Michele Pacillo
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Rapporto WWF: con i giusti investimenti meno 70% di emissioni di CO2 nel settore siderurgico
Secondo il nuovo Rapporto del Wwf dedicato al settore siderurgico, investire su idrogeno verde, elettricità da fonti rinnovabili e tecnologia Direct reduced iron permetterebbe di abbattere le emissioni.
Tre possibili scenari di abbattimento delle emissioni di CO2 nella produzione di acciaio, primario e secondario, nel nostro Paese. E’ quanto identificato dal rapporto commissionato dal Wwf all’Università di Trieste, “Il settore dell’acciaio in italia: criticità ed opportunità”, che offre una panoramica del settore. A livello mondiale, sottolinea il documento, la produzione di acciaio è responsabile del 7,2% delle emissioni globali di CO2 ed è in costante aumento. Data l’importanza del prodotto nei diversi settori di utilizzo è probabile che la tendenza proseguirà in futuro, anche se probabilmente con ritmi di crescita più contenuti.
Le attuali tecnologie
Le opzioni tecnologiche ad oggi disponibili per decarbonizzare il settore possono essere suddivise in due tipologie: quelle incentrate sull’aumento dell’efficienza dei metodi di produzione e quelle che sostituiscono le tecnologie tradizionali di produzione. Nel breve termine le principali strategie di decarbonizzazione si concentrano sulla diminuzione dei consumi energetici, sull’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e fonti bio-based per la produzione di calore. La riduzione dei consumi energetici è un primo passo verso il miglioramento del settore ma gli attuali impianti rinnovabili delle aziende siderurgiche italiane non sono sufficienti a coprire i consumi complessivi, pertanto, risultano poco credibile come azione di decarbonizzazione. Occorrerebbe, continua il report, un’azione forte e determinata del governo per incentivare le nuove tecnologie.
Gli scenari futuri
Il Rapporto descrive tre scenari futuri per la decarbonizzazione del settore siderurgico: conservativo, prospettico e auspicabile. Per ogni scenario si considera la stessa quantità di acciaio prodotto, 25 Mton, di cui 18 Mton (72%) deriva dalla fusione di rottame (tramite forno elettrico ad arco, in inglese electric arc furnace, Eaf) e 7 Mton (28%) da produzione di acciaio primario. Per ogni scenario vengono descritti il mix di tecnologie utilizzabili, le riduzioni complessive di gas climalteranti, gli investimenti richiesti e i livelli occupazionali generabili (vengono stimate circa 52mila occupati).
Per ogni approfondimento: Il settore dell’acciaio in italia: criticità ed opportunità