Acer EMEA accelera sulla decarbonizzazione della catena di approvvigionamento: dalle −274 t di CO₂ nel 2023 a un target di −2.470 t entro fine 2025, combinando modalità di trasporto a minore impatto, carburanti alternativi e misurazione puntuale delle emissioni per singola spedizione.
Il piano di riduzione poggia su tre assi: avvio di tratte con camion elettrici, uso di biocarburanti certificati e adozione di strumenti interni di tracking delle emissioni. La strategia privilegia il trasporto marittimo rispetto all’aereo, riducendo il mix mare–aria e riequilibrando la componente terrestre. «La scelta della modalità di trasporto incide su costi e impatto ambientale; per questo bilanciamo efficienza ed emissioni lungo l’intera filiera», sottolinea Riccardo Bernasconi.
Nei Paesi Bassi sono partite le prime tratte con camion elettrici per la distribuzione regionale, con benefici diretti sulle emissioni locali e sulla qualità dell’aria in area urbana. In parallelo, i progetti con il partner logistico prevedono l’impiego di Hydrotreated Vegetable Oil (HVO) e altri biocarburanti nelle tratte stradali selezionate, mentre in ambito marittimo si ricorre a Sustainable Marine Fuel (SMF) per riduzioni fino a soglie tecniche oggi considerate tra le più avanzate del settore.
Uno strumento interno consente di associare a ogni spedizione il relativo dato emissivo, abilitando interventi correttivi su percorsi, lotti, saturazioni e modalità. Il monitoraggio continuo permette di confrontare scenari (es. elettrico vs diesel, HVO vs fossile) e di rendicontare i risultati con un approccio comparabile nel tempo. La governance economica prevede il reinvestimento di risparmi e penali contrattuali in nuove iniziative green, a garanzia di continuità finanziaria dei progetti.
La rete EMEA gestisce volumi elevati (migliaia di TEU via mare e Full Truckload (FTL) via terra ogni anno) con origine prevalente in Asia e destinazioni europee. Eventi geopolitici e logistici, come la crisi del Canale di Suez, possono aumentare i costi del 25–30% e spostare l’impronta ambientale: da qui la preferenza per rotte marittime ottimizzate e il contenimento dell’aereo, con ricorso a combinazioni alternative solo quando strettamente necessario.
La collaborazione con il system integrator logistico e con enti accademici supporta sperimentazioni su carburanti, ottimizzazione dei carichi e modelli di previsione della domanda. «Collaborazione e trasparenza sono fattori chiave per trasformare impegni ESG in azioni concrete», osserva Ave Stella Maris Crotti, Sustainability Manager del partner logistico.
Sul fronte after-sales, l’azienda aumenta la disponibilità di ricambi in vista della normativa europea sul Right to Repair, con processi dedicati alla gestione e alla rotazione delle parti. Il laboratorio interno di riparazione delle schede madri consente la sostituzione dei componenti difettosi e la reimmissione nel ciclo produttivo, riducendo rifiuti e impatto complessivo. «La sostenibilità è parte della nostra cultura: promuoviamo anche soluzioni quotidiane che favoriscono scelte a minore impatto», commenta Trivikram Jayacham, EMEA HR Senior Director.