Biodiversità in Mugello: Sanpellegrino pianta 2.750 alberi e rigenera le zone umide"
Nella Tenuta di Acqua Panna 2.750 nuove piante autoctone e 6 chilometri di corridoi ecologici per gli uccelli migratori. Nell'Oasi di Gabbianello un intervento di riqualificazione idrologica aumenta del 40% le aree allagate. Partnership scientifiche con Federparchi, Sant'Anna di Pisa e università toscane per misurare gli impatti.
Le zone umide del Mugello rappresentano un nodo strategico lungo la rotta migratoria tirrenica, ma gli effetti del cambiamento climatico ne stanno compromettendo la funzionalità ecosistemica. Sanpellegrino ha scelto di affrontare questa criticità attraverso un approccio che integra rigore scientifico e interventi sul territorio, sviluppando nella Tenuta di Acqua Panna un modello di gestione della biodiversità basato su metriche validate e partnership con istituti di ricerca.
I risultati del monitoraggio condotto con Federparchi, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, l'Università di Pisa e l'Università di Firenze documentano la presenza di 121 specie di vertebrati e piante nella tenuta di 1.300 ettari a Scarperia, di cui 66 specie di uccelli e 34 specie considerate minacciate secondo la Lista Rossa Europea. Il sito ospita specie di particolare valore ecologico come il tritone crestato italiano e il tritone punteggiato, oltre a una significativa varietà di orchidee e anfibi.
Agroforestazione e corridoi ecologici
Il piano di agroforestazione sviluppato con l'Università di Pisa interessa 150 ettari e ha portato finora alla messa a dimora di circa 2.750 piante autoctone su 23 ettari, tra cui quercia, carpino, biancospino, nocciolo, ciliegio selvatico e sambuco. Sono stati creati circa 6 chilometri di corridoi ecologici per migliorare la disponibilità di cibo e rifugio per uccelli migratori lungo le rotte Europa-Africa, inclusa la tortora selvatica, specie classificata come "vulnerabile" dalla IUCN a causa della frammentazione degli habitat.
«Il progetto di agroforestazione nella Tenuta di Panna mira a incrementare l'assorbimento del carbonio attraverso lo stoccaggio nei tessuti legnosi e a sostenere la biodiversità tramite la creazione di corridoi ecologici e mini-habitat attorno alle piante», spiega Matteo Finocchi dell'Università di Pisa. L'iniziativa integra obiettivi di tutela degli habitat naturali con la mitigazione climatica, sviluppando pratiche agricole che aumentano la resilienza degli ecosistemi.
Monitoraggio digitale degli impollinatori
Dal 2024 è attivo un sistema di monitoraggio basato su tecnologie digitali che ha documentato un incremento significativo dell'attività degli impollinatori: i buzz rilevati sono passati da 781 a 3.713, con un aumento delle specie osservate e un miglioramento degli indicatori di idoneità degli habitat. L'installazione di un Bee Hotel e la semina di campi fioriti per api e farfalle diurne completano gli interventi per favorire questi organismi, che rappresentano indicatori della qualità ambientale e della disponibilità della risorsa idrica.
Riqualificazione dell'Oasi di Gabbianello
Il progetto di rigenerazione delle zone umide dell'Oasi di Gabbianello, riconosciuta come Area Naturale Protetta di Interesse Locale dalla Regione Toscana, risponde a un'esigenza concreta emersa dal territorio. L'area di 25 ettari, di cui 8 di stagni, ha subito negli ultimi anni gli effetti del cambiamento climatico. L'intervento di riqualificazione idrologica ed ecosistemica, sviluppato con il Comune di Barberino di Mugello e il partner tecnico Etifor, prevede l'estensione dell'area allagata fino al 40% in più rispetto alla situazione iniziale, l'efficientamento della presa dal torrente Tavaiano, il controllo dei sedimenti e interventi di riforestazione.
«Con il progetto dell'Oasi di Gabbianello abbiamo avuto l'opportunità di misurare nel dettaglio le variabili idrometeorologiche della zona umida utili a comprendere quali siano i meccanismi idrologici che ne regolano gli scambi idrici», spiega Daniele Penna, professore di Idrologia Forestale all'Università di Firenze. Le attività sperimentali di monitoraggio risultano essenziali per quantificare e supportare le decisioni di interventi gestionali in questo ecosistema di transizione tra sistemi acquatici e terrestri.
Il censimento condotto dall'Università di Firenze ha documentato la presenza di 91 specie di uccelli, con una garzaia di 113 coppie di aironi e una significativa presenza di anfibi, incluso il tritone crestato. L'Oasi rappresenta un punto di sosta strategico lungo la rotta migratoria tirrenica.
Scalabilità del modello
«Proteggere i territori in cui sgorgano le nostre acque minerali richiede oggi uno sforzo ancora più grande per tutelare la biodiversità minacciata dai cambiamenti climatici», dichiara Ilenia Ruggeri, direttore generale del Gruppo Sanpellegrino. «Ci proponiamo di mettere a sistema, con le istituzioni e le realtà dei territori in cui siamo presenti, le esperienze avviate nella Tenuta di Panna, per costruire insieme nuove partnership volte a sviluppare soluzioni innovative per affrontare le sfide locali».
«La collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino dimostra come possa realizzarsi una proficua sinergia fra il mondo dell'imprenditoria sostenibile e la tutela degli ecosistemi», sottolinea Lidia Bai, componente del Consiglio Direttivo Federparchi. Il progetto integra valorizzazione della biodiversità e sviluppo sostenibile, dal Bee Hotel agli interventi di agroforestazione, rappresentando uno strumento per compiere passi avanti nella tutela della natura, delle comunità e dei territori.
L'approccio sviluppato nella Tenuta di Panna e nell'Oasi di Gabbianello si caratterizza per la combinazione di rigore scientifico, metriche validate e collaborazioni con istituzioni di ricerca. La misurazione puntuale degli impatti attraverso tecnologie digitali e il monitoraggio continuo delle variabili ecosistemiche forniscono evidenze concrete sull'efficacia degli interventi, trasformando la gestione della biodiversità da obiettivo dichiarativo a strategia operativa basata su risultati misurabili.
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