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Green Retail  - Educazione stradale e sharing mobility: a che punto siamo in Italia?
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Innovazione & Ricerca A cura di: Fabrizio Vallari

Educazione stradale e sharing mobility: a che punto siamo in Italia?

Il 98% degli italiani crede che la mobilità condivisa contribuisca a rendere le città più vivibili e che sia nostro dovere contribuire al buon funzionamento del servizio.

Il 95% è favorevole all'introduzione di sanzioni in caso di comportamento scorretto, che siano multe (25%) o sospensione dell’account (70%), il 48% riserverebbe il servizio solo a chi è munito di patente o patentino.

La mobilità condivisa è in costante crescita nelle grandi città e sempre più cittadini stanno gradualmente abbandonando l’auto privata a favore di spostamenti flessibili, senza vincoli e sostenibili. Ma a che punto è l’educazione stradale in Italia quando si parla di sharing mobility? Per rispondere a questo quesito e indagare la percezione degli italiani rispetto al trattamento dei veicoli in sharing, effettivamente utilizzati o anche solo parcheggiati, Freenow ha svolto un’indagine tra i propri utenti.

Il 94% degli intervistati ha dichiarato di aver assistito almeno una volta a comportamenti scorretti nei confronti dei mezzi di micromobilità, tra i quali il più diffuso risulta essere la la poca cura dei mezzi in condivisione (68%), seguito dalla mancanza di rispetto per le regole stradali (52%) e dagli episodi di parcheggio selvaggio (44%).

Tuttavia, ciò che emerge maggiormente dall’analisi è che gli utenti desiderano fare la propria parte per contribuire al miglioramento del servizio: ben il 74% afferma di segnalare al provider quando un veicolo non è in buono stato a causa di comportamenti illeciti. Inoltre, per limitare una condotta scorretta, il 70% è favorevole all’introduzione di sanzioni come la sospensione o il blocco dell’account, mentre il 25% sostiene che sarebbe buona norma introdurre delle multe.

Non solo. Il 58% dei rispondenti suggerisce di educare maggiormente sui i benefici del servizio e di come “in condivisione” significhi di tutti. Il 48% si dice favorevole ad un’implementazione più rigida di regole per la micromobilità, e il 41% dichiara che il servizio dovrebbe essere riservato a chi è munito di patente o patentino di guida.

Infine, lo studio dimostra come gli italiani credano fortemente nell’impatto positivo della sharing mobility sulla vivibilità delle città: quasi la totalità degli intervistati (98%) infatti, crede che questo tipo di mobilità migliori significativamente la vita urbana, contribuendo a ridurre l’inquinamento (67%), diminuendo il traffico (63%), rendendo gli spostamenti più flessibili (60%) e supportando il sistema di trasporto pubblico (52%).

Umberto Javarone, general manager di Freenow Italia, ha commentato: "La sharing mobility ha un valore innanzitutto culturale, perché si tratta di misurare i benefici di quello che a tutti gli effetti è un bene comune non soltanto dal punto di vista della fruizione del servizio, ma anche da quello ambientale, sociale ed economico. La sfida che ci poniamo è certamente ambiziosa, ma ancor più necessaria: realizzare città con meno traffico, dove i cittadini possano costruire un modello più sostenibile e moderno di fruizione degli spazi urbani. Per questo, avere cura dei mezzi in condivisione, delle regole e dell’ambiente circostante è di importanza primaria. Gli utenti Freenow si sono sempre mostrati molto sensibili al tema, e ascoltando i loro feedback e consigli cerchiamo ogni giorno di migliorare il nostro servizio mettendoci al servizio della comunità. Inutile dire che ne siamo estremamente orgogliosi: solo agendo insieme è possibile creare un nuovo ecosistema della mobilità e una città del futuro smart, sostenibile e all’avanguardia”.

       
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