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Green Retail  - Da Opyn: il questionario sui direttori finanziari rivela il bisogno di finanza innovativa
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Finanza & Rendicontazione A cura di: Fabrizio Vallari

Da Opyn: il questionario sui direttori finanziari rivela il bisogno di finanza innovativa

Le imprese hanno bisogno di servizi di finanza innovativa: lo dicono i Cfo italiani.

Difficoltà nel reperire le informazioni, complessa gestione della relazione con gli istituti finanziari e scarsa digitalizzazione dei processi sono le tre principali aree critiche identificate dall’indagine condotta da Opyn, in collaborazione con le associazioni di settore Andaf e Manageritalia.

La vita di ogni impresa dipende in buona parte dalla gestione delle sue finanze. Una gestione che è in capo ai direttori finanziari: figure professionali che oggi richiedono a gran voce maggiore sinergia con gli interlocutori, più informazioni in tempo reale e soprattutto più digitalizzazione. Sono queste le rilevazioni della ricerca condotta da Opyn (la fintech italiana che offre la sua tecnologia e servizi per il credito in modalità as a service a banche, asset manager e corporate) in collaborazione con le associazioni di settore Andaf e Manager Italia. L’indagine, presentata durante l’evento online Embedded Finance: un’opportunità per i CFO, ha raccolto le testimonianze di 200 direttori finanziari o Chief Financial Officers (CFO) di aziende italiane con +250 dipendenti, con lo scopo primario di identificare gli ambiti di possibile efficientamento del loro lavoro attraverso il fintech e in particolare attraverso lo strumento dell’embedded finance, che consente alle società di qualsiasi settore di fornire servizi finanziari per i propri clienti, fornitori e dipendenti.

Nel dettaglio, l’indagine si è posta tre obiettivi:

- identificare le problematiche attuali nel lavoro dei direttori finanziari d’azienda

- investigare la loro conoscenza del fintech e dell’embedded finance

- esplorare il potenziale dell’embedded finance come strumento per risolvere le questioni indicate.

Le problematiche attuali nella gestione finanziaria delle aziende

Il campione evidenzia tre principali aree critiche: la difficoltà di reperire, coordinare e integrare le informazioni; la gestione della relazione con gli istituti finanziari; la scarsa digitalizzazione dei processi finanziari.

In particolare, il 56% degli intervistati dichiara che la problematicità principale nella gestione finanziaria dell’impresa sia “verificare la solvibilità dei clienti” (in una scala da 0 a 10, dove 0 = “per nulla d’accordo” e 10 = “molto d’accordo”, il 56% ha votato tra 7 e 10). Inoltre, gli intervistati dichiarano di voler “potenziare la business intelligence” e “realizzare una reportistica più integrata ed efficace”, oltre al desiderio di “avere dati in tempo reale con possibilità di aggregazione flessibile”.

Per quanto riguarda la gestione della relazione con gli istituti finanziari (banche e assicurazioni), il 74% degli intervistati dichiara che questa risulti a volte eccessivamente lunga e il 66,5% riferisce che sia un processo frammentato tra molti interlocutori e canali diversi.

Infine, secondo il 59,5 % dei CFO i processi finanziari (come pagamenti, transazioni, trasferimenti di denaro, ect.) gioverebbero di una maggiore digitalizzazione che snellirebbe e renderebbe più fluida l’operatività.

Le imprese italiane conoscono il fintech e l’embedded finance?

L’embedded finance (o finanza integrata) è conosciuta da un terzo del campione: il 30% degli intervistati dichiara di sapere bene di cosa si tratta, anche se l’azienda in cui opera attualmente non vi fa ricorso. Resta ampio il mercato potenziale: solo il 2,5% afferma che, oltre a sapere bene di cosa si tratti, ha integrato l’embedded finance in azienda, e la maggioranza dei direttori finanziari intervistati (il 38,5%) dichiara di avere un’idea soltanto vaga di cosa sia l’embedded finance.

A fronte della presentazione di una definizione di embedded finance (“si parla di embedded finance quando le aziende di qualsiasi settore forniscono servizi finanziari in aggiunta ai loro prodotti o servizi esistenti, creando un'esperienza più fluida e personalizzata per i loro clienti") si rileva un elevato livello di interesse: in una scala da 1 a 10 (in cui 1 = per nulla e 10 = moltissimo) il 55% si colloca tra 7 e 10, con una media pari a 6,23.

Tra i servizi di embedded finance più apprezzati dai Cfo italiani vi sono quelli che maggiormente rispondono ai bisogni esplicitati in precedenza tra cui semplificare la relazione con gli istituti finanziari e integrare il più possibile le informazioni. In particolare, il 59% dei direttori finanziari dichiara che apprezzerebbe la presenza di una piattaforma unica, centralizzata da cui gestire tutte le operazioni di cassa (in entrata e in uscita) seppure realizzate con istituti finanziari eterogenei (con voto tra 8 e 10). Infine, il 39,5% del campione valuta come positiva (con voto tra 8 e 10) la possibilità di interfacciarsi con un consulente – messo a disposizione gratuitamente da un istituto finanziario – che analizzi la situazione dell’azienda e aiuti a identificare le opportunità di embedded finance più efficaci ed efficienti per l’azienda.

Risultano interessanti, sebbene in maniera meno incisiva, anche i servizi finanziari rivolti ai dipendenti, come: la rateizzazione degli acquisti (30% con voto tra 8 e 10) e i prestiti (30,5% con voto tra 8 e 10).

I desideri dei direttori finanziari - Nella parte finale del questionario si è chiesto agli intervistati di esprimere i propri desiderata rispetto al lavoro (“Immagini di avere la ‘bacchetta magica’. Cosa farebbe in relazione al suo lavoro?”). Sono emersi 5 principali ambiti:

- digitalizzazione e/o automatizzazione dei processi

- investimento in business intelligence e integrazione digitale dei processi aziendali così da avere il pieno (e aggiornato) controllo dell’andamento del business e dei relativi impatti finanziari

- maggiore fluidità nella relazione con gli interlocutori finanziari e apertura a interlocutori percepiti come nuovi/innovativi (per es. le piattaforme digitali di crowdfunding)

- sviluppo/diffusione in azienda di una cultura amministrativo-finanziaria in modo che tutti i dipendenti si sentano davvero coinvolti nei processi economico-finanziari e agiscano di conseguenza

- l’esigenza di ripensare l’approccio al lavoro (i modi, i tempi, i team) così da stabilire un migliore work-life balance.

Dalla ricerca emerge, infine, che le necessità dei CFO oggi sono molte ed eterogenee, così come lo sono le soluzioni possibili. In questo contesto l’embedded finance viene riconosciuta come un’opportunità di efficientamento del lavoro del direttore finanziario attraverso l’applicazione di servizi personalizzabili e facilmente integrabili nei processi interni.

“Da questo studio emerge chiaramente che i servizi di finanza digitale aiuterebbero moltissimo il lavoro dei direttori finanziari, andando incontro alle loro eterogenee necessità – dichiara Greta Antonini (nella foto), Chief Marketing & Communication Officer di Opyn. Siamo nell’era della rivoluzione finanziaria, le fintech stanno cambiando il modo di fare finanza in maniera sempre più innovativa e veloce. Di questa rivoluzione possono beneficiare non solo gli istituti finanziari, ma anche le imprese: attraverso l’embedded finance qualsiasi azienda può erogare servizi finanziari ad hoc per rispondere prontamente alle esigenze di clienti e fornitori. Opyn è un esempio della rivoluzione in atto: dal 2021, oltre ad essere un erogatore di finanziamenti digitali alle imprese, siamo anche un abilitatore di embedded finance, perché forniamo il nostro software “as a service” a istituti finanziari e corporate che vogliano integrare la velocità e l’efficienza del fintech nei propri processi in maniera sostenibile”.

       
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