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Green Retail  - “Compostyle” mania, spopola il nuovo stile di vita promosso dalle star per essere davvero green
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News A cura di: Redazione GreenRetail

“Compostyle” mania, spopola il nuovo stile di vita promosso dalle star per essere davvero green

10 oggetti innovativi che si dissolvono senza inquinare.

Due novità in tema di rifiuti hanno segnato l’inizio di questo nuovo anno: la messa al bando della plastica monouso e il provvedimento che rende obbligatorio separare gli scarti organici. Segnali che mirano a contrastare la crescente produzione di rifiuti, un problema che riguarda tutta l’umanità: secondo un’indagine condotta da Statista, aumenteranno del 70% entro il 2050, raggiungendo le 3,4 miliardi di tonnellate a livello globale.

Ma come è possibile invertire questa tendenza? Ognuno può fare la differenza partendo dagli scarti prodotti in casa: secondo una ricerca pubblicata dal Washington Post, differenziare i rifiuti compostabili può ridurre l’immissione di materiali inquinanti per una quantità equivalente a quella prodotta da 15 milioni di veicoli circolanti su strada per ben 30 anni. Non solo, anche affidarsi a materiali biodegradabili o prodotti che generano solo scarti compostabili potrebbe essere la soluzione. Sono infatti sempre di più le realtà, appartenenti ai settori più disparati, che si stanno mobilitando proprio in questo senso, affiancate anche da numerose star internazionali.

Tra i sostenitori del trend “Compostyle”, infatti, troviamo stelle dello sport come Tom Brady, che ha dato vita a una linea di occhiali da sole biodegradabili, ma anche del grande schermo come Jessica Alba, impegnata sul fronte dei prodotti per bambini e dei cosmetici sostenibili, e Jason Momoa che ha invece lanciato una linea di scarpe in grado di biodegradarsi in breve tempo. Non resta a guardare nemmeno il mondo della musica: se Drake sceglie per i suoi concerti solo catering in grado di fornire posate e piatti compostabili, Harry Styles ha dato vita a un brand di cosmetici con formulazioni biodegradabili. A dimostrare la crescita di questo trend sono anche i dati dell’Osservatorio Immagino dai quali emerge come le vendite dei prodotti confezionati in un packaging “compostabile” siano cresciute del 25,6% nell’ultimo anno, per un valore di quasi 200 milioni di euro. Andamento simile anche per quelli con il claim “biodegradabile”: il loro sell-out in super e ipermercati ha superato i 188 milioni di euro, pari al +16,4%. Occorre però ricordare che optare per prodotti in grado di dissolversi nell’ambiente non giustifica un consumo smisurato, la strada da seguire rimane ridurre gli acquisti non necessari e orientarsi, laddove possibile, su prodotti in grado di durare nel tempo.

Un esempio virtuoso di realtà che ha scelto un modello che punta su qualità e sostenibilità è quello dell’innovativa conceria campana Be Green Tannery come spiega la co-fondatrice Annalisa De Piano: “Le nostre pelli coniugano la sostenibilità di fine ciclo di vita alla nostra esigenza di rispondere agli stringenti standard fissati dai grandi marchi del mondo del luxury. In un tempo medio lungo, infatti, le nostre pelli resistono ai fenomeni esterni e sono altamente performanti, restando comunque biocompostabili. Non contenendo metalli pesanti, l’utilizzo delle nostre pelli ha un doppio beneficio: per l’uomo durante l’utilizzo e per l’ambiente alla fine del ciclo di vita del prodotto. Infatti, se correttamente smaltito, il capo o l’accessorio prodotto con pelle Be Green Tannery, dà vita a ceneri che possono essere impiegate in altri usi. Per sfruttare al meglio questa potenzialità, la nostra volontà è quella di avviare collaborazioni con stakeholder per il recupero delle ceneri per altri usi e settori”.

Sul tema è intervenuta anche Cristina Gabetti, giornalista e scrittrice esperta di sviluppo sostenibile che commenta: “Lo sviluppo di nuovi materiali è fondamentale, però è importante ricordare che le condizioni di compostabilità variano da materiale a materiale e se non si rispettano, perdono la loro circolarità. I brand sono chiamati a comunicare con trasparenza ai consumatori l’origine delle loro materie prime e come riciclare i manufatti a fine vita, altrimenti si rischia di generare nuovi rifiuti insostenibili”.

Ma quali sono i 10 oggetti biodegradabili o biocompostabili più inaspettati protagonisti del trend?

1) Intimo biodegradabile: secondo l’edizione inglese di Fashion United, sono diversi i marchi che lo stanno realizzando. Inoltre, come riporta il Financial Times, è un’utile cartina al tornasole per analizzare la salute del suolo: il Department of Agriculture degli Stati Uniti ha lanciato una campagna per incoraggiare gli agricoltori a seppellire l’intimo in cotone e osservare in quanto tempo si biodegrada per analizzare la salute del terreno. Più veloce è la decomposizione, infatti, più il suolo è ricco di batteri come dimostrato dall’University of New England;

2) Batterie di carta: i ricercatori dell’Istituto di Microelettronica di Barcellona stanno sviluppando batterie biodegradabili realizzate con la carta per oggetti monouso come test di gravidanza. Una scoperta che potrebbe contribuire sensibilmente a neutralizzare gli sprechi come riporta il quotidiano spagnolo El País;

3) Pelle (ma solo se metal free!): la pelle di Be Green Tannery, conceria innovativa e sostenibile, non presenta metalli pesanti, caratteristica che permette di trasformarla in un prodotto inerme per l’ambiente alla fine del suo ciclo di vita. Queste attenzioni rendono inermi per l’ambiente anche le ceneri provenienti dagli scarti di produzione che possono essere utilizzati per dare vita a un compost utile nella lavorazione di aziende di settori terzi. Non solo: anche vestiti e accessori con la pelle Be Green Tannery, se correttamente smaltiti, si trasformano in ceneri che possono essere utilizzate in altri ambiti;

4) Glitter commestibili: chi l’avrebbe mai detto che fra i nemici del Pianeta ci sono anche i glitter? Amati da grandi (utilizzati soprattutto per i cosmetici) e piccini, questi scintillanti frammenti realizzati da alluminio, diossido di titanio e altri materiali, vengono spesso rilasciati nell’ambiente e impiegano tempi lunghissimi per biodegradarsi. Ecco allora che l’Università di Cambridge ha messo a punto glitter di cellulosa, un materiale di origine vegetale che può essere ricavato da materiali di scarto come bucce di banana o il guscio che racchiude i chicchi di caffè. Fra i vantaggi, come spiega The Fast Company, anche il fatto che potranno essere commestibili. Rimanendo nel mondo del beauty, Hola! segnala come siano diversi i brand che producono packaging per cosmetici compostabili, capaci di biodegradarsi in soli 2 mesi. Un trend seguito anche da Harry Styles che per la sua linea gender neutral non solo ha scelto confezioni compostabili, ma anche formulazioni biodegradabili;

5) Fertilizzanti dall’aldilà: come racconta il New York Times, il Colorado ha reso legale la possibilità di generare “compost umano” a partire dai corpi di persone che optano per questa soluzione per il loro fine vita. La procedura dura circa 30 giorni e permette di creare compost che viene destinato ad aree pubbliche ma che però non può essere impiegato in agricoltura;

6) Inchiostri green (disponibili in tutti i colori): se la stampa 3D sembra essere il futuro, occorre che questo domani sia green. Ecco perché un gruppo di scienziati svizzeri sta cercando di sostituire l’inchiostro utilizzato attualmente, potenzialmente tossico, con un prodotto più ecosostenibile;

7) Green da mattina a sera con spazzolino e cover per il telefono: la sostenibilità passa dalle piccole cose, come i prodotti che vengono usati tutti i giorni. Un esempio, come segnala Le Monde, è lo spazzolino in bambù che, a differenza di quello in plastica, può essere gettato nell’umido senza danneggiare l’ambiente. Non da meno anche le cover per gli smartphone, uno degli oggetti più utilizzati nella vita quotidiana: come racconta The Hustle, ne esiste un modello 100% compostabile disponibile tanto per tutti i tipi di telefoni;

8) Voglia di uno spuntino? Puoi mangiare l’imballaggio: la notizia, riportata da El Español potrebbe rivoluzionare il mercato: presto sarà possibile mangiare anche gli imballaggi. Una startup è infatti riuscita a produrre packaging realizzato con alghe e altri materiali naturali che possono essere tranquillamente ingeriti o comunque compostabili. Un modo davvero utile per andare verso un modello di consumo “zero waste”. Attenzione però anche a posate e stoviglie: seguendo l’esempio di Drake che, come riporta la CNN per i suoi concerti predilige catering sostenibili, occorre optare per quelle compostabili;

9) Attenti all’ambiente dalla nascita: se si vuole salvare il mondo occorre iniziare da bambini. Secondo una ricerca pubblicata dal National Geographic, ogni giorno vengono buttati 8 milioni di pannolini solo nel Regno Unito, un rifiuto che impiega ben 500 anni per decomporsi. Fra le soluzioni ci sono quelle dei pannolini biodegradabili, realizzati con alghe e carta. Un’alternativa sostenuta anche dall’attrice Jessica Alba che, come riporta il Daily Mail, è impegnata in prima linea in questo ambito con un marchio da lei lanciato;

10) …Dalla testa ai piedi: come riporta Footwear News, Jason Momoa, da sempre molto impegnato nella protezione del Pianeta, ha dato vita a una linea di scarpe in grado di decomporsi in un breve periodo di tempo una volta gettate. Si va dalle ciabatte alle scarpe per l’arrampicata, uno degli sport preferiti dall’attore. Non è da meno anche Tom Brady che ha invece pensato a una linea di occhiali biodegradabili come segnala Golfweek.

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