La Generazione Consapevole: Pragmatismo e Sfiducia tra i Giovani e la Sostenibilità Sociale
La ricerca di Eikon Strategic Consulting Italia, presentata durante l'apertura della Social Sustainability Week a Roma, ha indagato il rapporto dei giovani italiani tra i 16 e i 34 anni con la sostenibilità sociale.
Nonostante una radicata consapevolezza dei temi di sostenibilità ambientale e sociale (78% conosce Agenda 2030, 65% si sente coinvolto), emergono atteggiamenti pragmatici e sfiduciati. I giovani danno priorità a comodità e prezzo negli acquisti e negli spostamenti, pur essendo più attenti all'alimentazione e contrari a cibi pronti e delivery.
Le istituzioni (38%) e le aziende (47%) sono percepite come poco impegnate rispetto ai giovani stessi. C'è una diffusa insoddisfazione verso le condizioni lavorative: il 67% giudica inappropriati stage e contratti a termine, e il 59% rileva discriminazioni professionali verso le madri. Nonostante ciò, i giovani apprezzano il lavoro flessibile e il supporto alla genitorialità offerto da alcune organizzazioni.
Sul piano energetico, il 56% è favorevole al nucleare come scelta green, ma l'atteggiamento verso l'intelligenza artificiale è cauto. Sul futuro, prevale il pessimismo: solo il 37% vede opportunità migliori rispetto ai genitori, mentre il 22% si sente schiacciato dalle difficoltà economiche.
In sintesi, i giovani italiani riconoscono l'importanza della sostenibilità, ma la vivono con un misto di impegno e disillusione, guidati da un pragmatismo dettato da condizioni economiche precarie e scarsa fiducia nelle istituzioni.
Il commento di Greenretail.news
Questa ricerca fotografa una generazione consapevole della gravità delle sfide globali, ma profondamente sfiduciata rispetto alla propria capacità di incidere sul futuro. La consapevolezza della necessità di una transizione sostenibile coesiste con il realismo di chi sa di non poter fare la differenza attraverso i propri comportamenti individuali. La scelta di risparmiare e ridurre i sacrifici è dettata da un contesto lavorativo ed economico poco favorevole: stipendi tra i più bassi in Europa e una mobilità sociale bloccata, dove chi nasce in una classe sociale svantaggiata difficilmente riesce a migliorare la propria posizione.
Questi giovani, nonostante un approccio pragmatico che li porta a scegliere la convenienza e la praticità, mostrano una chiara attenzione a temi come l’alimentazione e un’apertura a soluzioni innovative come il nucleare. Tuttavia, la sfiducia nelle istituzioni e nelle imprese riduce il loro coinvolgimento attivo. Il futuro appare incerto e gravato da timori concreti, con l’instabilità economica come filo conduttore delle loro preoccupazioni.
In questo scenario, diventa essenziale creare politiche e strategie che offrano speranze tangibili, investendo in lavoro stabile e ben retribuito, e rendendo più accessibile la transizione verso modelli di vita sostenibili. Solo così sarà possibile trasformare questa consapevolezza in un impegno più attivo e duraturo verso un futuro sostenibile.
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