva
I dati sullo spreco natalizio evidenziano come il fenomeno non sia risolvibile esclusivamente attraverso cambiamenti comportamentali individuali, ma richieda anche interventi strutturali da parte della filiera distributiva. La capacità del retail di modulare assortimenti, dimensioni delle confezioni e comunicazione in-store può influenzare significativamente i pattern di acquisto e consumo, trasformando la riduzione degli sprechi da appello etico a vantaggio economico condiviso tra distributore e consumatore finale.
La valorizzazione delle eccedenze attraverso canali digitali rappresenta un modello scalabile che può contribuire sia alla riduzione dei costi di smaltimento per i punti vendita, sia all'accessibilità alimentare per fasce di popolazione sotto pressione economica, sia alla riduzione degli impatti ambientali complessivi del sistema distributivo.
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