Alla vigilia della Conferenza Onu sulla biodiversità, arriva la denuncia di Green Impact
In Canada si discute per arrestare il declino di biodiversità. Nell’UE se ne incentiva la perdita con i sussidi a biomasse legnose per produrre energia definita "rinnovabile".
Secondo il Report di Trinomics nel 2020 i sussidi sono aumentati del 27% rispetto al periodo 2015-2020.
Paradosso biodiversità. Mentre i leader mondiali si riuniscono a Montreal per la COP 15 sulla biodiversità per discutere su come arrestarne il drammatico declino e ridurre la perdita di specie ed ecosistemi, l’UE, Italia compresa, continua a sovvenzionare la biomassa forestale a fini energetici distruggendo così foreste, habitat, piante e animali, oltre ad aggravare la crisi climatica.
La denuncia viene da Green Impact - l’associazione italiana che fa parte di una coalizione di più di 100 associazioni europee (Forest Defenders Alliance) che si batte per escludere la biomassa forestale dalla Direttiva UE sulle energie rinnovabili - alla vigilia dell’ apertura della Conferenza ONU sulla biodiversità (COP 15) che si svolge dal 7 al 15 dicembre in Canada, dove Green Impact sarà presente con un suo delegato.
La consistenza dei sussidi a questa fonte energetica è contenuta nel Report prodotto dal Trinomics B.V. per l’ organizzazione NRDC, Natural Resource Defence Council che analizza i sussidi forniti al settore della biomassa solida ad impianti di produzione di elettricità e di calore nel periodo 2019 - 2020 da 12 Stati dell’Unione Europea, inclusa l’Italia. Nel 2020, i 12 Stati hanno investito cumulativamente più di 7 Miliardi di Euro per generare energia elettrica e calore utilizzando la biomassa solida, tale ammontare si è rilevato in crescita del 27% rispetto al periodo 2015- 2020. La maggior parte della biomassa solida consumata nell’ UE a fini energetici, specie per uso domestico, è costituita da biomassa forestale e quindi i sussidi hanno direttamente contribuito alla distruzione delle foreste, della biodiversità, di habitat, flora e fauna nell’ Unione Europea e in Stati terzi da cui è stata importata la biomassa. Inoltre, tali sussidi hanno contribuito al rilascio in atmosfera di emissioni clima-alteranti dato che le emissioni da biomassa forestale producono più CO2 delle fonti fossili (carbone, gas, petrolio). Per quanto riguarda l’Italia, tali sussidi sono cresciuti costantemente dal 2015 al 2020 e sono rimasti comunque elevati nel 2021. In quegli anni l’Italia ha devoluto tra i 600 e gli 800 milioni di euro l’anno agli impianti per la produzione di energia da biomassa solida.
“In pratica - sottolinea Gaia Angelini, Presidente di Green Impact - tali finanziamenti pubblici stanno alimentando la perdita di biodiversità e l’aumento delle emissioni di CO2 invece di combattere queste due drammatiche crisi ambientali, così come previsto dagli impegni vincolanti presi in sede europea e internazionale. Un vero e proprio paradosso, i sussidi dovrebbero essere devoluti alle vere fonti pulite e rinnovabili quali solare, eolico idroelettrico.”.
Il rapporto ha valutato che se i sussidi fossero stati usati per promuovere l’isolamento termico degli edifici, si sarebbe ottenuto, ad esempio:
una riduzione del 15-20 % dell’energia utilizzata per il riscaldamento domestico;
un maggiore e più vasto uso di energia solare ed eolico per uso domestico;
un risparmio di centinaia di euro l’anno in bolletta energetica.
Un incremento delle pompe di calore alimentate da fonti energetiche veramente rinnovabili invece che da un mix energetico contenente anche il gas naturale.
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