GS1 Italy aggiorna gli standard per misurare l’impatto della filiera
GS1 Italy ha rilasciato un aggiornamento del set di dati standard ambientali sviluppato da ECR Italia, pensato per supportare le aziende nella misurazione e condivisione dell’impronta climatica lungo la supply chain.
Lo strumento, attivo dal 2022, ha completato una fase di test di un anno con imprese operative nel largo consumo, tra cui Conad e Stef, protagoniste di un progetto pilota oggi documentato anche in un video ufficiale.
Il set è stato progettato per agevolare la rendicontazione delle emissioni di Scope 3, ovvero quelle indirette che derivano da attività esterne all’azienda ma che rappresentano la quota predominante dell’impatto climatico – oltre il 90% nel settore FMCG. L’obiettivo è promuovere un linguaggio condiviso tra attori della filiera per scambiare dati ambientali in modo uniforme, verificabile e integrabile nei sistemi di reporting ESG.
Le modifiche del 2025 sono state definite in base ai feedback delle aziende utilizzatrici. Le principali novità riguardano:
possibilità di dettagliare l’autoconsumo energetico da cogenerazione/trigenerazione;
specifiche tecniche sul trasporto merci (temperatura, tonnellate-chilometro, tratte di sola andata);
indicazioni aggiornate sul business travel;
aggiunta dei dati sulle emissioni CO₂e legate ai rifiuti.
Il formato rimane accessibile: linee guida in PDF e dataset Excel. Il progetto si inserisce nella strategia di GS1 Italy per semplificare la trasformazione sostenibile delle imprese, integrando standard tecnici e operativi nella governance ambientale.
L’esperienza di Conad, sia come retailer che come produttore di MDD, insieme all’operatore logistico Stef, ha mostrato che strumenti condivisi possono rendere effettiva la transizione ambientale. Lo standard ha permesso di misurare e interpretare i dati lungo l’intera catena di approvvigionamento, favorendo coerenza tra obiettivi aziendali e criteri di sostenibilità.
Come evidenziato da GS1 Italy, una gestione green della supply chain non può prescindere dalla trasparenza e dall’interoperabilità dei dati. Per questo, iniziative come questa rappresentano una leva concreta per evolvere da pratiche ambientali isolate a strategie collettive misurabili.
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