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Green Retail  - Ecodesign e agricoltura biosimbiotica: Argea ridisegna la sostenibilità vitivinicola italiana
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News A cura di: Domenico Canzoniero

Ecodesign e agricoltura biosimbiotica: Argea ridisegna la sostenibilità vitivinicola italiana

L'azienda leader del vino presenta il Report di Sostenibilità 2024 con l'86% dei fornitori qualificati ESG e lancia Gualdo, primo vino biosimbiotico in ecodesign che potrebbe generare 460 tonnellate annue di risparmio vetro. Un modello scalabile che coinvolge l'intera filiera dalla vigna alla distribuzione moderna.

La filiera vitivinicola italiana accelera verso un modello di business rigenerativo che integra competitività economica e performance ambientali misurabili. L'esperienza di Argea nell'evento HABITAT dimostra come l'innovazione sostenibile possa trasformarsi in vantaggio strategico, coinvolgendo grande distribuzione, logistica e produttori in un ecosistema collaborativo orientato alla transizione ecologica.

Il confronto tra i protagonisti del settore - da Esselunga a Partesa, fino ai fornitori di materiali sostenibili come M2X Fortis - evidenzia una convergenza strategica verso l'ecodesign come metodologia sistemica per ridurre gli impatti ambientali senza compromettere la qualità del prodotto finale.

Strategia di sostenibilità corporate: i numeri della trasformazione

Il Report di Sostenibilità 2024 di Argea quantifica la portata della trasformazione in atto: 86% dei fornitori di vino qualificati ESG (crescita dal 65% del 2023), con oltre il 60% del vino acquistato coperto dal Patto di Sostenibilità della Filiera che coinvolge 26 cantine partner.

Sul fronte operativo, l'azienda ha raggiunto il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili e una riduzione dei consumi del 7,3% in un anno, aderendo alla Science Based Targets initiative per obiettivi di decarbonizzazione validati scientificamente e net zero al 2050.

Le performance sociali evidenziano un dimezzamento degli infortuni, con indici di frequenza e gravità significativamente sotto i target (5,67 e 0,21 rispettivamente), mentre le 5.600 ore di formazione - di cui quasi la metà dedicate a salute e sicurezza - dimostrano l'investimento nel capitale umano come pilastro della sostenibilità.

Innovazione biosimbiotica: quando la scienza incontra il territorio

Il lancio del Gualdo di Poderi dal Nespoli rappresenta un case study di agricoltura biosimbiotica, metodologia innovativa che integra i principi del biologico con l'inoculo nel terreno di microrganismi vivi (micorrize e bioti microbici non OGM) che vivono in simbiosi con le radici della vite.

La tecnologia rafforza l'apparato radicale, migliora l'assorbimento dei nutrienti e incrementa la resistenza agli stress climatici, generando al contempo un alleggerimento del vetro del 16% rispetto agli standard tradizionali. Se estesa alle 7.700.000 bottiglie bordolesi utilizzate dal Gruppo nel 2024, l'innovazione potrebbe produrre un risparmio di oltre 460 tonnellate di vetro annue.

Il progetto è stato selezionato come caso di studio in un Progetto PRIN (Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale) guidato dall'Università di Chieti-Pescara per misurare concretamente l'impatto dell'ecodesign sulla filiera vitivinicola.

La grande distribuzione come acceleratore della transizione

L'integrazione con la distribuzione moderna emerge come fattore critico per la scalabilità delle innovazioni sostenibili. Daniele Colombo di Esselunga evidenzia la complessità di quantificare la sostenibilità in un settore dove "gran parte del valore si genera a monte, nella fase produttiva" e dove "il consumatore riceve spesso un messaggio debole o frammentato".

Per Alessandro Rossi di Partesa, la sostenibilità nel canale Horeca "non è più un dettaglio, ma un criterio che potrebbe cambiare davvero il mondo della ristorazione", con particolare focus sulle nuove generazioni che "riconoscono, premiano e vivono queste scelte come parte dell'esperienza gastronomica".

Economia circolare del packaging: metriche concrete di riduzione impatti

L'approccio sistemico all'ecodesign coinvolge l'intera progettazione del packaging: capsula, tappo, etichetta e bottiglia sono elementi coordinati per minimizzare l'impronta ambientale. Il tasso di riciclo raggiunge risultati significativi con bottiglie riciclate al 70%, cartoni al 40% e tappi al 50%.

L'innovazione nel settore dei tappi, sviluppata con M2X Fortis, ha portato alla certificazione OK BIOBASED 4 stelle da TÜV Austria - il livello massimo - per un prodotto composto oltre l'85% da materia di origine organica, completamente biodegradabile a fine ciclo vita.

Compliance anticipata: leadership negli standard europei

Argea si posiziona tra le prime aziende italiane del vino ad adottare i nuovi standard europei ESRS, muovendosi in anticipo rispetto alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Questa scelta strategica trasforma un obbligo normativo futuro in vantaggio competitivo presente, creando un framework di misurazione e rendicontazione che diventa benchmark per l'intero settore.

L'integrazione dei criteri ESG fin dalle prime fasi di progettazione di bottiglie, tappi, etichette e packaging permette di "creare prodotti più innovativi e competitivi proprio come i consumatori ci chiedono", secondo Michael Isnardi, QHSE & Sustainability Director dell'azienda.

Prospettive di scalabilità settoriale

Il modello sviluppato da Argea dimostra la replicabilità dell'approccio integrato alla sostenibilità vitivinicola. La collaborazione lungo l'intera filiera - dal produttore al distributore, passando per fornitori e partner - crea le condizioni per una trasformazione sistemica che va oltre le performance individuali dell'azienda.

"La vera sostenibilità si realizza solo se l'intero settore si muove all'unisono", emerge dal confronto di HABITAT, indicando nella collaborazione inter-aziendale la chiave per accelerare la transizione verso un modello di business rigenerativo che integra competitività economica, responsabilità ambientale e impatto sociale positivo.

Il commento di greenretail.news: vino e salute, un riposizionamento necessario

Il caso Argea solleva una riflessione più ampia sul futuro del settore vitivinicolo nel contesto della transizione sostenibile. Infatti, nonostante l'ottimo lavoro presentato dall'azienda sul fronte ambientale e dell'ecodesign, non si può trascurare il fatto che le evidenze scientifiche attuali pongono l'intera filiera vitivinicola di fronte a una sfida complessa: l'alcool presenta criticità importanti per la salute e non esiste una dose minima sicura, come sottolineato dalle recenti Linee Guida dell'Istituto Superiore di Sanità che escludono le bevande alcoliche dalla definizione operativa della Dieta Mediterranea.

Questa realtà scientifica rende necessario un riposizionamento strategico del vino che non può far leva sugli argomenti nutrizionali per concentrarsi invece su valori culturali, sociali e territoriali. Il documento dell'ISS, distinguendo tra modello dietetico operativo e patrimonio culturale immateriale dell'umanità, offre un framework per questo cambiamento di paradigma.

Il settore deve quindi sviluppare strategie di comunicazione responsabile che riconoscano apertamente le criticità sanitarie dell'alcool e promuovano il ruolo del vino come elemento identitario del territorio e catalizzatore di convivialità nel contesto dello "Stile di Vita Mediterraneo". Un approccio che richiede trasparenza sui rischi, promozione del consumo consapevole e integrazione con l'intero paniere mediterraneo: olio extravergine, cereali integrali, legumi, frutta e verdura di stagione.

Per la distribuzione moderna, questa trasformazione culturale rappresenta sia una sfida educativa che un'opportunità di differenziazione, ad esempio attraverso corner espositivi che promuovano il patrimonio mediterraneo nella sua completezza, con il vino posizionato come complemento culturale di un'esperienza alimentare autentica e responsabile.

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