Nicola Mamo
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Ghiacciai e crisi climatica: I dati del report di Legambiente
In occasione della Giornata Internazionale della Montagna, Legambiente ha presentato a Milano, presso l’Università Bicocca, il report "Carovana dei Ghiacciai".
L’associazione, in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano e CIPRA Italia, ha fatto il punto sulle condizioni critiche dei ghiacciai alpini e della biodiversità a causa della crisi climatica.
I dati del report
Il 2024 si chiude con un bilancio negativo per le Alpi. I ghiacciai alpini continuano a perdere massa e arretrare a un ritmo preoccupante. Tra i dati più significativi:
- Il Ghiacciaio Adamello, secondo per dimensioni in Italia, ha registrato una perdita di spessore di 3 metri nel settore frontale, con effetti di fusione fino a 3100 metri di quota.
- Altri ghiacciai, come il Careser e i ghiacciai della Vedretta Lunga e della Vedretta di Ries, hanno visto riduzioni dello spessore comprese tra 1,5 e 2 metri.
- Eventi meteorologici estremi, 146 nel 2024, hanno contribuito a peggiorare la situazione, con la Lombardia come regione più colpita (49 eventi), seguita da Veneto (41) e Piemonte (22).
Impatti su flora e fauna
La fusione dei ghiacciai ha conseguenze dirette sulla biodiversità. "La crisi climatica cambia il volto di montagna e ghiacciai, mentre la biodiversità cerca con fatica di riadattarsi," ha dichiarato Legambiente. Specie come camosci, ermellini, lepri bianche e piante come l’Artemisia genipi e il ranuncolo dei ghiacciai sono a rischio a causa della riduzione degli habitat.
Le proposte di Legambiente
Per affrontare questa emergenza, Legambiente ha presentato 12 proposte per una road map europea da attuare già nel 2025, Anno Internazionale dei Ghiacciai. Tra le priorità:
- Avviare un monitoraggio costante degli ambienti glaciali e delle aree proglaciali.
- Promuovere piani di adattamento e mitigazione climatica.
- Raggiungere l’obiettivo di tutelare almeno il 30% del territorio alpino entro il 2030.
"Ignorare quanto sta accadendo in alta quota significa esporre il nostro pianeta a rischi insostenibili," ha sottolineato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. "È necessario e urgente lavorare sulle politiche di mitigazione e adattamento."