Supply chain a rischio: 500 miliardi di dollari di perdite annue per chi ignora le emissioni Scope 3
La decarbonizzazione delle catene di approvvigionamento non è più una scelta ma una necessità strategica per preservare marginalità e competitività. Il nuovo Carbon Action Report di EcoVadis e BCG quantifica i costi dell'inazione climatica e delinea la roadmap per trasformare il rischio in opportunità di business nel retail e nella grande distribuzione.
Le catene di approvvigionamento rappresentano oggi il principale rischio nascosto per la sostenibilità economica delle imprese del retail. L'inazione nella gestione delle emissioni Scope 3 potrebbe generare perdite superiori a 500 miliardi di dollari annui a livello globale entro il 2030, secondo il Carbon Action Report 2025 di EcoVadis e Boston Consulting Group, che identifica nella decarbonizzazione della supply chain il principale fattore di resilienza competitiva per il prossimo decennio.
La ricerca evidenzia una contraddizione strategica che coinvolge direttamente il mondo della grande distribuzione e del retail: mentre le emissioni Scope 3 sono 21 volte superiori a quelle dirette e dell'energia (Scope 1 e 2), solo il 24% delle aziende le monitora sistematicamente e appena l'8% si prefigge obiettivi di riduzione. Una miopia strategica che espone le imprese a una doppia pressione: i rischi fisici del cambiamento climatico e i rischi di transizione derivanti dall'evoluzione normativa e tecnologica verso un'economia low-carbon.
Il business case della decarbonizzazione supply chain
La transizione verso supply chain decarbonizzate non rappresenta solo un imperativo ambientale ma configura un'opportunità di investimento con ROI da tre a sei volte superiore, capace di prevenire i costi futuri legati alla regolamentazione del prezzo del carbonio. Per il retail, questo significa trasformare la gestione delle emissioni da centro di costo a leva di differenziazione competitiva.
«I rischi finanziari dell'inazione climatica sono evidenti, ma altrettanto chiare sono le opportunità di business», sottolinea Pierre-François Thaler, co-fondatore e co-CEO di EcoVadis. «Affrontando le emissioni Scope 3, le aziende possono proteggere la redditività e costruire catene di approvvigionamento più resilienti. Il momento per agire è adesso, e l'approccio più efficace parte dal coinvolgimento attivo dei fornitori, dove si concentra la maggior parte delle emissioni».
Cinque leve strategiche per la transizione
Il report identifica una roadmap operativa basata su cinque azioni prioritarie che le aziende del retail possono implementare per accelerare la decarbonizzazione delle proprie catene di approvvigionamento:
Supplier engagement strategico: sviluppare programmi di coinvolgimento dei fornitori sull'ambizione climatica, costruendo partnership per iniziative congiunte di riduzione delle emissioni che rafforzino la relazione commerciale di lungo periodo.
Sistema di misurazione integrato: implementare un inventario completo dei gas serra con monitoraggio operativo continuo, includendo dati a livello di prodotto per ottimizzare l'assortimento verso referenze a minor impatto.
Governance climatica dedicata: istituire team di gestione allineati agli obiettivi climatici, con responsabilità diretta sull'agenda aziendale di decarbonizzazione e integrazione con la strategia commerciale.
Piano di transizione climatica strutturato: definire una strategia comprensiva per la trasformazione verso un modello di business low-carbon, con milestone quantificabili e timeline operative.
Budget dedicato alla decarbonizzazione: allocare risorse finanziarie specifiche per finanziare le iniziative di riduzione delle emissioni a livello aziendale e di filiera.
L'urgenza della finestra temporale
La dimensione temporale assume carattere strategico per il settore distributivo. «I prossimi cinque anni sono cruciali per mantenere l'obiettivo di 1,5°C o almeno rimanere entro i 2,0°C», evidenzia Diana Dimitrova, Managing Director e Partner di BCG. «Le emissioni della catena di approvvigionamento trasformano la gestione del carbonio da semplice obbligo di compliance a fattore determinante per i risultati finanziari. Con oltre 500 miliardi di dollari di passività annuali in gioco, un'azione strategica può generare resilienza operativa e marginalità aggiuntiva».
Metodologia e affidabilità scientifica
L'analisi si fonda su una base dati robusta derivante da oltre 133.000 valutazioni del carbonio condotte da EcoVadis su 83.000 aziende globali, integrata con l'analisi statistica di BCG per identificare i fattori più impattanti sulle performance Scope 3. Una metodologia che garantisce rappresentatività settoriale e affidabilità delle proiezioni economiche.
Prospettive per il retail italiano
Per la grande distribuzione italiana, la gestione strategica delle emissioni Scope 3 si traduce in un'opportunità di leadership nella transizione ecologica del sistema agroalimentare, valorizzando le partnership con fornitori locali e la filiera corta come vantaggi competitivi misurabili. La capacità di guidare la decarbonizzazione della supply chain diventa così un fattore di differenziazione nel mercato e di costruzione di valore condiviso con tutti gli stakeholder della filiera.
Descrizione meta (199 caratteri): Studio EcoVadis-BCG: inazione su emissioni Scope 3 costa 500 mld$/anno. Decarbonizzazione supply chain offre ROI 3-6x e resilienza competitiva per il retail.
Approccio Human&Green applicato: No (non richiesto esplicitamente)
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