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Green Retail  - I seminari Plef - Unimi: focus sui sistemi di accesso e condivisione della conoscenza (Sdg 17)
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Eventi A cura di: Fabrizio Vallari

I seminari Plef - Unimi: focus sui sistemi di accesso e condivisione della conoscenza (Sdg 17)

Planet Life Economy Foundation ETS e Università Statale di Milano hanno promosso il settimo e ultimo appuntamento del ciclo di seminari nato per approfondire il rapporto fra imprese sostenibili e ricerca.

di Alessandro Bertozzi, responsabile comunicazione Plef.

Nel pomeriggio di Mercoledì 8 Febbraio, presso la Sala di Rappresentanza del Rettorato dell’Università degli Studi di Milano, si è tenuto il settimo e ultimo incontro del ciclo di seminari ‘Il potenziale innovativo della Statale e l'impresa sostenibile’, una collaborazione tra Università Statale di Milano e Planet Life Economy Foundation, nata con lo scopo di alimentare le sinergie e lo scambio di conoscenze tra il mondo della ricerca accademica e quello delle imprese in direzione di un comune intento: il raggiungimento dei Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

L’introduzione è stata affidata alle parole di Maria Pia Abbracchio, Pro-rettore Vicario con delega alla ricerca e all’innovazione e Professore ordinario di Farmacologia della Statale: “il Goal 17 ‘Partnership per gli Obiettivi’ promuove la nascita di uno schema di cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile, dove al centro sia posta la mobilitazione e lo scambio di conoscenze e tecnologie… l’agenda per lo sviluppo sostenibile richiede partenariati tra governi, settore privato e società civile che siano il frutto di valori e obiettivi condivisi… e sappiamo che le ricadute applicative possono essere immediate: prendiamo ad esempio la questione Covid, lo scambio sinergico di informazioni tra i centri di ricerca ha permesso di scoprire e diffondere il vaccino in un arco di pochi mesi dalla comparsa del virus”.

Abbracchio ha proseguito ricordando essere necessaria un’azione urgente per mobilitare, reindirizzare e liberare il potere trasformativo di migliaia di miliardi di dollari di risorse private per realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: “dobbiamo orientarci verso una società della ‘conoscenza’ che ponga al centro l’importanza del data sharing…più i dati sono condivisi, maggiori sono le opportunità che le organizzazioni hanno di collaborare, innovare, scalare e far crescere il business”.

La professoressa ha infine sottolineato come le risorse stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza possano essere una grande opportunità per il presente e il futuro: “la ricerca scientifica è trasversale a tutte e 6 le missioni del Pnrr… 40 miliardi di euro sono stati stanziati per la Digitalizzazione & Innovazione e altri 30 miliardi in progetti di Istruzione & Ricerca… dobbiamo saper cogliere questa occasione”.

A seguire l’intervento di Giovanni Righini, Professore Ordinario del Dipartimento di Informatica dell’Università Statale, docente di ricerca operativa che ha presentato ai presenti in sala il report ‘Nuove Istituzioni per la Società della Conoscenza’: “partiamo dal principio, ovvero dalla costituzione della ‘European High Education Area’… organismo che è il frutto di un’intensa collaborazione tra oltre 40 paesi europei, per implementare una serie di standard comuni a livello di istruzione superiore… tra questi vale la pena citare i temi della ricerca scientifica, la mobilità internazionale, lo sviluppo territoriale e il trasferimento di conoscenza”.

Righini in seguito ha posto l’attenzione su quelle che a suo parere sono le criticità maggiori del modello d’istruzione italiano “che propone uno sviluppo di base territoriale, dove ogni polo universitario è ben distinto dagli altri... questo favorisce sì una copertura omogenea ed equilibrata, a discapito però dello sviluppo dei centri di ricerca - prerogativa del ‘modello tematico’ - luoghi dove l’efficienza è sinonimo di condivisione di conoscenze e collaborazione tra ricercatori: “in Italia la dispersione dei poli di ricerca è sempre più attuale… scienziati e ricercatori sono distribuiti a macchia di leopardo, dove nessuno raggiunge quella massa critica necessaria per competere a livello internazionale”.

Un fenomeno che si traduce in fuga di cervelli “tanto che l’Italia rimane l’unico paese europeo con un saldo negativo tra ricercatori in uscita e ricercatori in entrata… ma la grande maggioranza dei fondi europei per all’istruzione viene destinata a quei paesi dove l’unione fa la forza, e dove il lavoro tecnico-amministrativo è di supporto alla ricerca e non un peso”.

Secondo Righini la ricetta per un cambio di paradigma è ridefinire il concetto di struttura/dipartimento in primis: “applichiamo il principio di sussidiarietà, dove sono le persone a definire una struttura, e non viceversa… in questo modo potremo favorire l’allocazione delle risorse future non più alle singole strutture – spesso sature di meccanismi distorti di competizioni interna – ma alle idee, a quei poli di ricerca dove i risultati sono frutto di condivisione e cooperazione”.

In questo senso anche il Pnrr può rivelarsi un’arma a doppio taglio, nel momento in cui vengono incoraggiate dinamiche dove le risorse sono abbinate a tavolino alle strutture senza considerazioni di merito.

Dalle parole della ricerca a quelle delle aziende; Gianluigi Angelantoni ha raccontato al pubblico in sala la realtà di Angelantoni Industrie, gruppo che opera dal 1932 nei settori della refrigerazione industriale, delle prove ambientali simulate e delle camere climatiche: “la collaborazione che da sempre portiamo avanti con istituti di ricerca e università ci ha fatto diventare un centro innovativo di prestigio, nei campi biomedicale, delle prove ambientali simulate, della tecnologia del vuoto e della refrigerazione industriale… abbiamo un’anima sostenibile, dove l’innata vocazione all’innovazione ed allo sviluppo tecnologico si concilia al costante impegno per la protezione dell’ambiente”.

Tra i fiori all’occhiello delle produzioni Angelantoni, il simulatore a risparmio energetico spaziale ACS, fornito all’ESA (European Space Agency) con l’obiettivo di testare i componenti del satellite BEP Colombo in vista del suo lancio verso Mercurio: “nel 2023 non esistono settori che possono sottrarsi all’evoluzione strutturale richiesta dalla transizione ecologica… le aziende devono modificare la loro percezione sulla sostenibilità e le certificazioni ambientali… il ritorno da una parte è l’efficientamento dei processi produttivi - attraverso anche una riduzione degli sprechi - e dall’altra valorizzazione e accrescimento della brand reputation agli occhi di potenziali clienti e investitori”.

Da ultimo l’intervento di Domenico Mangiacapra, Chief Executive Officer di Henshin Group Ltd: “è molto forte il legame tra gli obiettivi espressi dall’SDG 17 e ‘MOVENS’, piattaforma open source di Henshin Group progettata e costituita per essere una infrastruttura tecnologica di supporto all’universo delle smart cities del presente e del futuro… a cominciare dall’integrazione tra la mobilità e il settore dell’energia. Il vantaggio competitivo della nostra struttura - ha proseguito Mangiacapra - si basa su tre aspetti: ‘Architettura High-Level’ – per una perfetta integrazione tra la tecnologia Movens e le infrastrutture urbane tradizionali… l’essere ‘Open Source’, che garantisce un controllo integrale degli utenti su tutto il sistema, a favore della costituzione di una comunità di supporto e la creazione di un ecosistema digitale… e da ultima la peculiarità più importante di MOVENS… l’essere in grado di evolversi in automatico ai nuovi standard internazionali in materia di ‘Iot for smart cities’”.

Anche Il settore pubblico ha bisogno di stabilire una direzione chiara: “i sistemi di revisione e di monitoraggio, i regolamenti e le strutture di incentivi che permettono investimenti di questo tipo devono essere riorganizzati al fine di attrarre nuova liquidità e rafforzare lo sviluppo sostenibile”, ha concluso Mangiacapra.

L’incontro è proseguito con una serie di stimolanti domande e risposte tra pubblico e speaker, che verranno elaborate all’interno di un paper riassuntivo di tutti e sette gli incontri per delle considerazioni di più ampio respiro su quanto emerso durante l’intero ciclo di seminari.

       
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