Nicola Mamo
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Moda e sostenibilità: 50 aziende della filiera italiana insieme per la decarbonizzazione
Cinquanta aziende italiane della filiera della moda hanno intrapreso un percorso di decarbonizzazione aderendo al programma 4S PLANET, che monitora e riduce l’impatto delle attività produttive su materie prime, energia e logistica.
Il settore, responsabile di una quota significativa delle emissioni globali (tra il 2% e l’8%), sta passando dalle parole ai fatti attraverso iniziative concrete come il ritorno della produzione in Italia, l’uso di trasporto navale, l’installazione di pannelli solari e l’elettrificazione dei processi.
Francesca Rulli, ideatrice di 4sustainability® e co-founder di YHub, sottolinea: “I progetti di decarbonizzazione sono al centro delle strategie virtuose di molti brand, che ora devono premiare i fornitori più sostenibili anche dal punto di vista economico.”
Quattro Aree di Intervento per il Cambiamento
Le aziende coinvolte stanno implementando azioni in quattro ambiti principali:
- Ripensare l’approvvigionamento: privilegiare aree meno vulnerabili ai cambiamenti climatici per garantire continuità produttiva.
- Innovare macchinari e impianti: ottimizzare i processi produttivi per ridurre sprechi e costi, trasformando la sostenibilità in un vantaggio competitivo.
- Convertire le fonti energetiche: sostituire il gas metano con energia elettrica da fonti rinnovabili, installando pannelli fotovoltaici e collaborando con fornitori di energia verde.
- Trasformare la logistica: promuovere il reshoring e l’uso di trasporto navale per ridurre l’impatto ambientale rispetto al trasporto aereo.
Il Ruolo dei Brand e la Giustizia Climatica
Un elemento chiave del programma è il monitoraggio continuo delle emissioni, tradotto in un punteggio che va da “Basic” a “Excellent” nel framework 4sustainability. Attraverso il passaporto digitale di prodotto (DPP), i consumatori potranno accedere a informazioni trasparenti sulle caratteristiche ambientali dei prodotti, incluse le emissioni di gas serra.
Tuttavia, Rulli evidenzia una sfida cruciale: “Mentre i brand richiedono dati dettagliati sugli aspetti ambientali, pochi valorizzano economicamente i materiali a basso impatto climatico. È necessario che i brand assumano un ruolo di apripista, contribuendo economicamente al cambiamento di sistema.”