Fabrizio Vallari
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Zalando presenta i criteri progettuali di circolarità ai brand
Negli ultimi due anni Zalando ha costruito le fondamenta della circolarità.
Come indicato dal Sustainability Progress Report del 2021, l’obiettivo è di estendere la vita di 50 milioni di prodotti di moda entro il 2023. Laura Coppen (nella foto), Head of Circularity a Zalando, spiega i nuovi Criteri Progettuali di Circolarità introdotti dall’agenzia di Berlino, circular.fashion, che permetteranno la standardizzazione di prodotti ideati per la circolarità dai 5,800 brand partner presenti sulla piattaforma Zalando, consentendo in tal modo ai 48 milioni di clienti di scoprire prodotti più sicuri, duraturi e riciclabili.
Perché il design circolare è necessario nel settore della moda?
Il design circolare è necessario nel settore della moda perché la fase di progettazione e produzione del ciclo di vita di un prodotto ha un fortissimo impatto ambientale. Tutto in questa prima fase, dalla scelta dei materiali fino ai processi produttivi, può portare a conseguenze drammatiche per l’ambiente, con potenziali ripercussioni sull’intero ciclo di vita dei prodotti, nello specifico su come vengono utilizzati, come sono riutilizzati, come generalmente non vengono riciclati (sebbene dovrebbero). Grazie all’applicazione dei Criteri Progettuali di Circolarità, tuttavia, si permette ai designer di cambiare il modo in cui danno vita ai prodotti e si definisce così un quadro chiaro per i brand intenzionati a vendere e promuovere questi prodotti sulla nostra piattaforma. Se si osserva più attentamente dove l’industria della moda si colloca in relazione alla circolarità, negli ultimi anni è nettamente migliorata la conoscenza di cosa l’economia circolare può offrire al mondo dell’industria e in particolar modo al settore della moda. Nuovi modelli di business si stanno diffondendo sempre più rapidamente, come il commercio online dell’usato, la moda a noleggio e le infrastrutture di riciclo. L’ultimo tassello mancante è proprio quello del design circolare. Quest’ultimo richiede una significativa riqualificazione non solo dei designer, ma anche di tutta la catena di produzione con lo scopo ultimo di rivoluzionare il processo di realizzazione deii prodotti. Per esempio, se i prodotti sono pensati per durare a lungo, sosterranno meglio modelli di business circolare, come la moda a noleggio e l’assortimento di prodotti di seconda mano, che funzionano bene con capi destinati ad avere più vite passando di proprietario in proprietario. Non si può dare vita alla circolarità con un unico modello di business: è necessario un approccio olistico ed è proprio questa la strategia di Zalando.
In che modo Zalando ha collaborato con circular.fashion per risolvere questo problema?
La collaborazione tra Zalando e circular.fashion dura da svariati anni. Più recentemente, si è focalizzata sullo sviluppo della collezione redeZIGN di Zalando, per la qualel’azienda ha offerto una formazione condotta da circular.fashion a più di 200 colleghi, tra cui i designer della collezionee i buyer, e ha testato i Criteri Progettuali di Circolarità in modo tale da renderli modulari e disponibili per tutti i brand. Zalando ha adattato i criteri proposti da circular.fashion ai Criteri di Sostenibilità già esistenti e ha fornito così ai brand un’uniformità in termini di requisiti, mantenendoli accessibili a tutti (ad esempio, focalizzandosi sui materiali più utilizzati).
Qual è la differenza tra un prodotto sostenibile e un prodotto circolare?
I criteri sono stati concepiti sulla base di tre strategie coerenti con le linee guida del design circolare della Fondazione di Ellen MacArthur. La Strategia 01 consiste nel fatto che i materiali utilizzati per i prodotti siano sicuri, riciclabili e/o rinnovabili; la Strategia 02, invece, attesta che i prodotti siano realizzati per durare di più, essere riparabili ed eventualmente dotati di passaporti digitali per il monitoraggio attraverso modelli di business circolare; la Strategia 03, infine, si concentra sul fatto che questi prodotti sono ‘fatti per essere usati di nuovo’, ovvero per essere riciclati o rigenerati in nuovi materiali quando raggiungono la fine del ciclo di vita. Ognuna di queste strategie si suddivide in criteri specifici da soddisfare diversamente qualora si stia portando a compimento un MINIMO o MIGLIORE livello, per esempio certificati obbligatori come la sicurezza chimica (ZDHC MRSL), cotone biologico (GOTS), materiali riciclati (GRS, RCS) etc.; numero limitato di fibre al massimo di tre tipi; o una dichiarazione del riciclatore che attesti che il prodotto contiene principalmente fibre riciclate post- oppure pre-consumo. Un prodotto più sostenibile (e i nostri esistenti criteri di sostenibilità) si focalizza tendenzialmente sul primo tassello del puzzle, ovvero assicurarsi che i capi siano realizzati da materiali sicuri, riciclati e rinnovabili. Il design circolare offre, invece, uno sguardo globale sul ciclo di vita dei prodotti, direzione verso la quale l’industria della moda dovrebbe indirizzarsi. Per i nostri clienti questo significa poter scoprire e comprare un prodotto realizzato da materiali certificati, resistente nel tempo, e destinato - auspicabilmente - ad avere un valore di rivendita maggiore proprio per il fatto che la durabilità persiste attraverso una serie di cicli di vita di proprietà. Infine, i clienti possono essere certi che il prodotto finisce sempre per diventare un nuovo prodotto o materiale di riciclo. Questo punto è di particolare rilevanza se si tengono in considerazione i principi dell’economia circolare, ovvero l’eliminazione di sprechi e inquinamento, la circolazione di prodotti e materiali (al loro massimo valore possibile) e la rigenerazione dei sistemi naturali.
Questi criteri saranno utilizzati solo per Zalando e per le sue etichette?
Assolutamente no. Zalando vuole presentare questi criteri ai brand partner nei prossimi mesi in modo tale che gli effetti positivi previsti possano raggiungere una maggiore portata. Per fare questo, Zalando ha sperimentato queste novità prima per le proprie etichette in modo da avere un feedback globale dai brand e dai riciclatori. Inoltre, è stato consultato anche ilil nostro team di relazioni pubbliche per allinearci con le imminenti regolamentazioni ed assicurarci che i criteri siano conformi ad esse. Queste conversazioni hanno permesso alla nostra azienda di ottimizzare certi elementi dei criteri, di adottare un approccio industriale collaborativo, rafforzato anche dal fatto che Zalando non si sta muovendo da solo. Così ha operato Zalando lo scorso anno: ora si è sul punto di presentare queste misure a tutti i brand presenti sulla piattaforma. Zalando è felice dell’opportunità per i nostri brand partner di testare tutto ciò. Molti dei nostri brand, infatti, stanno già sperimentando i principi di circolarità nei loro processi di progettazione. Nei prossimi mesi il nostro focus sarà consentire loro di applicare i criteri ed aggiornare l’esperienza digitale così da rispecchiare queste nuove misure.
Questi criteri come si allineano con la Strategia Tessile dell’UE?
La strategia tessile dell’UE è stata lanciata alla fine del mese scorso. Zalando ha accolto con entusiasmo la pubblicazione della proposta di regolamentazione dell’ecodesign (, poiché sarà un passo decisivo nell’introduzione di un quadro generale per l’eco-progettazione dei prodotti e, pertanto, nella creazione di linee guida comuni ed affidabili inerenti ai requisiti necessari per i brand di moda attivi in Unione Europea. I Criteri Progettuali di Circolarità sono un elemento essenziale perl’inserimento in tutto il settore di standard di sostenibilità ambientale in linea con la proposta dell’UE. Zalando vuole contribuire attivamente allo sviluppo di questi criteri europei rivoluzionari per il mondo della moda. Inoltre, Zalando crede che la digitalizzazione delle informazioni di sostenibilità dei prodotti sia la chiave di volta che incoraggerà i consumatori a comprare in modo più sostenibile, e, dunque, adotterà con piacere il Passaporto Digitale per i tessuti, come già implementato nellacollezione redeZIGN. Nei criteri la presenza del passaporto digitale del prodotto presente sul prodotto stesso è parte di un livello MIGLIORE. Al livello MINIMO, questo dato è ancora opzionale.
Quali sono gli sviluppi futuri?
Al momento i brand possono soddisfare i criteri sulla base di un’autodichiarazione, proprio perché non sussistono ancora a livello settoriale standard per la progettazione circolare, ad eccezione dell’approccio “C2C - progettazione rigenerativa” - già accettato come parte integrante delle misure di sostenibilità. Esistono ad oggi certificazioni e standard per il primo principio riguardante materiali e processi produttivi, ma non ancora per la durabilità e la riciclabilità: è un punto a cui circular.fashion sta lavorando. Oltretutto, questi criteri sono applicabili solamente alla categoria abbigliamento, ma sarebbe interessante scoprire come possano funzionare per creare altri criteri progettuali per altri prodotti, come, per esempio, le calzature. Zalando adotterà un approccio simile a quello proposto dai principi della Fondazione di Ellen MacArhur, traslandoli nella progettazione di scarpe. A tal proposito, Zalando fa già parte di alcuni gruppi di lavoro: uno di questi è Accelerated Circularity (Circolarità Accelerata) caratterizzato da un flusso di realizzazione di scarpe, incentrato sulla loro classificazione, smontaggio e riciclo.