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Green Retail  - Fashion Revolution Week, la provocazione di Altromercato: la moda etica non è mai démodé
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News A cura di: Fabrizio Vallari

Fashion Revolution Week, la provocazione di Altromercato: la moda etica non è mai démodé

Allungare la vita dei capi mantenendoli in circolazione il più possibile non passa mai di moda.

 

Quest’anno Altromercato - da sempre impegnato a creare una moda più etica - porta sulla “passerella” della Fashion Revolution Week una nuova sfida per rendere sempre più etica e sostenibile l’industria della moda.

Dal 18 al 22 aprile, come ogni anno, avrà luogo a Milano la Fashion Revolution Week, un evento nato 9 anni fa a seguito della tragedia del Rana Plaza in Bangladesh, quando crollò un edificio in cui lavoravano in condizione disumane migliaia di persone per le aziende della moda. Questo incidente vide la morte di 1134 persone e 2500 feriti. Quel momento fu il punto di non ritorno. Il momento per gridare a gran voce il bisogno di chiedere una moda più etica. Non c’era più tempo da perdere. E quest’anno si ritorna a chiederla a gran voce.

La manifestazione è interamente dedicata alla moda etica e sostenibile che ha come obiettivo quello di sensibilizzare e trasmettere valori nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.

Altromercato, che fin dalla nascita aderisce alla campagna internazionale, proprio per affinità di valori e di mission, insieme ai partner della collezione Rise up On Earth PE2022 (Quid, AltraQualità, Equomercato, Meridiano361), decide di impegnarsi in una battaglia che va al di là delle stagioni, dei vestiti e degli accessori. Il punto focale dell’impresa sociale è allungarne il ciclo di vita, ri-mettendoli sul mercato. Un capo fatto bene e di qualità ha valore e dura nel tempo, quindi perché gettarlo via quando è ancora nuovo?

Secondo la Fashion Revolution White Paper 2020 lo spreco elevato riguarda le diverse fasi della produzione. Nella fase pre-acquisto rimangono scarti e avanzi di materiali dalla produzione di abbigliamento, campioni in disuso, prodotti che sono danneggiati o non venduti, mentre nella fase post-acquisto troviamo gli scarti dei consumatori: la maggior parte dei vestiti che scartiamo finiscono in discarica o negli inceneritori. Meno dell’1% dei tessuti e dei vestiti vengono realmente riciclati in nuovi tessuti e vestiti. Ogni anno, circa un quarto delle risorse del settore diventano rifiuti.

“Nel mondo abbiamo montagne di rifiuti tessili, abiti usati, scarti di magazzino e rifiuti che provengono dalla lavorazione del comparto moda come nelle discariche nel deserto di Atacama in Cile. L’impatto ambientale è enorme, non solo nel suolo ma anche nell’aria. Spesso questi cumuli di rifiuti vengono bruciati e, a farne le spese, è innanzitutto la popolazione che vive vicino agli inceneritori di questi materiali” spiega Alessandro Franceschini, Presidente di Altromercato. “Da sempre noi lavoriamo per una moda etica, perché è parte del nostro DNA. Per questo prima di tutto riconosciamo un equo compenso ai produttori per il loro lavoro e la tutela dei loro diritti e nel contempo vogliamo sensibilizzare le persone a considerare quanto inquinamento comporta il comparto della moda. Quest’anno, alla Fashion Revolution Week abbiamo deciso di fare una vera e propria rivoluzione e andare controcorrente. Invece di considerare i nostri capi e accessori di passate collezioni fuori moda e considerarli scarti, concediamo loro una seconda possibilità. Questo il messaggio che vogliamo veicolare proprio durante questa Campagna a cui aderiamo fin dalla sua prima edizione, che ci vede parte attiva perché il nostro creare una moda più etica è concreto, è "agìto". Ancora una volta mettiamo al centro l’individuo e le sue scelte, perché scegliere non passa mai di moda”.

Un impegno, quello di Altromercato, nell’ambito della moda per restare fedele all’obiettivo di promuovere prodotti che indirizzino il consumatore verso un futuro più etico e sostenibile e al contempo allungare la vita dei capi, mantenendoli in circolazione il più possibile, in linea con la visione della Fashion Revolution, perché secondo l’organizzazione di Commercio Equo e Solidale: “la moda etica non passa mai e va al di là delle collezioni”.

La moda etica ed equosolidale per definizione non può essere distrutta, perché è nata per garantire sostenibilità dall’origine fino alla fine della filiera, portando benefici ai produttori senza danneggiare l’ambiente. Ecco perché Altromercato quest'anno ha scelto di dare nuova vita a passate collezioni, rimettendole in circolo, come un vintage che non invecchia, ma acquista nuovo valore ogni volta che lo si indossa.

Inoltre, per completare la proposta moda ON EARTH verrà presentato un progetto di t-shirt in cotone biologico con serigrafie realizzate nel carcere di Genova. Una capsule collection, il cui lancio si inserirà nella campagna della Fashion Revolution Week, caratterizzata dalle grafiche dell’artista Julia Von Stietencron composta da modelli donna e unisex. In un mondo sempre più incerto si sente la necessità di fare la differenza. È giusto credere nella potenza della protesta, ma sempre con un tono positivo. Le grafiche di questa capsule sono slogan ed espressioni, una rivoluzione verso un mondo migliore.

In occasione della Fashion Revolution Week, anche le Botteghe Altromercato scenderanno in campo per arricchire di tanti eventi originali la settimana.

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