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Green Retail  - Agenda 2030: l'85% degli europei chiede obblighi di sostenibilità per le imprese
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News A cura di: Domenico Canzoniero

Agenda 2030: l'85% degli europei chiede obblighi di sostenibilità per le imprese

La ricerca presentata durante l'evento ASviS Live rivela un forte consenso popolare verso politiche di sviluppo sostenibile più incisive. Introdotta in Italia la Valutazione di Impatto Generazionale per orientare le scelte legislative verso le future generazioni. Il business case della sostenibilità emerge come leva competitiva per il 73% dei cittadini europei

La transizione verso modelli di business sostenibili trova un sostegno inequivocabile nella popolazione europea, con l'85% dei cittadini che ritiene essenziali le normative sulla sostenibilità aziendale per costruire un futuro migliore. È quanto emerge dalla ricerca presentata durante l'ASviS Live "10 anni dell'Agenda 2030", evento che ha fatto il punto sui progressi e le sfide ancora aperte a cinque anni dalla scadenza per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.

I dati raccolti da UN Global Compact Network Italia in 16 paesi europei delineano un quadro di forte aspettativa verso una governance anticipante capace di integrare sostenibilità e competitività. L'80% dei cittadini europei considera lo sviluppo sostenibile una priorità per l'UE e i governi nazionali, mentre il 73% lo riconosce come motore di competitività per le aziende.

Responsabilità d'impresa: dalla compliance alla creazione di valore

Particolarmente significativi sono i risultati del sondaggio sulla popolazione italiana promosso da WeWorld, Manitese, Impresa2030 e ASviS, che evidenziano un cambio di paradigma nelle aspettative verso il ruolo delle imprese. L'85% degli italiani ritiene che le grandi imprese debbano essere obbligate per legge a prevenire i danni causati dalle loro attività a persone, ambiente e clima, anche se questo comporta costi aggiuntivi.

«Le sfide che abbiamo di fronte impongono di adottare una governance anticipante capace di assumere il futuro come criterio guida delle decisioni presenti», ha dichiarato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS. «L'Italia sta introducendo la Valutazione di Impatto Generazionale delle nuove leggi. Ma non basta: per realizzare il cambio di paradigma di cui abbiamo bisogno, il futuro va messo al centro dell'educazione e della ricerca».

Il framework strategico per una governance del futuro

L'ASviS ha presentato il Future Paper "Una governance anticipante per l'Italia", che propone strumenti concreti per valutare oggi gli impatti delle politiche di domani. Il documento, scaricabile da ecosistemafuturo.it, delinea interventi strategici da realizzare entro il 2027:

  • Strutture di strategic foresight per esplorare scenari futuri e identificare rischi e opportunità
  • Valutazione di Impatto Generazionale per le nuove leggi, attualmente in discussione alla Camera
  • Nuove autorità indipendenti con mandato specifico sulla tutela delle future generazioni
  • Formazione specializzata della Pubblica Amministrazione per acquisire capacità di foresight
  • Assemblea Nazionale sul Futuro per coinvolgere società civile e giovani nella progettazione del paese

Sostenibilità come competitive advantage

La ricerca evidenzia come il 73% dei cittadini europei consideri la sostenibilità un fattore di competitività aziendale, mentre il 75% ritiene che governi e aziende dovrebbero aumentare gli investimenti per promuovere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Tuttavia, solo il 37% è convinto che la maggior parte degli SDGs possa essere raggiunta entro il 2030.

«Oltre l'80% dei cittadini europei indica lo sviluppo sostenibile come una priorità, e in Italia tre persone su quattro lo riconoscono anche come leva di competitività», ha sottolineato Filippo Bettini, presidente del UN Global Compact Network Italia. «La transizione potrà compiersi solo se la regolamentazione sarà proporzionata e applicabile dalle aziende, conservando efficacia rispetto agli scopi».

L'urgenza di una visione sistemica

Il contesto attuale richiede un approccio che superi la logica dell'emergenza per abbracciare una pianificazione strategica a lungo termine. Le crisi interconnesse degli ultimi anni - dalla pandemia ai conflitti, dall'emergenza climatica alle tensioni commerciali globali - hanno evidenziato i limiti di modelli decisionali orientati al breve periodo.

L'84% degli italiani chiede che le grandi aziende siano responsabili dei danni causati lungo tutta la catena del valore, mentre il 79% ritiene necessari piani obbligatori di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Tre italiani su quattro affermano che non può esserci competitività senza tutela dei diritti umani, dell'ambiente e contrasto al cambiamento climatico.

Il contributo dell'Italia al multilateralismo sostenibile

Maurizio Massari, Rappresentante Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite, ha evidenziato il ruolo distintivo del paese sui temi centrali dell'Agenda 2030: «Il contributo italiano agli SDGs si distingue sull'SDG16 (istituzioni giuste e trasparenti), il nesso tra sicurezza alimentare e cambiamenti climatici e la trasformazione dei sistemi agroalimentari sostenibili».

L'Italia ha co-ospitato nel luglio 2025 l'"Unfss+4" ad Addis Abeba insieme all'Etiopia, dopo aver organizzato a Roma nel 2023 il secondo Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, confermando la leadership nella promozione di modelli alimentari sostenibili.

Verso un nuovo paradigma di sviluppo

«Se vogliamo affrontare con coerenza le sfide globali e onorare il patto tra generazioni, dobbiamo trasformare il futuro da concetto astratto a criterio guida delle decisioni presenti», ha concluso Pierluigi Stefanini, presidente dell'ASviS. «Solo così potremo coniugare prosperità economica, coesione sociale e tutela dell'ambiente, costruendo un modello di sviluppo equo e sostenibile».

La ricerca conferma che la transizione sostenibile non è più percepita come un vincolo, ma come un'opportunità strategica per costruire vantaggi competitivi duraturi, richiedendo però un framework normativo e di governance all'altezza delle aspettative cittadine e delle sfide globali.


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  • Verso un nuovo paradigma di sviluppo

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