Fabrizio Vallari
Innovazione & Ricerca
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Le strategie per rendere le aziende meno impattanti possibile sull’ambiente
In “Modelli di business circolari” gli autori propongono tutti gli step necessari per condurre la propria azienda da un modello di business lineare a circolare.
Ma non basta. “Ciò che conta sono anche le strategie con le quali ogni modello può essere reso maggiormente sostenibile”. Ecco quali sono, con case study pratici. È possibile, oggi, rivedere i modelli di business delle aziende di cui si è manager, fondatori o consulenti per portarli dalla linearità alla circolarità.
Avere modelli di business lineari significa, in estrema sintesi, sfruttare le risorse senza pensare al domani. Adottare modelli di business circolari, invece, porta l'organizzazione a creare, acquisire e distribuire valore a livello sistemico e in modo sostenibile, eliminando gli impatti ambientali negativi e massimizzando i benefici e la rigenerazione degli ecosistemi naturali. Ma guardare solo al modello di business adottato non è sufficiente per prenderci cura del Pianeta.
“Più che la tipologia di modello di business, ciò che conta sono le intenzioni e le strategie con le quali ogni modello di business può essere reso maggiormente sostenibile” spiegano in Modelli di business circolari (Edizioni Lswr) Nicola Cerantola, Matteo Fusco, Michela Spagnolo e Davide Cardile.
Quali sono le strategie di circolarizzazione più ricorrenti? E quali sono gli esempi pratici a cui potersi ispirare? Ne riportiamo tre, estratte tra le sette analizzate nel libro:
Progettare ai fini del riciclo
Le aziende che applicano questa strategia riprogettano i loro prodotti e i processi di fabbricazione in modo da massimizzare il recupero e il riutilizzo dei componenti in nuovi articoli. Ciò significa adottare materiali migliori e più durevoli, favorire la separabilità degli elementi al termine del ciclo di vita, abbracciare la desiderata monomaterialità. I vantaggi della strategia di progettare ai fini del riciclo sono: • ridurre gli sprechi; • aumentare la recuperabilità di valore in fine vita.
Case study
«We design with the end in mind» è il principio guida di Niaga®, azienda specializzata nella produzione di tappeti, materassi e componenti per mobili riciclabili. Tanti dei materiali riciclabili, al termine del ciclo di vita, finiscono ugualmente con l’essere trattati come rifiuto per la difficoltà di selezionarli, riconoscerli, separarli. Per ovviare al problema, l’azienda ha ideato e brevettato uno speciale adesivo, Niaga® click-unclick, che collega i diversi materiali in modo che possano essere facilmente individuati e smontati dopo l’uso. Ciò, oggi, è un prerequisito di ogni progetto e permette di risalire e di rivalorizzare ogni elemento anziché farlo finire come rifiuto
Prolungare la vita del prodotto
Le aziende che adottano questa strategia si focalizzano sulla progettazione di prodotti che durino più a lungo. Poiché una durata maggiore significa un numero inferiore di acquisti nel corso del tempo, può sembrare una pessima idea per i produttori di attrezzature originali. Ma la durabilità è un fattore di differenziazione competitiva e fornisce una solida giustificazione per applicare un prezzo maggiore rispetto ai concorrenti.
I vantaggi della strategia di prolungare la vita del prodotto sono: • minore utilizzo di materie prime; • riduzione dei rifiuti; • alta percezione da parte del consumatore dell’impegno ambientale dell’azienda; • possibilità di differenziazione sul mercato, anche a prezzi più alti dei concorrenti.
Case study
Nell’autunno 2015, Patagonia ha avviato il suo “Worn Wear” con il motto «Repair is a Radical Act». Il programma mira a educare i clienti al valore di preservare i vestiti riparandoli invece di comprarli nuovi, da una parte invitando a non acquistare sempre nuovi abiti, dall’altra a preferire prodotti di qualità che possano durare nel tempo. Inoltre, il programma estende la responsabilità del produttore oltre la fase di acquisto, offrendo riparazioni anche a distanza di molto tempo o fornendo consigli puntuali su come rimediare in autonomia all’usura tramite una partnership con iFixit, una piattaforma dedicata alle guide di riparazione gratuite – oltre cento pattern che vanno dal rammendo di un buco alla sostituzione di una zip. Il programma include anche i tour di riparazione “Worn Wear”, in cui furgoni appositamente attrezzati vanno in giro per vari negozi Patagonia, dove i clienti possono portare i loro capi rotti e farli riparare gratuitamente.
Trasformare i rifiuti in risorse
Questa strategia è tipica delle aziende che si impegnano già dal principio a gestire, trasformare e rivalorizzare in loco i rifiuti generati dalla propria attività (Figura 3.11). Ciò non risponde tanto alla domanda “Come diminuire gli impatti negativi?” quanto a “Come aumentare gli impatti positivi?”: il fine è, quindi, non solo di minimizzare i danni, ma anche e soprattutto di creare ulteriore valore, per la stessa azienda e a livello diffuso.
I vantaggi della strategia di trasformare i rifiuti in risorse sono: • diminuzione dei rifiuti; • recupero delle risorse; • nuova generazione di valore.
Case study
Entomo Agroindustrial è un’azienda innovativa spagnola che, negli ultimi anni, sta esportando in tutto il mondo un’idea che potrebbe rivoluzionare il modo in cui le aziende sono solite pensare e gestire i propri rifiuti organici. Tutto ha origine da un insetto, la Hermetia illucens, detta anche mosca soldato, che ha una capacità di mangiare tutto ciò che trova sul proprio cammino con una velocità e un’intensità sorprendenti. Da qui, l’idea di Entomo Agroindustrial: “E se potessimo metterle al lavoro per il bene del pianeta?”. Detto, fatto. Oggi questa specie è impiegata per cibarsi di substrati organici, lavoro che svolge nel giro di pochi giorni, accelerando esponenzialmente i tempi di trattamento di tali rifiuti. I potenziali bioresidui di questo processo vanno dai sottoprodotti vegetali al letame, agli scarti dei supermercati o dell’industria della birra. Una volta che si sono nutriti, inoltre, questi insetti vengono utilizzati come bioconvertitori da cui estrarre materia prima ad alto valore aggiunto per diversi settori.
Gli autori - Nicola Cerantola, consulente, docente e mentore di imprenditorialità, insegna Ecodesign ed Economia circolare presso numerose università e business school. Matteo Fusco, fondatore di Beople, docente di Politiche Economiche per le Organizzazioni all'Università Cattolica di Milano, autore di Business Design per le PMI. Michela Spagnolo, psicologa e psicoterapeuta, Co-Founder di Beople, autrice di Business Design per le PMI. Davide Cardile, storyteller ed esperto di comunicazione e marketing digitale. Communications Strategist in Beople e autore di Pixel in crisi.
Il libro - Modelli di business circolari - Il processo agile e visuale per creare modelli di business più solidi, efficienti e sostenibili Edizioni Lswr, ottobre 2022, 24.90 euro.