Fabrizio Vallari
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Fumagalli: una filiera 100% di proprietà, etica e sostenibile
E' tra i pochi produttori di salumi a controllare l’intera filiera della carne, impegnandosi a migliorare le condizioni di allevamento di scrofe e suini.
Da oltre dieci anni Fumagalli Industria Alimentari attua un protocollo che prevede più̀ spazio per i suini all’ingrasso, maggior comfort con lettiere in paglia, un sistema ruspante con l’eliminazione delle gabbie e di fattori di stress, oltre all’allattamento libero e allo svezzamento tardivo. Tutto nell’ambito di una filiera al 100% di proprietà, che si ispira ai concetti del benessere animale e dell’uso responsabile del farmaco. Come ha attestato anche l’associazione Essere Animali - che si batte per una produzione alimentare più sostenibile e per il benessere animale - nell’analisi condotta lo scorso anno analizzando le comunicazioni pubbliche di alcuni grandi produttori di salumi.
“La nostra è un’azienda cresciuta nel tempo. Oggi vantiamo un fatturato di 45 milioni come Fumagalli Industria Alimentari, mentre come gruppo Fumagalli siamo sui 70 - commenta Pietro Pizzagalli, pronipote del fondatore della Fumagalli e Direttore Generale, che nel 2020 è stato insignito del Premio “Allevatore dell’anno” della rivista Informatore Zootecnico “per aver messo in pratica su vasta scala i più severi standard previsti per il benessere animale e la moderna concezione di allevamenti suinicoli sempre più sostenibili, efficienti e animal friendly” - benessere animale, riduzione e controllo dell’uso dell’antibiotico e sistemi di allevamento sono le tematiche su cui ci concentriamo con il nostro lavoro e su cui è indispensabile che la filiera si confronti, lasciando da parte la contrattazione commerciale”.
Attenzione alla sanità, salubrità e benessere sono le chiave non solo per ottenere prodotti di qualità, ma anche caratteristiche sempre più apprezzate dai consumatori di oggi, attenti a una filiera della carne sostenibile e rispettosa. Già lo scorso anno, delle otto aziende valutate da Essere Animali, Fumagalli è stata l’unica a ottenere un pieno punteggio, di undici su undici, dimostrando così il suo impegno concreto nell’eliminazione di determinate pratiche: tra queste l’allevamento delle scrofe in gabbia, il taglio e la limatura dei denti oppure la mutilazione della coda. Fumagalli ha anche dimostrato di impegnarsi a fornire arricchimenti ambientali adeguati a tutti i maiali e alle scrofe, una lettiera confortevole, e di utilizzare responsabilmente degli antibiotici.
“ll nostro business vive di un 59% di export e di un 41% italiano - prosegue Pizzigalli - All’estero lavoriamo con retailer e grossisti e il nostro primo mercato è quello inglese, il secondo quello svedese. Si tratta di Paesi in cui i consumatori dimostrano una forte sensibilità̀ alla sostenibilità̀ e alle condizioni in cui vengono allevati gli animali. Già tra gli anni ’80 e ’90, abbiamo cominciato a chiudere la nostra filiera, compiendo internamente tutto il ciclo di produzione del suino, dalla riproduzione all’ingrasso, fino alla macellazione. Siamo partiti guardando all’Inghilterra, in un percorso intrapreso già dal 2013 e interamente dedicato al benessere animale - aggiunge il Direttore Generale della Fumagalli - Siamo poi entrati in contatto con Compassion in World Farming, associazione per il benessere degli animali e da oltre 10 anni è stato avviato un progetto per il parto senza gabbie, tale per cui le scrofe e i maialini condividono una struttura di un minimo di 6,5 metri quadrati di superficie”.
Unica in Italia ad avere una gestione diretta su tutto il processo produttivo e il controllo dell’intera filiera - dalla nascita del suinetto fino al prodotto finito - l'azienda ha dotato alcune sue linee di etichette di un QR Code, collegato al sito internet dell’azienda, tramite cui è possibile approfondire come vivono gli animali e le loro modalità di allevamento.
“Per noi il benessere animale corrisponde a un management costruito in modo che l’animale, seppur inserito in un contesto di produzione industriale, riesca comunque a seguire le attitudini che avrebbe in natura. Suini e scrofe hanno l’istinto di esplorare l’ambiente circostante in cerca di cibo: se non hanno accesso a materiali con cui esprimersi spesso ridirigono la loro attenzione verso gli altri animali del recinto, ad esempio mordendosi la coda. Oltre all’espressione dei comportamenti, i maiali hanno anche bisogno che sia garantito loro un certo comfort, perché passano gran parte del tempo sdraiati a riposare. Tenendo presente queste informazioni - conclude Pizzigalli - cerchiamo di rendere la vita degli animali più̀ conforme possibile alla loro etologia come specie. Per noi questa è una scelta etica, ma anche strategica rispetto al mercato. Abbiamo inoltre inserito materie prime sostenibili, come la soia certificata e prodotta senza deforestazione e siamo proprietari esclusivi delle nostre ricette di mangime: scegliendo gli ingredienti veniamo incontro allo sviluppo dell’intestino del maiale e riusciamo a prevenire numerose problematiche legate alla salute. Con un’alimentazione più̀ attenta e condizioni di vita migliori possiamo così limitare notevolmente il ricorso agli antibiotici. Infine, abbiamo creato un sistema formativo interno, in modo che tutti siano sulla stessa lunghezza d’onda. Perché occorre sì avere una strategia generale, ma sono le persone che operano a fare la differenza”.