Fabrizio Vallari
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Tetra Pak, un open day molto particolare
Non sono tante le aziende che aprono gli stabilimenti con la massima trasparenza. Tra queste Tetra Pak che si conferma leader mondiale non solo per la produttività, ma anche sul tema della sostenibilità.
Che Tetra Pak sia l’azienda leader mondiale nelle soluzioni per il trattamento e il confezionamento degli alimenti è un dato di fatto e i numeri ne confermano la produttività non comune, considerando che ogni giorno i suoi contenutori soddisfano le esigenze di centinaia di milioni di persone in più di 160 paesi. Con oltre 25.000 dipendenti in tutto il mondo, l’azienda non punta solo al primato industriale, ma anche alla diffusione della sua visione responsabile, caratterizzato da un approccio aziendale sostenibile.
Questo il focus di un open day a Rubiera, dove ha sede il più antico stabilimento Tetra Pak italiano, realizzato nel 1965, dove il motto “Proteggere la bontà” non è solo una professione di intenti e la visita a porte aperte ha voluto testimoniare come valori e obiettivi siano parte interante di un’attività portata avanti in Emilia come in tutti gli altri Paesi in cui Tetra Pak opera.
L’occasione della visita è stata la presentazione dei risultati ottenuti nella riduzione delle emissioni di gas serra, con un -36% confermato a livello globale e inserito nell’ultimo report di sostenibilità, una prassi in Tetra Pak da 23 anni.
Bastano i numeri a dare le dimensioni del risultato di esercizio 2021 che oltre alla riduzione del 36% delle emissioni di gas serra relative alle operazioni, ha segnato 17,6 miliardi di confezioni plant-based e 10,8 miliardi di tappi plant-based venduti, corrispondenti a 96.000 tonnellate di Co2 non emesse rispetto a polimeri da fonti fossili. Un successo a cui concorrono i 40 milioni di euro investiti per migliorare la raccolta e il riciclo dei cartoni e il riciclo di 50 miliardi di cartoni per bevande, contribuendo così all’economia circolare, oltre all’avvio del primo programma di riforestazione in Brasile, in collaborazione con la ONG locale Apremavi, all’inizio del 2022 che punta a riforestare fino a 7.000 ettari di terra entro il 2030 per ripristinare la biodiversità, catturare anidride carbonica e mitigare i cambiamenti climatici.
In Italia, nel 2021 è stato riciclato circa il 36% di cartoni per bevande, mentre nel periodo 2013-2021, oltre 7,6 miliardi di cartoni per bevande sono stati recuperati.
Una concretezza che emerge anche dalle parole di Paolo Maggi (nella foto), Presidente di Tetra Pak Italia nel commentare i dati: “La sostenibilità non è in agenda, è l’agenda stessa. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti massimizzando il nostro impatto positivo sulla natura e sulla società, continuando a considerare la sostenibilità un business driver e un criterio decisionale strategico. La nostra ambizione è quella di guidare la trasformazione sostenibile del nostro settore e le nostre iniziative al riguardo sono state molteplici durante gli ultimi 12 mesi, periodo durante il quale abbiamo lavorato con i nostri clienti e partners per supportare anche i loro sforzi. Il prezzo da pagare per l’inazione di oggi - in termini di sostenibilità - sarà un mondo irriconoscibile domani. Dovremo quindi avere la mentalità giusta, capace di guardare sia alla crescita che alla sostenibilità”.
In effetti il 23esimo report di sostenibilità made in Tetra Pak indica numeri molto eclatanti, a partire da quell’80% di energia proveniente da fonti rinnovabili grazie al raddoppio della capacità di energia solare a 5,55MW, ai 61 milioni di bambini in 41 Paesi che hanno ricevuto latte o altre bevande nutrienti in confezioni Tetra Pak attraverso programmi di alimentazione nelle scuole.
A livello tecnico è stata completata con successo la market validation di una barriera di polimeri per sostituire lo strato di alluminio nei cartoni asettici. Sono iniziati i test su una nuova barriera a base di fibre - una novità assoluta per le confezioni alimentari in cartone distribuite a temperatura ambiente. Non da meno l’avvio di collaborazioni con numerose aziende innovative per trasformare potenziali scarti alimentari in fonti di cibo nutrienti, oltre a sviluppare applicazioni di alimenti proteici alternative. Insieme a una potenziale carbon footprint ridotta, le proteine alternative offrono la possibilità di ridurre in maniera significativa il consumo idrico e di suolo rispetto alle fonti tradizionali
Tetra Pak si è impegnata a dimezzare lo spreco di cibo, il consumo idrico e la carbon footprint delle sue linee di trasformazione entro il 2030.
Il packaging deve infatti preservare prodotto, persone e ambiente, tre elementi determinanti nella filosofia di un’azienda che ha fatto della sostenibilità non un’operazione accessoria, ma anzi un impegno costante, reale e foriero di sensibili risultati.
di: Matteo Barboni.