Fabrizio Vallari
Visite: 396
Fabrizio Vallari
Visite: 396
- Information
- Eventi
Moda sostenibile e abbigliamento etico, quale futuro ?
Il talk si è tenuto a Roma il 1° aprile scorso. al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.
Dibattito fra alcuni protagonisti del settore della moda sostenibile italiana, che hanno analizzato lo stato dell’arte, e delineato prospettive e proposte per uno sviluppo sempre più efficace di una produzione consapevole e rispettosa del pianeta e delle persone, a vantaggio del futuro di tutti.
L’incontro ha costituito uno degli approfondimenti nell’ambito della mostra SEBASTIÃO SALGADO. AMAZÔNIA inaugurata al MAXXI il 1° ottobre 2021 e tuttora in corso, di cui Bulgarelli Production è sponsor a sostegno della tappa italiana di questa importante esposizione, che propone un’immersione totale nella foresta amazzonica invitando a riflettere sulla necessità di proteggerla.
Al talk hanno partecipato Davide Bulgarelli, CEO Bulgarelli Production, Alessandro Bratti, Direttore Generale ISPRA, Alberto Candiani, Presidente Candiani Denim, e Nicola Giuggioli, Direttore Eco-Age, con la moderazione di Clara Tosi Pamphili, fondatrice e curatrice di A.I. Artisanal Intelligence. Insieme hanno messo a confronto le proprie esperienze in un settore, la moda, che è una continua apertura verso l’altro e verso il futuro, paradigma della migliore interconnessione fra creatività, produzione e mercato, e di una costante innovazione che non può non abbracciare i temi della responsabilità sociale e quindi della sostenibilità.
La sostenibilità riassume in sé le questioni di gestione non solo ambientale, ma anche sociale ed economica. Tutti i relatori testimoniano che è possibile fare impresa e profitto anche adottando provvedimenti che portino un’azienda ad essere veramente green, e che ormai esserlo diventa un vantaggio competitivo, perché la tracciabilità è sinonimo di qualità e durabilità dei prodotti. Ma è altrettanto vero che il percorso non sembra sempre semplice per le aziende, e anche il consumatore finale non ha strumenti per valutare se il prodotto offerto è veramente etico e sostenibile. Le certificazioni che le aziende conseguono su base volontaria sono un inizio, pur se difficilmente comprensibili, spesso, per il consumatore finale che deve destreggiarsi fra sigle e dati aridi e forse poco trasparenti.
Occorrono dunque norme più precise da parte delle istituzioni, con le quali le aziende possano orientarsi e regolarsi, e che costituiscano la base per le buone pratiche con cui presentarsi sul mercato, ed evitare una certa superficialità nell’affrontare la questione, che ha portato, ad esempio, al fenomeno del greenwashing che certo non giova al business. A questo proposito l’European Green Deal della Commissione Europea sta varando direttive importanti in materia di economia circolare, che riguardano vari temi in dettaglio, come il recupero del materiale, ecodesign, impronta del carbonio, ricerca e innovazione, sulle quali ogni Paese può costruire le sue strategie in questa direzione. Così come è già in vigore una legge per impedire la sovrapproduzione, che causa sprechi e inquinamento.
Tutto il settore deve impegnarsi per sensibilizzare sempre più le istituzioni, perché la situazione evolva sempre più, anche per superare il rallentamento imposto dalla recente pandemia e dalla presente difficile situazione internazionale.
Oltre a normative precise e puntuali, fondamentale è la narrazione che ogni azienda deve imparare a offrire al pubblico. Uno storytelling che parli con trasparenza non solo dei prodotti ma anche di quello che c’è dietro, le persone con la loro visione e i loro sogni, gli obbiettivi, l’heritage, la filiera e le pratiche, per coinvolgere dapprima i propri collaboratori, e arrivare poi anche al cuore del consumatore, e creare una cultura della sostenibilità che lo aiuti a comprendere il valore del prodotto anche al di là del suo prezzo. E dove gli imprenditori sono equiparabili a nuovi esploratori, perché segnano nuovi confini e spostano il punto di vista non solo per sé, ma per il bene di tutti.