Nicola Mamo
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SAFE: andare oltre il green per una filiera circolare
In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2025, SAFE – hub italiano dei consorzi per le economie circolari – lancia un appello alle imprese per un impegno attivo nella lotta all’inquinamento da plastica, con particolare attenzione a quella “invisibile” contenuta nei RAEE.
Il messaggio è chiaro: la sostenibilità non può fermarsi alla compliance normativa, ma deve diventare parte integrante della strategia industriale.
Secondo dati UNEP, l’80% della plastica prodotta nel 2024 è diventata rifiuto entro pochi giorni. Oltre 300 milioni di tonnellate sono state disperse nell’ambiente, 20 milioni delle quali nei bacini idrici. Il problema si aggrava con le microplastiche, difficilmente intercettabili, che contaminano acqua, aria e suolo.
Giuliano Maddalena, Direttore di SAFE, rilancia la necessità di “scelte industriali coraggiose” basate su trasparenza e innovazione. A questo scopo nasce Oltre il Green, movimento apolitico promosso da SAFE per aggregare aziende virtuose che vanno oltre gli obblighi di legge e adottano pratiche concrete di economia circolare. “Non uno slogan, ma un modello operativo basato sull’esempio e sulla simbiosi industriale.”
Un caso emblematico è rappresentato da Olimpia Splendid, azienda italiana della climatizzazione. Grazie a una partnership con Stena Recycling e i consorzi SAFE, i climatizzatori Unico Evo-F e Next-F sono stati realizzati con plastica riciclata post-consumo proveniente da RAEE, testata dal Politecnico di Milano e certificata da KIWA. Il progetto dimostra la possibilità concreta di ottenere materiali performanti anche da plastiche complesse, in un’ottica di circolarità certificata.
Elemento chiave della strategia SAFE è Ecoguard, sistema di tracciabilità attivo dal 2011 che monitora la filiera RAEE, garantendo affidabilità, conformità ambientale e trasparenza dei flussi. A ciò si affianca un protocollo di legalità per prevenire infiltrazioni criminali, adottato dal 2017 e ancora oggi unico a livello europeo nel settore.
SAFE non punta solo alla governance tecnica, ma anche alla formazione. Con il progetto Tempi di Recupero, giovani e famiglie vengono sensibilizzati sulla corretta gestione dei rifiuti tecnologici, promuovendo conferimenti consapevoli e accesso a filiere certificate.
“Il libero mercato può salvare il mondo – sostiene Maddalena – se la competizione si sposta sull’innovazione ambientale, sulla trasparenza e sulla qualità dei processi. Le imprese che scelgono Oltre il Green non aspettano l’obbligo: agiscono prima, per fare la differenza.”
Attiva dal 2006, SAFE raggruppa oggi quattro consorzi (Ecoped, Ridomus, Ecopower e Pneulife) e coordina anche progetti nel tessile (TWM) con partner come Retex.Green e Re.Crea. Le oltre 1.000 aziende aderenti dispongono di un sistema integrato per la gestione responsabile dei rifiuti, con tracciabilità completa e supporto operativo nella transizione verso modelli industriali sostenibili.