Redazione GreenRetail
Visite: 545
Redazione GreenRetail
Visite: 545
- Information
- Persone & Imprese
Germinal: un polo del bio al servizio della sostenibilità
L’obiettivo è ridurre del 75%, entro il 2030, l’utilizzo della plastica.
Il Gruppo di Castelfranco Veneto, specializzato in prodotti alimentari biologici, funzionali e salutistici si lascia alle spalle un 2021 fatto di sfide e di altrettante soddisfazioni: prima il cambio di denominazione giuridica della sua capogruppo Mangiarsano in Società Benefit, poi la certificazione B-Corp e, infine, l’acquisizione del pastificio biologico AstraBIO. Senza contare i numerosi lanci di prodotto che ogni anno fanno di Germinal Bio una realtà dinamica e sempre al passo con le tendenze healthy dell’alimentare. Anche il 2022 inizia nel segno di una sostenibilità a tutto tondo che guarda al benessere della società e del pianeta.
Continuano gli investimenti di Germinal Bio per trovare alternative di packaging che prevedano una riduzione progressiva della plastica. Oltre all’utilizzo di confezioni solo 100% riciclabili, dal 2019, i sacchetti interni di molti prodotti sono stati sostituiti da un materiale biodegradabile e compostabile, certificato Ok Compost secondo la norma europea Uni En 13432. Anche i packaging secondari in flowpack sono stati in gran parte rimpiazzati con astucci in carta. Queste scelte hanno permesso, dall’inizio del progetto ad oggi, una riduzione del consumo di oltre 45 tonnellate di plastica, di cui 20 solo nell’ultimo biennio.
Per Germinal, anche la scelta di quale carta impiegare, non è mai un fattore marginale. In azienda si è scelto di utilizzare solo carta vergine al 100% proveniente da foreste gestite responsabilmente, perché, rispetto alla carta riciclabile richiede minori quantità di energia per essere prodotta (e non sempre proveniente da fonti rinnovabili) e, a parità di dimensioni, pesa meno, riducendo così sensibilmente l’impatto sui trasporti. Anche la stampa dei packaging avviene con l’impiego di inchiostri vegetali food grade che rispettano la natura. Grazie a questo percorso, l’azienda utilizza -30% di carta e -60% di plastica ogni anno, e s’impegna, da qui al 2030, a ridurre almeno del 75% la plastica da tutti i packaging.
La predisposizione di un impianto di pannelli fotovoltaici sui 5.000 metri quadrati del tetto dello stabilimento garantisce una copertura fino al 75% del consumo interno di energia. Per il restante fabbisogno, Germinal Bio ha scelto di sostenere un costo aggiuntivo per ogni Kw/h per poter acquistare energia proveniente totalmente da fonti rinnovabili, certificata da GREENER.
«La sostenibilità, ambientale e sociale, non è un per noi un fatto di moda da cavalcare o una forma di nuova consapevolezza. – dichiara Emanuele Zuanetti (nella foto), Ceo e fondatore del Gruppo Germinal – È una vocazione molto chiara e insita nel nostro dna da quando l’azienda ha visto la luce. Per noi, sensibilità verso uno stile di vita ecosostenibile, attenzione al territorio e alle sue risorse, oltre che trasparenza e responsabilità per le persone e le comunità con le quali interagiamo, rappresentano un sistema di valori con i quali poter ispirare un cambiamento».
E il cambiamento inizia proprio all’interno dell’azienda stessa, dove vige un Codice Etico e Sostenibile affinché tutti i dipendenti, collaboratori e fornitori siano, anche con piccole practice quotidiane, i primi responsabili di un comportamento rispettoso dell’ambiente. Si parte dall’eliminazione di qualsiasi oggetto monouso in plastica e all’utilizzo, nel reparto produttivo, di indumenti da lavoro in cotone anziché usa e getta, distribuiti al personale attraverso un sistema automatizzato che ha ridotto significativamente le perdite e il numero di capi lavati e ha permesso di rinunciare a 32.000 sacchetti di plastica all’anno. Il 2022 si prefigura, dunque, all’insegna della continuità, della coerenza e dell’impegno verso un modello di business virtuoso e capace di rispettare gli alti standard di performance sociale, ambientale ed economica.