Nicola Mamo
Visite: 97
Nicola Mamo
Visite: 97

- Information
- Successi & Strategie
Campus Peroni: una raccolta da 60.000 tonnellate e oltre 2.000 agricoltori
l Campus Peroni, centro di eccellenza fondato da Birra Peroni insieme al CREA, ha presentato i risultati della raccolta orzo 2025 e lo stato di avanzamento di due progetti chiave per l’innovazione agricola.
L’incontro si è svolto presso la malteria SAPLO di Pomezia, in presenza anche di una delegazione del Centro Investimenti FAO, in visita per conoscere esperienze replicabili nella gestione delle filiere.Secondo Fabio Scappaticci, direttore della malteria SAPLO, “i primi dati della campagna 2025 evidenziano buoni livelli qualitativi e produttivi nelle principali aree di coltivazione, con criticità localizzate nel sud-est per via della siccità”. Birra Peroni stima di ritirare oltre 60.000 tonnellate di orzo distico da una rete di più di 2.000 agricoltori italiani.
DSS: un supporto concreto alle decisioni agronomiche
Il progetto “Orzo Futuro”, realizzato in collaborazione con Hort@ e xFarm Technologies, punta a diffondere i Decision Support System (DSS), strumenti che guidano gli agricoltori nella gestione ottimizzata delle colture attraverso l’analisi di dati ambientali e agronomici.
Nella stagione 2024/2025, i DSS sono stati adottati da oltre 750 agricoltori. I dati raccolti mostrano una riduzione media del 24% di CO₂ equivalente per ettaro tra il 2022/2023 e il 2023/2024 tra gli aderenti. I DSS migliorano l’uso di fertilizzanti e altri input, adattando le pratiche colturali alle condizioni climatiche e contribuendo a una produzione più efficiente e mirata.
Agricoltura rigenerativa: sperimentazione in tre aree pilota
Il secondo progetto presentato è “Rigenerare per produrre”, dedicato alla sperimentazione in agricoltura rigenerativa in tre aree del centro-sud Italia. Avviato nell’autunno 2024 e della durata triennale, mira a raccogliere dati scientificamente solidi su biodiversità, salute del suolo, impatti ambientali e soddisfazione degli agricoltori coinvolti.
L’approccio integra tecniche tradizionali, come la rotazione colturale, con strumenti digitali, per valutare anche il potenziale di sequestro di carbonio. I primi risultati saranno disponibili nell’ultimo trimestre del 2025.