Inclusione lavorativa nella distribuzione moderna: fattore di successo per l’organizzazione aziendale e la reputazione
Presentati a Milano i risultati della ricerca condotta da Altis Università Cattolica per Federdistribuzione.
Dalla ricerca emerge che la maggior parte dei lavoratori del settore (oltre il 60%) ritiene di lavorare in un ambiente inclusivo e che per il 72% dei clienti l’inclusione lavorativa è importante per la scelta del brand insegna.
Si è svolto a Milano l’evento “Inclusione lavorativa: sfide e opportunità nella Distribuzione Moderna Organizzata”, durante il quale è stata presentata la ricerca che Federdistribuzione ha commissionato ad ALTIS, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per analizzare lo “stato dell’arte” dell’inclusione nel settore della Distribuzione Moderna con l’obiettivo di sondare la percezione da parte degli stakeholder esterni e valutare iniziative a sostegno dell’inclusione nel mondo del lavoro delle aziende retail.
L’evento, al quale ha partecipato la Ministra per le Disabilità Dott.ssa Alessandra Locatelli, è stato aperto dai saluti del prof. Vito Moramarco, Direttore di ALTIS Università Cattolica, e di Alberto Frausin, Presidente di Federdistribuzione, seguiti dall’esposizione dei risultati della ricerca e da una tavola rotonda dedicata alle aziende della Distribuzione che vi hanno preso parte. La mattinata ha visto anche la presentazione da parte di Petru Capatina, Founder e Ceo di WeGlad, e di Riccardo Taverna, Presidente di WeGlad, dei risultati del progetto Re-Muoviamole. Un’iniziativa settoriale di inclusione, realizzata da Federdistribuzione in collaborazione con WeGlad, start-up a vocazione sociale, che ha coinvolto i punti vendita delle aziende quali luoghi di sensibilizzazione di lavoratori e clientela per la mappatura e la segnalazione delle barriere architettoniche degli spazi cittadini, pubblici e privati.
I risultati dello studio
Condotta tra marzo e novembre 2022, l’indagine ALTIS ha visto il coinvolgimento di nove direttori del personale di altrettante aziende del settore, 2.010 dipendenti e 1.679 clienti. Ne è emerso che per le imprese della distribuzione moderna l’impegno verso l’inclusione lavorativa offre diverse opportunità: l’assunzione di un ruolo a beneficio della collettività e il miglioramento continuo della qualità della vita lavorativa e dell’efficacia delle organizzazioni aziendali, con la conseguente fidelizzazione dei clienti che genera a sua volta effetti positivi in termini reputazionali.
In particolare, per le persone che frequentano i punti vendita della distribuzione moderna, la ricerca evidenzia come l’inclusione non significhi semplicemente annoverare all’interno delle organizzazioni collaboratori con differenti caratteristiche, quanto invece dedicare attenzione affinché tutti si sentano parte attiva del proprio contesto lavorativo. Infatti, per oltre il 94% dei clienti l’inclusione coincide con iniziative volte a coinvolgere le persone nel lavoro, indipendentemente dal genere e dall’etnia.
Per quasi il 72% dei clienti l’inclusione lavorativa è una tematica molto importante, tanto da essere un fattore di lealtà e advocacy: quanto più un brand insegna viene percepito come inclusivo, tanto più il cliente sarà disposto ad acquistare, recandosi nel punto vendita, e a diventarne ambassador, consigliandone l’esperienza per gli acquisti. Dal punto di vista della gestione interna del personale, le interviste ai Direttori delle Risorse Umane fanno emergere una relazione positiva tra la promozione di un clima aziendale inclusivo e lo sviluppo, tra i dipendenti, di comportamenti di cittadinanza organizzativa. Atteggiamenti discrezionali positivi che vanno al di là dello svolgimento delle mansioni previste dal contratto di lavoro e che permettono una migliore gestione dell’azienda nel suo complesso.
Analizzando il punto di vista di chi lavora nel settore, quasi il 63% dei dipendenti si dichiara d’accordo o molto d’accordo nel definire la propria azienda un luogo dove si respira un clima inclusivo. Anche rispetto alla leadership inclusiva, i dipendenti del settore si dichiarano per il 75% d’accordo sulla possibilità di proporre nuove idee al proprio responsabile. Percentuali simili mostrano la disponibilità del management della grande distribuzione al confronto in caso di problemi, l’apertura a discutere gli obiettivi prefissati ed eventuali nuove opportunità per migliorare i processi.
Oltre ai benefici, dal report emergono anche le due principali sfide per le aziende della distribuzione moderna. Una sul fronte dell’organizzazione aziendale: occorre non solo adottare una molteplicità di iniziative di inclusione ma anche dar vita a una struttura organizzativa dedicata alla gestione e al monitoraggio di tali attività per renderle sempre più efficaci. L’altra sfida riguarda la comunicazione, sia interna che esterna: serve un ulteriore sforzo per comprendere come valorizzare i progetti avviati per favorire una maggiore consapevolezza dell’impegno aziendale sul tema, sia verso i propri collaboratori, sia verso la clientela, per la quale il tema dell’inclusione è un fattore determinante nelle proprie scelte e consigli d’acquisto.
“Oggi l’impresa non è solo un semplice attore economico che si adatta passivamente ai cambiamenti del mercato, ma si configura sempre di più come un attore sociale che contribuisce al benessere collettivo. Le nostre associate si impegnano costantemente a promuovere una crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro che sia dignitoso per tutti”, ha dichiarato Francesco Quattrone, Direttore Lavoro e Affari Generali di Federdistribuzione. “Il tema dell’inclusività è da sempre un valore per le nostre associate che hanno compreso da tempo l’importanza delle persone, attivando iniziative volte a favorire le pari opportunità”.
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