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Ricerca Ipsos: 88% dei giovani ha familiarità con la sostenibilità però il 73% non ritiene l'acqua un problema globale
Nasce "Acqua nelle nostre mani @school": progetto di educazione civica in 2.000 scuole italiane.
Prosegue l’impegno di Finish e di “Acqua nelle nostre mani” nella tutela della risorsa acqua in collaborazione con Future Food Institute.
Prosegue anche in questa ultima parte del 2021 l’impegno di Finish, leader italiano nel mercato dei prodotti per la lavastoviglie, al fianco dell’ambiente e della tutela dell’acqua: una risorsa estremamente preziosa per la vita dell’uomo e l’equilibrio del nostro pianeta, assolutamente da non sprecare. Una tendenza, questa, che Finish, in collaborazione con il Future Food Institute, si impegna ormai da anni a contrastare attraverso il progetto “Acqua nelle nostre mani”: un percorso di responsabilità nato con il duplice obiettivo di mantenere alta l’attenzione intorno al bene acqua, attraverso la diffusione di nuovi modelli di comportamento e nuove abitudini di consumo, e di tutelare e salvaguardare le eccellenze agroalimentari del nostro paese, attraverso concreti interventi in favore del territorio.
A questo proposito, a pochi giorni dall’inizio delle scuole, Finish annuncia una nuova ed importante parte di questo progetto, che ha visto il brand impegnato fin dal 2019. Con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani, i leader di domani, sulla tematica e di stimolare una sempre più crescente curiosità e dibattito in merito, Finish arriverà nelle scuole italiane con nuovi materiali e iniziative improntati al risparmio idrico e alla sensibilizzazione sulla scarsità dell’acqua. Nell’ambito, infatti, della riproposizione dell’Educazione Civica nei programmi scolastici, e sotto il cappello previsto dal Ministero dell’Istruzione dello “Sviluppo Sostenibile”, Finish ha strutturato insieme a La Fabbrica un programma didattico-informativo che raggiungerà 2.000 scuole secondarie di primo grado su tutto il territorio nazionale. I ragazzi saranno così coinvolti in prima persona su temi importanti come la prevenzione degli sprechi e il corretto utilizzo della risorsa acqua. Le scuole coinvolte nel progetto riceveranno una guida docenti, che gli insegnanti potranno utilizzare nelle ore di educazione civica per responsabilizzare gli studenti, oltre ad una serie di poster da trasformare in mostra fotografica con immagini evocative, domande e testi dai quali far nascere ragionamenti e dibattito sul futuro dell’ambiente e delle risorse naturali.
La scuola che alla fine del percorso educativo presenterà il miglior progetto a tema acqua riceverà in donazione un orto idroponico, che sarà installato all’interno dell’istituto selezionato e la cui cura spetterà agli studenti. Un premio in linea con quanto affrontato dai ragazzi nei mesi precedenti, oltre che uno strumento ideale per educare a un utilizzo corretto e consapevole dell’acqua, mettendo in pratica le nozioni apprese e consumando fino a un decimo dell’acqua necessaria per la manutenzione di un orto tradizionale.
RICERCA IPSOS: L’IMPEGNO DEI PIU’ GIOVANI AL FIANCO DELL’AMBIENTE
Proprio i giovani sono al centro della ricerca che Finish ha condotto nel 2021 insieme ad Ipsos circa le abitudini degli italiani in materia di tutela, spreco e consumo di acqua. Questa ricerca, svolta su un campione rappresentativo di 1.000 rispondenti, ha evidenziato l’importanza di rivolgersi fin da subito al pubblico più giovane quando si parla di sostenibilità e di ambiente, perché il lavoro da fare è ancora tanto. Ciò, infatti, è dimostrato dal fatto che la fascia più giovane della popolazione (campione di 14-17 anni), pur dimostrando una buona familiarità con il mondo della sostenibilità (88% contro il 91% degli adulti), confessa di avere, su questo tema, delle conoscenze meno approfondite rispetto agli adulti. Solo il 22% dei ragazzi, infatti, si sente ferrato sul tema, mentre il numero tra gli adulti aveva raggiunto il 35%. Più bassa rispetto agli over 18 anche la sensibilità dei giovanissimi verso l’ambiente: solo il 58% si ritiene attento alle questioni ambientali, contro il 66% degli adulti.
I giovani, però, sanno come comportarsi. Secondo gli intervistati, infatti, tra le azioni più importanti per ridurre al minimo il loro impatto ambientale troviamo tanti piccoli gesti quotidiani, realizzati dall’83% degli intervistati. Tra questi: il 68% ha dichiarato di chiudere il rubinetto quando non necessario, il 77% si è detto attento allo smaltimento dei rifiuti in ottica riciclo, il 69% alla riduzione al minimo degli sprechi di cibo e il 66% a quello di acqua. Inoltre, tra i possessori delle lavastoviglie, il 72% ha dichiarato di utilizzarla solo a pieno carico, e il 20% di questi ha smesso di sciacquare i piatti a mano prima di riporli nella macchina. Un’azione, quest’ultima, a doppio filo legata alla preservazione di questa risorsa, contribuendo al risparmio di ben 38L ad ogni lavaggio.
A mancare, però, è la consapevolezza del problema idrico: il 73% dei giovani ritiene che la scarsità d’acqua non sia una questione globale, ma sia piuttosto un problema riguardante specifiche aree e solo in precisi momenti dell’anno. L’11% addirittura non ritiene che l’acqua sia una risorsa a rischio e solo il 16% si è dichiarato preoccupato e pronto a intervenire per arginare il problema. Una simile mancanza di consapevolezza era stata riscontrata anche nella fascia più adulta, con il 70% che non lo riteneva un problema globale e il 9% che non la riteneva una risorsa a rischio in nessun contesto. Tra i settori a maggiore rischio legati a questa tematica, anche i giovani sono concordi a identificare innanzitutto l’agricoltura, con il 55% delle risposte, anche se il 40% di essi vede un impatto diretto non tanto sulle attività produttive, quanto sulla vita di tutti i giorni. Le soluzioni auspicate per evitare il punto di non ritorno sono la riduzione del consumo pro capite (57%), la stigmatizzazione da parte delle istituzioni dei comportamenti scorretti (50%), l’efficientamento idrico da parte dell’industria (50%) e del settore agricolo (34%).
Per concludere, i giovanissimi intervistati hanno dimostrato una certa preoccupazione per quanto riguarda il futuro delle eccellenze agroalimentari italiane, più volte in questi anni tutelate da Finish nel progetto “Acqua nelle nostre mani”. L’82% ritiene che le criticità più grandi deriveranno da problemi legati all’acqua, siano questi eventi climatici estremi (51%), lunghi periodi di siccità (46%) o un insostenibile aumento del fabbisogno da parte dei produttori (40%). Il quadro che emerge dai risultati della ricerca di Finish è pertanto quello di una minore consapevolezza dei giovani sulle tematiche ambientali e di un minor attivismo nella quotidianità. A questo, però, corrisponde una profonda conoscenza, almeno teorica, dei comportamenti e delle azioni più efficaci da adottare e di quali potranno essere gli scenari futuri in caso di immobilismo. Particolarmente interessante, infine, il dato sulla preoccupazione nei confronti delle eccellenze agroalimentari italiane, prova concreta di come i problemi legati all’acqua possano avere un impatto sulla quotidianità e di come il futuro del pianeta coinvolga tutte le sfere delle nostra vita: se non tuteliamo l’ambiente, e non ci impegniamo a proteggere la risorsa idrica, non potremo – in futuro – continuare a godere dei prodotti della terra, con i relativi risvolti sociali ed economici ad esso legati. I giovani, fortunatamente, ne sono consapevoli e pronti ad intervenire.
ECCELLENZE AGROALIMENTARI: L’IMPEGNO DI FINISH AL FIANCO DI FUTURE FOOD INSTITUTE
A questo proposito, nell’ambito del progetto “Acqua nelle nostre mani”, a partire dal 2019 il brand è più volte intervenuto con concreti aiuti in favore dell’agricoltura e delle eccellenze agroalimentari italiane: nel 2020 nel Cilento, a sostegno della coltivazione del Pomodorino Giallo tipico di questa zona, e nel 2021 in Sicilia, nella Valle dell’Etna, a supporto del Limone dell’Etna IGP. In entrambi i casi, grazie alla solida collaborazione con il Future Food Institute, il brand ha raggiunto l’ambizioso obiettivo di preservare milioni di litri d’acqua, garantendo una continuità nelle coltivazioni di questi prodotti:
- nel 2020, a Pollica (SA), Finish si è impegnato in un’opera di rifunzionalizzazione della fonte secondaria di Cannicchio, utile all’irrigazione dei campi e alla conseguente coltivazione del rinomato Pomodorino Giallo del Cilento. Qui, l’intervento ha garantito la tutela di una rilevante quantità di litri d’acqua, di cui 32 milioni per il solo uso agricolo e potabile;
- nel 2021, nella Valle dell’Etna in provincia di Catania, il brand si è invece concentrato sulla coltivazione del Limone dell’Etna, prodotto iconico per il nostro paese, recentemente riconosciuto come IGP. In questa occasione, Finish ha lanciato una sfida tra start up, con l’obiettivo di individuare la miglior tecnologia possibile in un’ottica di risparmio idrico nelle coltivazioni. In questo caso, la preservazione della risorsa mira a raggiungere i 100 milioni di litri entro la fine dell’anno in corso.
COSMOPOLITES: UN PROGETTO PER I GIOVANI, VERSO IL 2022
L’attenzione del brand nell’ambito del progetto “Acqua nelle nostre mani” verso i giovani ha una storia già radicata. Proprio nel 2021, e sempre in collaborazione con Future Food Institute, Finish ha preso parte a Cosmopolites, un grande progetto di educazione civica gratuito capace di coinvolgere 29.000 studenti e insegnanti delle scuole secondarie. I ragazzi partecipanti si erano allora dovuti cimentare in un Hackathon per “Progettare il futuro” attraverso varie challenge, una delle quali riguardava proprio la risorsa acqua e il suo essere a rischio. Cosmopolites è stato un importante mezzo per portare tra i più giovani il messaggio di “Acqua nelle nostre mani” e aumentare la loro sensibilizzazione in materia di scarsità idrica. L’edizione 2021/2022, alla quale Finish guarderà nuovamente con grande attenzione, avrà come tema “Protagonisti nella transizione – Dare voce alle opportunità del futuro, che intende approfondire i temi più urgenti in questo periodo inedito: la transizione ecologica e il Next Generation EU. Cosmopolites 2022 sarà quindi un’opportunità, alla luce di quanto appreso dalla ricerca e dall’esperienza al fianco delle eccellenze agroalimentari italiane, per fare un altro passo in direzione di una piena consapevolezza da parte dei ragazzi della fragilità dell’acqua e dell’importanza delle buone (e quotidiane) pratiche per la sua tutela.