Fabrizio Vallari
Innovazione & Ricerca
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La transizione ecologica non può prescindere da una gestione efficiente dei rifiuti
Come trasformarli in risorsa? E Ancora prima, come ridurre l’impatto del packaging?
E' la riflessione alla base del terzo incontro del ciclo di webinar promossi da Planet Life Economy Foundation (PLEF) e Green Retail, che si è tenuto mercoledì 21 Settembre scorso, presso la sede di PLEF a Milano.
Al centro, appunto, il tema del packaging. Numerosi gli ospiti ad animare l’evento, moderato dal direttore editoriale di Green Retail Fabrizio Vallari; Valentina Quaglietti, Project Manager di Nomisma; Davide Cavero, Private Label Manager di Unes Supermercati; Antonio Candeliere, Direttore Ricerca & Sviluppo Cerichem Biopharm; Paola Monica Dimaggio, PL Manager & Sustainability Coordinator Penny Italia; Filippo Rossi, co-founder e Consigliere Delegato di Biopap®.
Nel corso del primo intervento, Valentina Quaglietti ha mostrato i risultati di una ricerca di mercato condotta dall’Osservatorio di Nomisma con al centro il tema della ‘Sostenibilità tra la crisi del mercato delle materie prime e il conflitto ucraino’. «L’alto tasso di inflazione, trainato dall’aumento esponenziale del prezzo delle materie prime (gas su tutti) dall’inizio del conflitto in Ucraina ha portato ad una revisione sulle previsioni di crescita economica del paese, con conseguente contrazione del Pil e dei consumi - ha sottolieato Quaglietti. Ma nel fare di necessità virtù, i cittadini si mostrano più attenti a ridurre gli sprechi, all’interno di un’ottica più generale di risparmi: un aiuto al portafoglio e anche all’ambiente. Attenzione all’ambiente anche per l’acquisto di prodotti alimentari: un quarto del campione ritiene che le caratteristiche del packaging (riciclabilità, plastic free) siano importanti per la scelta. Il 57% degli italiani dichiara di aver acquistato nell’ultimo anno almeno un prodotto alimentare di un brand diverso dal solito perché non aveva un pack sostenibile».
Per oltre una persona su due è fondamentale che il prodotto non abbia overpackaging. E' diffusa anche la sensazione che servano etichette più chiare per valutare la sostenibilità dei prodotti acquistati. Circa la certezza della riciclabilità e le modalità di conferimento (solo il 10% del campione ritiene di avere tutte le informazioni).
Dal punto di vista della Gdo, prezioso l’intervento di Davide Cavero, Private Label Manager di Unes Supermercati. L’azienda, nata nel 1967 dall’unione di sette piccoli negozi al dettaglio, conta oggi 137 store fisici tra Piemonte, Lombardia, ed Emilia Romagna. «Crediamo in una visione di sostenibilità a 360 gradi, che favorisca un ambiente di lavoro inclusivo e appagante, che generi output positivo sulla comunità locale anche prediligendo l’offerta di una vasta gamma di prodotti a chilometro zero a beneficio dei produttori locali e dell’ambiente» ha spiegato Cavero. Per Unes il packaging, oltre a dover custodire ‘tratti’ sostenibili, può tradursi in uno strumento di creazione di engagement del consumatore verso tematiche di sostenibilità (Progetto Zero). Ma come comprendere su quali messaggi puntare per fare leva sulla sensibilità dei consumatori, in un contesto in continua evoluzione, dove le nuove generazioni in particolare sono portatrici di nuovi valori di riferimento?
A rispondere interviene Paola Monica Dimaggio, PL Manager & Sustainability Coordinator in Penny Italia: «Il nostro approccio alla sostenibilità si basa su tre principi fondamentali: ’innovazione’, con una linea di prodotti green della marca privata in continua espansione, dimostriamo il nostro impegno verso la transizione ecologica; ‘rispetto’, dei criteri di sostenibilità nella costruzione di magazzini e punti vendita; ‘sostegno’ ai lavoratori con percorsi di crescita personale e professionale e alla comunità in un ‘contesto di vicinanza’». Penny rafforza il suo impegno per l’ambiente con l’introduzione della linea GREEN NO FOOD, con prodotti green ecosostenibili per la cura della persona e della casa, con certificazione ecolabel.
In rappresentanza di Cerichem Biopharm, realtà pugliese specializzata nella produzione di disinfettanti e presidi medico chirurgici, che negli anni ha traslato le sue competenze ,maturate nel mondo della sanità e della farmacia , anche nel mercato del cura case e cura persona aprendo una divisione per il largo consumo era presente Antonio Candeliere, Direttore Ricerca & Sviluppo dell’azienda che con la trasparenza e lo spirito di condivisione promosso dall’impresa ha parlato di un progetto in sviluppo, prossimo al lancio sul mercato e fortemente innovativo per la soluzione di packaging. Il progetto - denominato NECO - nasce dalla necessità di sperimentare un confezionamento che rimpiazzi la plastica .La soluzione prospettata è semplice grazie alla carta e alle sue fibre naturali provenienti da foreste certificate, materiale che consente un riciclo semplice alla portata di tutti e che taglia considerevolmente le emissioni per l’abbandono dei contenitori in plastica. A ciò si aggiunge l’dea di adottare un originale formato a cono, di varie dimensioni in funzione dei quantitativi da contenere ma con vantaggi sorprendenti nello stivaggio e movimentazione, nella stampa e comunicazione del prodotto offerto, della sua ricaricabilità ed infine nell’erogazione come un dosatore che consente di evitare gli sprechi. La sperimentazione condotta su vari liquidi del cura casa (detergenza) e del cura persona (shampo, bagni schiuma) è già stata completata ed ora l'azienda sta spostando le sue priorità sulla parte impiantistica per consentire la finalizzazione di una strategia da un lato per i propri marchi sul mercato, dall’altro per la prospettiva di produttore per conto del retail ma anche per forniture d’impianto e packaging alle industrie interessate a questa soluzione innovativa. Una soluzione di design che ha già attratto l’interesse del museo e della mostra permanente del design a Milano durante il Fuori Salone del mobile 2022.
Ultimo ma non per importanza l’intervento di Filippo Rossi, co-founder e Consigliere Delegato di Biopap, azienda produttrice di contenitori alimentari a basso impatto ambientale. Caratteristiche peculiari di questi prodotti il fatto di essere biodegradabili, compostabili, e riciclabili. Diversi i campi applicativi, dal catering scolastico a quello ospedialiero o aziendale grazie all’ampio range di temperature a cui i contenitori possono essere sottoposti. «La materia prima proviene da foreste certificate la cui crescita avviene naturalmente, preservando la biodiversità» ha spiegato Rossi aggiungendo che quando si sceglie di smaltire il prodotto via ‘compost’, lo si riutilizza poi in agricoltura nelle stesse aree dove viene prodotto, generando di conseguenza forti vantaggi economici e ambientali per le comunità locali di riferimento. Per le aziende invece, il fatto di poter conferire il confezionamento nella porzione umida dei rifiuti genera una riduzione dei costi di smaltimento".
In conclusione le parole di Emanuele Plata, co-fondatore e consigliere PLEF, con uno stimolo ad agire per le aziende della Gdo. «Grandi realtà distributive come Penny e Unes hanno un forte peso sul mercato e con le loro scelte sono in grado di comunicare un posizionamento specifico, anche su temi quali la sostenibilità, al cittadino consumatore che si mostra più maturo rispetto ad un tempo. In quest’ottica la Gdo può indicare la strada a piccole-medie imprese di fornitori, che hanno le capacità e la tenacia per accelerare la transizione».
Per vedere l'intera registrazione del webinar - https://greenretail.news/video/trasformare-i-rifiuti-in-risorsa-e-ridurre-limpatto-del-packaging.html