Fabrizio Vallari
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Cambiare alimentazione per ridurre le emissioni di Co2
Cinque tappe per ridurre le emissioni causate dall’agricoltura industriale, dall’allevamento, dall’utilizzo di fertilizzanti e dagli sprechi alimentari.
Oltre il 15 percento delle emissioni, circa 9 gigatonnellatte all’anno, è causato dal nostro sistema alimentare: agricoltura industriale, allevamento (in particolare di bovini), produzione di riso, emissioni da fertilizzanti e sprechi alimentari.
Per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 dobbiamo cambiare dalla base il funzionamento dell’agricoltura e del nostro sistema alimentare.
Come? Con un percorso di 5 tappe, 5 risultati che dovremmo impegnarci a raggiungere e che sono realmente realizzabili. Ce li spiega John Doerr nel suo nuovo lavoro “Zero emissioni con Okr – il piano di azione per risolvere il cambiamento climatico” scritto con i contributi di Mary Barra, Jeff Bezos, Bill Gates e Al Gore.
La terra: un potenziale enorme che non stiamo valorizzando
Proprio Gore interviene sulla questione alimentazione e utilizzo dei terreni ricordando che “il terreno scuro è il terreno migliore” perché il suo colore è dato dalla presenza di carbonio. Ed è il carbonio che contribuisce a nutrire tutta la vita del terreno. “Il terreno più scuro conserva meglio l’umidità – continua Al Gore - perché il carbonio crea un reticolo che intrappola l’acqua”. “Il terreno del pianeta contiene 2.500 gigatonnellate di carbonio, oltre tre volte la quantità presente nell’atmosfera. Per raggiungere zero emissioni nette, occorre che il terreno ne assorba ancora di più. Il potenziale è enorme, ma stiamo andando nella direzione sbagliata” spiega Doerr, già autore del bestseller internazionale “Rivoluzione Okr”.
I 5 passi per cambiare la nostra alimentazione e l’utilizzo dei terreni
Entro il 2050, la popolazione globale arriverà a quasi 10 miliardi di persone, rispetto ai 7 di oggi. La crescita della classe media farà aumentare la domanda di carne e prodotti caseari. Per avere cibo a sufficienza per tutti e, al contempo, ridurre le emissioni dovute all’agricoltura, dobbiamo affrontare tutti questi aspetti:
1) Migliorare a salute dei terreni agricoli mediante pratiche che aumentino del 3% il contenuto di carbonio nel topsoil. Accelerando l’adozione di agricoltura rigenerativa, possiamo aumentare il contenuto di carbonio. Applicata a livello generale, questa pratica potrebbe assorbire 2 gigatonnellate di CO2 equivalente ogni anno.
2) Stop all’uso eccessivo di fertilizzanti a base di azoto e sviluppo di alternative più verdi per dimezzare le emissioni entro il 2050. Questa tipologia di fertilizzanti è fonte di 2 gigatonnellate di CO2. Con i nuovi metodi di distribuzione e le tecniche di precisione per stabilire quando e dove spargere il fertilizzante, è possibile ridurre le emissioni senza incidere sulle rese. Inoltre, dobbiamo inventare modi per produrre fertilizzanti senza usare combustibili fossili. Insieme, queste azioni possono dimezzare le emissioni di anidride carbonica e di ossido di diazoto.
3) Favorire le proteine a basse emissioni, ridurre il consumo annuo di carne bovina e prodotti caseari del 25% entro il 2030. Del 50% entro il 2050. È necessario migliorare e diffondere le alternative vegetali e ridurre la domanda di alimenti la cui produzione è legata a forti emissioni. Etichette che indichino l’impronta di carbonio e linee guida dietetiche possono orientare i consumatori verso scelte migliori.
4) Ridurre le emissioni di metano e di ossido di diazoto dovute alla coltivazione del riso del 50% entro il 2050. Occorre quindi riduzione delle emissioni di metano dalle risaie senza rinunciare alla produzione di una quantità sufficiente di riso, alimento base in gran parte del mondo.
5) Ridurre la quota degli sprechi alimentari dal 33% al 10% di tutti i cibi prodotti. A livello mondiale, un terzo di tutto il cibo prodotto oggi va sprecato. Per la maggior parte, finisce nelle discariche, dove genera circa 2 gigatonnellate di emissioni di CO2 e, prevalentemente sotto forma di gas metano. La riduzione degli sprechi alimentari può anche diminuire il carico della produzione: ogni chilogrammo di cibo sprecato è uno sperpero di energia e di acqua.
Quali sono i danni causati, oggi, dall’agricoltura tradizionale?
Con il piano di azione proposto da John Doerr, e quindi con la realizzazione dei cinque punti elencati, si passerà entro il 2050 da 9 a 2 gigatonnellate di emissioni dovute all’agricoltura. Un’evoluzione del sistema di allevamento e di utilizzo dei terreni andrebbe quindi a contrastare tutti i danni che, oggi, sono causati dall’agricoltura tradizionale.
- il topsoil, lo strato superficiale del terreno, è in pericolo. Nell’ultimo secolo, ne è stato consumato ben un terzo.
- l’aratura distrugge il tessuto connettivo del suolo, sconvolgendo l’ecosistema naturale e facendo finire nell’aria anidride carbonica.
- i fertilizzanti, ricchi di azoto, cercano di ottenere una maggiore produttività da questi terreni danneggiati. Inoltre producono 2 Gt di emissioni di CO2 equivalente.
- i pesticidi e gli erbicidi riversano sostanze chimiche nei fiumi e nelle falde freatiche e uccidono microrganismi preziosi.
- l’ossido di diazoto, che viene rilasciato dai fertilizzanti industriali, intrappola il calore con un’efficienza trecento volte superiore a quella della CO e rimane nell’atmosfera per un secolo e più.
L’autore
John Doerr è un ingegnere, un rinomato venture capitalist, il presidente di Kleiner Perkins e l’autore del bestseller internazionale “Rivoluzione OKR”. Da oltre quarant’anni aiuta gli imprenditori a creare aziende solide e innovative. È stato uno dei primi investitori e consigliere di amministrazione di Google e Amazon e ha contribuito alla creazione di oltre un milione di posti di lavoro. Pioniere del movimento Cleantech a Silicon Valley, investe in tecnologie a emissioni zero dal 2006.
Il libro
Zero emissioni con OKR Il piano di azione per risolvere il cambiamento climatico John Doerr - Edizioni Lswr Giugno 2022, 26.90 euro.