Fabrizio Vallari
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Analisi Grant Thornton: pronto a ripartire il distressed m&a dopo la contrazione in Europa negli ultimi 3 anni
L’Italia, con 14 operazioni nei prime 9 mesi del 2022 (19 nel 2019), è in linea con il trend registrato in tutti i principali Paesi europei.
È il settore dei “beni di consumo” quello di maggiore interesse per gli operatori di turnaround (7 operazioni su 14 nel 2022).
Il contesto europeo delle operazioni di M&A che coinvolgono società in stato di crisi ha riscontrato una significativa contrazione nel corso degli ultimi tre anni. È quanto emerge dal report “M&A 2023 – Distressed M&A “ realizzato dal network di consulenza internazionale Grant Thornton e presentato a Milano nel corso del Webinar M&A 2023 organizzato da AIFI.
L’analisi evidenzia come in Europa si sia passati dalle 268 operazioni del 2019 alle sole 53 del 2022 (numero aggiornato al 3Q) e che il trend, trainato in particolare dalle maggiori economie europee, sia riconducibile al ricorso a misure straordinarie, principalmente relative a moratorie sui debiti, finanza garantita e al congelamento delle procedure concorsuali, messe a disposizione dalle Istituzioni nazionali, al fine di agevolare la sopravvivenza delle imprese durante il periodo pandemico.
Nel corso del periodo analizzato, è possibile osservare, nel mercato italiano, un trend in linea con quello registrato in tutti i principali Paesi europei.
Secondo il report, il settore di maggiore interesse per gli operatori di turnaround risulta essere quello dei beni di consumo, con ben 7 operazioni realizzate nel corso dei primi 3 trimestri del 2022, su un totale complessivo di 14 operazioni.
Mentre in precedenza il mercato del distressed M&A appariva guidato da investitori industriali, oggi risulta evidente la prevalenza di investitori di tipo finanziario (86% vs 14%). Questo trend è trainato da una sempre più forte specializzazione degli operatori finanziari, nazionali ed internazionali, che hanno intuito la possibilità di sfruttare le numerose nuove opportunità di investimento, createsi in seguito alle attuali condizioni macro-economiche.
Secondo le aspettative degli analisti finanziari, il rinvio delle procedure concorsuali, congelate durante il periodo pandemico, e i recenti aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime, legati in primis all’insorgere del contesto geopolitico, causeranno il repentino incremento delle operazioni di distressed M&A. Questo trend prospettico è corroborato dalla previsione di crescita del tasso di deterioramento dei crediti delle imprese italiane, riportato in un recente studio di Banca Ifis.
Sante Maiolica (nella foto), Partner e Ceo di Grant Thornton Financial Advisory Services, intervenuto al webinar dell’AIFI, ha così commentato: “In termini di numero di operazioni il periodo 2020 – 2022 è stato caratterizzato da una forte riduzione delle transazioni distressed su scala globale, dovuto principalmente alle misure di sostegno per le imprese messe in atto dai Governi per fronteggiare la situazione pandemica. D’altro canto, dal 2023 dovremmo assistere ad una sostenuta ripresa delle attività di M&A distressed guidata dal perdurare dell’incertezza geopolitca, dall'aumento progressivo dei tassi di interesse e dall’interruzione delle misure protettive”.