Dati inflazione NielsenIQ: come cambiano le abitudini di acquisto delle famiglie italiane
La combinazione dell’inflazione e il rallentamento della crescita economica crea un panorama del tutto nuovo per il largo consumo, con un impatto profondo sui comportamenti dei consumatori.
Nell'ambito del Largo Consumo Confezionato l'inflazione al momento è attorno al 4,8%, le previsioni di NielsenIQ stimano che potrebbe arrivare fino al 5% entro l’anno.
I trend positivi del settore del Largo Consumo registrati nel biennio della piena pandemia hanno subito una scossa a seguito dell’aumento dell’inflazione e del rallentamento della crescita economica dovuti all’attuale scenario geopolitico. La combinazione di questi elementi sta creando un panorama del tutto nuovo per il settore della grande distribuzione in Italia, che avrà un impatto profondo sui comportamenti e le abitudini d’acquisto degli italiani e delineerà nuovi scenari di consumo.
Il quadro che emerge nel primo quadrimestre del 2022 sul 2021 mostra un andamento diverso rispetto a quelle che erano le prospettive di mercato. Infatti, i dati del primo trimestre per il Largo Consumo Confezionato (LCC) hanno registrato uno stabile declino fino al mese di marzo, tuttavia, grazie anche al contributo positivo della Pasqua (aprile +8%) la crescita del LCC si attesta di oltre 1 punto nei primi quattro mesi del 2022.
L’alterazione delle dinamiche competitive in atto, differenzia la performance dei canali di vendita. Stando ai dati del 2019 di NielsenIQ rispetto all’anno corrente, l’E-commerce nel Q1 ha un valore di 2,6 diversamente dalla quota (0,9) registrata nel 2019, mentre i Discount raggiungono attualmente quasi il 20% del valore guadagnando 1 punto rispetto al 2019. Resta solida la categoria dei Supermercati che tra il 2019 e il 2022 non ha riscontrato variazioni e registra oggi un valore del 38,3%.
L’inflazione teorica – stesso paniere e stessi volumi – nel Largo Consumo Confezionato al momento si attesta intorno al 4,8%, ma le previsioni stimano che potrebbe arrivare oltre i 6 punti. Le variazioni reali dei prezzi raggiungono tuttavia una quota del 2,6%, mostrando un cambiamento dei comportamenti dei consumatori italiani, i quali rivedo il mix di prodotti nel loro carrello. Inoltre, la riduzione dei volumi legati all’elasticità ai prezzi sarà di circa il -2,5%.
Dall’analisi effettuata da NielsenIQ, si evince che i consumatori stanno iniziando a mettere in pratica delle strategie di risparmio, che compensano gli effetti al rialzo dei prezzi causati dall’inflazione, cambiando il mix di prodotti nel carrello e facendo più attenzione a selezionare i prezzi più bassi. Questa tendenza fa emergere una polarizzazione delle fasce di consumatori: una parte delle famiglie sarà costretta a modificare maggiormente i propri stili di consumo perché vedrà diminuire ulteriormente il proprio potere di acquisto.
“In uno scenario tanto complesso quanto drammatico, le diverse realtà operanti nel settore del largo consumo, come retailer e manufacturer, devono collaborare per poter delineare delle linee guida e delle strategie da seguire. Fare network e indirizzare gli sforzi congiunti del mercato e del governo è quanto mai fondamentale per supportare consumi sempre più polarizzati e consumatori meno fidelizzati, in cerca del prezzo più vantaggioso per attutire il colpo” commenta Luca De Nard, Amministratore Delegato di NielsenIQ Italia.
All’interno dell’attuale contesto di mercato, particolarmente gravato dall’aumento dei prezzi, l’inflazione sta diventando un elemento strutturale e avrà impatti a lungo termine. L’effetto congiunto della recessione e dell’inflazione, combinato con l’incertezza legata all’evoluzione della pandemia e a della guerra rende ipotetiche le tendenze del mercato della grande distribuzione poiché ha un andamento anticiclico. Le variazioni anche più piccole possono avere un impatto significativo. Proprio a causa dell’imprevedibilità dello scenario, NielsenIQ preannuncia un autunno “caldo” con una perdita del potere d’acquisto per le famiglie italiane.
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