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Green Retail  - Venice Sustainable Fashion Forum: le 8 proposte per la transizione globale
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Eventi A cura di: Fabrizio Vallari

Venice Sustainable Fashion Forum: le 8 proposte per la transizione globale

Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, e Flavio Sciuccati, senior partner & director Global Fashion Unit, The European House – Ambrosetti, hanno presentato otto punti di riflessione per il mondo della politica sulla transizione sostenibile del settore moda.

Si è conclusa la 2^ edizione del “Venice Sustainable Fashion Forum”, il summit promosso da Sistema Moda Italia, The European House – Ambrosetti e Confindustria Veneto Est – Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso. All’evento hanno partecipato oltre 400 persone tra imprenditori, italiani e stranieri, rappresentanti della filiera e stakeholder. Nella seconda giornata sono state esplorate le soluzioni che le aziende stanno mettendo in atto e il ruolo della finanza per accelerare i processi sostenibili delle supply chain. Riflettori accesi anche sulle regolamentazioni europee, con la testimonianza di autorevoli ospiti, tra cui membri della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite, del Parlamento Europeo e di Euratex.

Come di tradizione la chiusura del summit presenta 8 proposte e raccomandazioni per il presente e il futuro e l’appello alle istituzioni, per una velocizzazione indispensabile al fine del raggiungimento di una transizione giusta ed efficace e rapida. Le 8 proposte per una transizione globale Nella sessione conclusiva del Venice Sustainable Fashion Forum, Flavio Sciuccati, Senior Partner & Director of the Global Fashion Unit, The European House – Ambrosetti, e Sergio Tamborini, Presidente di Sistema Moda Italia, hanno illustrato le proposte e raccomandazioni per una “Just Fashion Transition” globale.

  1. Anticipare la transizione del mercato Per orientare e canalizzare l’azione delle aziende verso la (tempestiva) adozione di strumenti volontari e obbligatori che la UE sta sviluppando in qualità di leader globale sulla sostenibilità, anche con lo scopo di fornire riscontri e raccomandazioni per il miglioramento.
  2. Costituire delle task-force multi-stakeholder guidate dai Governi Per agire come facilitatori della transizione, consultarsi in modo flessibile con gli attori industriali chiave, NGOs, esperti di settore, finanza e accademici e definire una roadmap che sostenga la trasformazione ESG e lavorare verso obiettivi coerenti con le specificità nazionali.
  3. 3. Catalizzare il cambiamento attraverso alleanze Per promuovere alleanze tra tutti gli attori a monte e a valle della filiera della moda, insieme al settore finanziario e altri attori della catena di valore, e diffondere così buone pratiche consentendo anche ai legislatori di operare le scelte migliori nel più breve tempo possibile.
  4. Misurare l’impatto delle politiche attraverso un set minimo di dati per tutti Per valutare l'efficacia delle politiche e delle azioni normative, creando un database aggiornato basato su un numero limitato di KPI significativi e coerenti con i prossimi requisiti di compliance europei e globali (ESRS - European Sustainability Reporting Standards e IFRS - International Financial Reporting Standards).
  5. Promuovere un cambiamento culturale positivo Sfruttare il potenziale di comunicazione di messaggi ed esperienze positive (come eventi, concerti, ecc.) per coinvolgere i consumatori in un cambiamento culturale e influenzare le abitudini di consumo abbattendo la barriera che separa l’intento di acquisto sostenibile dall’azione.
  6. Creare un’avanguardia della sostenibilità guidata da catene del valore del lusso Italiane e francesi Creare, all’interno del Patto del Quirinale, un tavolo che accolga i leader del settore italiani e francesi per rendere il lusso non solo un simbolo di qualità ma anche un precursore che indichi la direzione dell’equa transizione della moda, giocando un ruolo chiave con le istituzioni europee ed internazionali (come l’OCSE).
  7. Rendere più profittevoli le scelte aziendali di sostenibilità Liberare e sfruttare appieno il potenziale di cambiamento delle aziende UE promuovendo lo sviluppo, diffusione e adozione su larga scala di tecnologie green lungo tutta la catena di valore della moda, traendo ispirazione dall’esperienza positiva dell’Inflation Reduction Act (IRA) statunitense.
  8. Promuovere un approccio integrato tra riciclo e riuso Creare sinergie virtuose tra gli operatori del riciclo e riuso per affrontare efficacemente la sfida della sovrapproduzione, promuovendo un adeguato miglioramento della durabilità fisica e immateriale dei tessuti eco-progettati e riducendo allo stesso tempo i capi d’abbigliamento multimateriale.

Digitalizzazione e consapevolezza: la ricetta delle aziende

A margine della conferenza sono state raccolte le voci delle aziende che formano il tessuto della filiera del settore. Dalle loro osservazioni appare evidente la necessità di digitalizzare la filiera per l’evoluzione della supply chain. Bisogna diffondere la consapevolezza sulla sostenibilità per adeguare gli standard e raggiungere gli obiettivi comuni. Di seguito le voci delle aziende:

Luca Fresi, direttore BU Smart Region di Alperia: “Alperia aiuta i propri clienti del settore moda a disegnare un percorso di decarbonizzazione con obiettivi chiari e che coinvolga tutta la catena del valore. Avere una Strategia Climatica è fondamentale per competere in un mercato dove la Sostenibilità è un punto di forza e per rispondere alle richieste normative sempre più stringenti, come ad esempio la proposta europea di ecodesign per prodotti sostenibili o il CBAM, ovvero la tassa sulla CO2 dei prodotti provenienti da fuori EU che potrebbe impattare pesantemente sul settore tessile e della pelle”.

Silvia De Bortoli - Head of Marketing and Communication di DB Group: “La filiera della moda si confronta con l'elevata complessità delle catene di fornitura e distribuzione data dalla molteplicità dei nodi e mezzi che intervengono in una singola spedizione e in una gestione strategica della logistica. Questo richiede uno sforzo sinergico e la collaborazione tra tutti gli attori per ottenere un risultato che abbia impatti positivi anche sulle generazioni future”.

Alessandro di Benedetto, Sales Manager Fashion e Luxury di DNV: “Avere piena consapevolezza è il primo step per definire un piano di azione efficace e cogliere opportunità di posizionamento di mercato con una strategia di crescita sostenibile. È fondamentale partire dall'individuazione delle priorità e procedere con attività di assessment, mappature della supply chain e gap analysis rispetto ai principali standard e ai riferimenti normativi cui è necessario essere compliant”.

Giacomo Cortesi, Presidente di Fondazione Leaf: “Adottare la sostenibilità come principio e linea guida è fondamentale per accrescere e mantenere l’elevato valore del Made in Italy nel mondo, e lo sarà sempre di più. Fondazione Leaf aiuta le aziende ad autoregolamentarsi, fornendo standard di sostenibilità affidabili e trasparenti che non siano percepiti dal consumatore come azioni di greenwashing. Si tratta di un’iniziativa unica al mondo per la filiera degli accessori di alta moda”.

Alessandro Pacenti, Presidente del Consorzio Physis S.B.: “Physis rappresenta un asset non-finanziario aperto a tutti gli stakeholder della filiera dell'accessorio. La sua nascita è guidata dall'ambizione di promuovere una filiera più sostenibile e innovativa, pronta a soddisfare le esigenze del mercato e dei clienti, con il focus legato all’innovazione tecnologica e alle tematiche ESG. La sostenibilità non è solo una scelta etica, ma anche una straordinaria opportunità”.

Corrado Brondi, AD di Give Back Beauty: “Give Back Beauty è un gruppo internazionale attivo nella creazione, produzione, marketing e distribuzione mondiale di prodotti di bellezza in tutte le categorie. Il nome “Give Back Beauty” nasce dal presupposto che il rispetto per gli altri e per il pianeta sono valori fondamentali per l’azienda e per il suo business. GBB è partner esclusivo a livello mondiale, in licenza o JV di marchi quali Zegna, Elie Saab, Chopard, Philipp Plein, Iceberg, Tommy Hilfiger”.

Camilla Di Fonzo, Associate, e Luigi Fontanesi, Partner, di Greenberg Traurig/Santa Maria: “In un contesto globale di crescente regolamentazione, l’emanazione a ritmo incalzante di normative diverse in tema di sostenibilità richiede un costante monitoraggio e adattamento. Il nostro ruolo di avvocati diventa quindi fondamentale per consentire alle imprese non solo di essere compliant con le disposizioni già in vigore, ma anche di anticipare i tempi, essere proattive e farsi trovare pronte al momento dell’attuazione di nuove normative particolarmente impattanti, soprattutto per il settore moda, quali, ad esempio, il nuovo Regolamento europeo sull’Ecodesign o la Direttiva europea sui Green Claim”.

Chiara Mastrotto, Presidente e AD di Gruppo Mastrotto: “La filiera della pelle è lunga, articolata e coinvolge molti attori diversi: dalle fattorie agli allevamenti, dalle concerie ai brand della moda. Per questo motivo, coordinare e garantire standard sostenibili lungo tutta la catena di produzione è molto complesso. La chiave di volta per accelerare la transizione sostenibile sarà lavorare insieme a tutti gli attori coinvolti, per identificare un vero e proprio standard di sostenibilità condiviso. Non solo principi generali, ma anche la definizione specifica di cosa sia accettabile e cosa no, e su che livelli fissare gli obiettivi. Proprio per avviare questo dialogo, in questa edizione del VSFF per la prima volta abbiamo creato un Tavolo di Lavoro sulla Filiera Pelle, con la presenza di player di filiera come noi di Gruppo Mastrotto, Assomac e Lapi Group, insieme a importanti brand della moda che hanno la pelle nel loro DNA. Un esempio virtuoso di collaborazione di brand e realtà produttive che ci ha permesso non soltanto di verificare quanto questa esigenza di allineamento sia condivisa, ma anche di iniziare a lavorare a un accordo integrato per stabilire uno standard di eccellenza per la protezione del Made In Italy”.

Nicolò Bellorini, Vice President Head of Business Mobile eXperience di Samsung Electronics Italia: "Nel settore moda, la sostenibilità rappresenta una sfida importante ma allo stesso tempo è un'opportunità per innovare e creare valore. In Samsung ci impegniamo a supportare questa trasformazione sostenibile attraverso l'innovazione tecnologica per una mobilità sicura, flessibile e attenta all’ambiente. Portiamo avanti questa convinzione da qualche tempo e abbiamo effettuato notevoli passi in avanti in questa direzione con la produzione dei nostri ultimi dispositivi pieghevoli, Galaxy Z Flip5 e Z Fold5, che sono costituiti da una maggiore varietà di materiali riciclati rispetto alle generazioni precedenti, tra cui vetro e alluminio riciclati pre-consumo, e plastica riciclata post-consumo ottenuta da reti da pesca dismesse, serbatoi per l’acqua e bottiglie in PET. Ma poniamo la stessa attenzione anche al packaging: la carta utilizzata per le confezioni è realizzata con materiale riciclato al 100%”.

Enrico Cantoni, Direttore Divisione Retail, Fashion & Industria di Sopra Steria Italia: “L’evoluzione della supply chain verso la digitalizzazione della filiera a monte e a valle si rende necessaria per misurare l’impatto ambientale e quindi migliorare le performance di sostenibilità e comunicarle in modalità certificata al mercato e ai consumatori. Sappiamo da tempo che il vero nodo è la mappatura e la raccolta dei dati up-stream della supply chain e come Sopra Steria abbiamo le soluzioni e le competenze per abilitare e accelerare il processo, supportando i poli industriali e i brand ad adempiere alle normative facendo economie di scala. Un approccio di sistema si rende necessario per la natura del settore per raggiungere tali obiettivi e si può configurare come tanti ecosistemi che collaborano e che comunicano digitalmente tra loro in modo sicuro e certificato”.

Remo Taricani, Deputy Head di UniCredit Italia: “La regolamentazione ha avuto un ruolo fondamentale nell’innescare processi di transizione verso la sostenibilità. Il nostro ruolo come Banca è di accompagnare gli imprenditori in questa trasformazione che sicuramente comporta investimenti importanti in termini di ridefinizione dei modelli di business, rendicontazione e formazione dei professionisti, ma allo stesso tempo apre nuovi spazi di crescita. Alle nostre imprese, di tutte le dimensioni, offriamo un modello di servizio e specialisti dedicati per supportarle con soluzioni specifiche, grazie anche alle best practice che intercettiamo nei nostri 13 Paesi europei”.

       
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