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Green Retail  - Logistica e Trasporti: sfide per l’alta velocità, i truck Elettrici e i canali marittimi
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Logistica & Processi A cura di: Nicola Mamo

Logistica e Trasporti: sfide per l’alta velocità, i truck Elettrici e i canali marittimi

Durante l’evento “Vie del mare e intermodalità per l’integrazione e la sostenibilità dei trasporti europei”, organizzato da ConnAct in collaborazione con il Parlamento e la Commissione europei, è stata presentata un’analisi del Centro Studi Gea - Green Economy Agency, incentrata su tre temi chiave: lo sviluppo dell’alta velocità, la transizione verso truck elettrici e l’impatto dei chokepoint marittimi come il Canale di Suez e il Canale di Panama.

Alta Velocità: un impatto limitato sul traffico stradale

Lo studio, coordinato dal professor Armando Cartenì dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, stima che lo sviluppo dell’alta velocità ridurrà il traffico passeggeri sulle tratte autostradali in competizione del 12-15%, mentre l’impatto sull’intera rete autostradale sarà limitato al 3-4%. Gli investimenti del PNRR e quelli previsti fino al 2030 non compenseranno l’aumento del traffico atteso nei prossimi dieci anni, rendendo necessarie soluzioni più incisive.

Truck Eeettrici: ancora lontani gli obiettivi UE

Per raggiungere i target climatici approvati dall’Unione Europea, che prevedono una riduzione delle emissioni dei camion fino al 90% entro il 2040, sarà necessario quintuplicare il numero di truck elettrici. Attualmente, il 77% delle merci terrestri nell’UE viaggia su camion tradizionali. Secondo lo studio, servirebbero almeno 390.000 nuovi veicoli elettrici o a idrogeno (BEV e FCEV) entro il 2034. Tuttavia, nel 2023 sono stati immatricolati solo 5.209 BEV e 163 FCEV, un numero lontano dagli obiettivi annuali di 27.000 BEV e 6.000 FCEV richiesti per rispettare gli impegni climatici.

Trasporti marittimi

Il rapporto ha inoltre analizzato le conseguenze dei blocchi nei principali passaggi marittimi, come il Canale di Suez e quello di Panama. La crisi dello Stretto di Bab-el-Mandeb e i cambiamenti climatici, che hanno ridotto la navigabilità del Canale di Panama, hanno rallentato il traffico marittimo, portando a un aumento medio dei prezzi al consumo dello 0,6%. Per le famiglie italiane, ciò equivale a un aggravio annuale di circa 200 euro.

Questi colli di bottiglia costringono le navi a percorsi più lunghi, incrementando tempi di trasporto ed emissioni di CO2. Il 40% delle importazioni ed esportazioni italiane transita dal Canale di Suez, e una sua chiusura potrebbe spostare il traffico verso porti nordeuropei, penalizzando l’Italia.

L’evento ha visto la partecipazione di figure di rilievo come il deputato Salvatore Deidda, il Vicepresidente della Commissione TRAN, Matteo Ricci, e l’eurodeputata Anna Maria Cisint. Le discussioni hanno evidenziato l’urgenza di investire in infrastrutture intermodali, soluzioni innovative per il trasporto elettrico e strategie per mitigare gli impatti dei chokepoint marittimi.

       
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