Caviro investe 12 milioni in ESG e presenta il Bilancio di Sostenibilità 2024
Il gruppo cooperativo investe 12 milioni in progetti ESG e trasforma 500mila tonnellate di scarti in energia rinnovabile
Nel 2024 il settore del tonno in scatola registra un lieve calo nei volumi (-4%) ma con una sostanziale tenuta del numero di confezioni vendute (-0,6%), segno che il comparto si sta assestando in un contesto economico ancora condizionato da inflazione e riduzione del potere d’acquisto.
Il consumo pro capite resta stabile a 2,36 kg annui. Le aziende conserviere, pur affrontando un contesto non semplice, rafforzano il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale e la valorizzazione della materia prima.
«Veniamo da anni non facili a causa di inflazione e caro prezzi – commenta Giovanni Battista Valsecchi, Presidente ANCIT – ma i consumatori continuano ad apprezzare e a riporre fiducia nelle conserve ittiche. Il tonno in scatola continua ad avere delle caratteristiche che lo premiano e il settore si distingue per la sostenibilità».
Il comparto è sempre più orientato verso l’economia circolare: le parti del tonno non destinate all’inscatolamento sono riutilizzate per produrre farina e olio di pesce, cosmetici, integratori, bioplastiche e fertilizzanti. Anche gli imballaggi, in acciaio e vetro, sono riciclabili al 100%: nel 2024 sono state avviate al riciclo circa 409.000 tonnellate di imballaggi in acciaio, pari al 77,8% dell’immesso al consumo.
Dal punto di vista nutrizionale, il tonno in scatola è considerato un alimento completo. Secondo il nutrizionista Luca Piretta, «è una fonte preziosa di grassi “buoni” Omega 3, proteine nobili, vitamine e sali minerali, e rappresenta un valido sostituto della carne».
Il mercato italiano del tonno in scatola ha raggiunto un valore stimato di 1,65 miliardi di euro (+1,5% sul 2023), pari al 70% del comparto conserviero ittico. Le esportazioni sono cresciute del 9,6%, raggiungendo 30.600 tonnellate, dirette soprattutto verso Paesi UE ma anche verso mercati extraeuropei come Canada e Arabia Saudita. Negli USA il dazio al 45% limita l’export, con il rischio di un ulteriore aumento al 55%.
Il settore si conferma centrale nella dieta mediterranea e nella cultura alimentare italiana: sei italiani su dieci consumano tonno in scatola almeno una volta a settimana e oltre un terzo ha aumentato il consumo negli ultimi tre anni. Praticità, lunga conservazione e ridotto spreco alimentare restano tra i motivi di scelta principali.