Seconda mano e ricondizionato: la lezione per tutto il retail
Il boom del mercato seconda mano rivela una verità che tutto il settore retail dovrebbe considerare: i consumatori cercano sostenibilità ma hanno bisogno di aiuto per capirne il valore e vogliono che sia conveniente.
Un recente sondaggio OnePoll su oltre 2.000 adulti italiani mostra che il 93% cerca prodotti di seconda mano o ricondizionati per i regali natalizi, ma questa scelta nasce più dalla convenienza che da una chiara comprensione del beneficio ambientale.
Solo il 14% degli intervistati riconosce il valore ambientale dei prodotti in generale, mentre il 77% chiede esplicitamente ai retailer di aiutarli a comprendere meglio l'impatto delle loro scelte e di garantire l'autenticità delle dichiarazioni ambientali. Una richiesta di trasparenza e guida che il settore non può ignorare.
Il successo di questo mercato, con aumenti delle vendite del 35% su Amazon negli ultimi due anni, dimostra che quando sostenibilità e convenienza si incontrano, i consumatori rispondono.
E infatti l'impegno dei consumatori c'è: il 90% confronta sistematicamente i prezzi tra nuovo e usato, con risparmi che arrivano al 50%, l'85% rivende, dona o ripara oggetti, con i giovani 18-24 anni particolarmente attivi nelle riparazioni (34%). Ma questi comportamenti virtuosi potrebbero ampliarsi, andando verso una spesa quotidiana a minore impatto sia sull'ambiente che sulla salute delle persone, se l'intero settore, industria e retail in testa, si impegnasse a fornire informazioni chiare sull'impatto ambientale dei prodotti e a rendere le opzioni sostenibili più convenienti, più semplici da attuare e più attraenti.
Anche la recente normativa sui bilanci di sostenibilità (CSRD e dlgs 125/24) sollecita una presa di responsabilità da parte delle imprese rispetto all'impatto che la spesa fatta al supermercato ha sull'ambiente e sulla salute delle persone: rendicontare sulla dimensione di questi impatti e su cosa si sta facendo per ridurli è uno dei temi chiave del criterio di doppia materialità che la norma stabilisce.
In questo contesto, tra nuove norme di rendicontazione e consuete richieste di convenienza da parte dei consumatori, sembra proprio che la sfida per il retail nei prossimi anni sarà quella di aiutare attivamente i cittadini a fare scelte di consumo sostenibili, garantendo la veridicità delle dichiarazioni ambientali e rendendo la sostenibilità sia comprensibile che conveniente. L'esempio del mercato seconda mano indica la strada per la transizione green del largo consumo: trasparenza, semplicità e convenienza sono i pilastri su cui costruire un retail davvero sostenibile che si prende cura delle persone e del loro futuro.
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