Redazione GreenRetail
Anno 2019
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Riciclo carta e cartone. Rapporto annuale Comieco e Rapporto Unirima
A Bologna la presentazione del 24° Rapporto di Comieco.
Il Rapporto evidenzia come nel 2018 sono state 3,4 milioni le tonnellate di carta e cartone raccolte, con un aumento complessivo del 4% (+127.000 tonnellate) rispetto al 2017.
La progressiva crescita registrata negli ultimi anni si è ormai consolidata: il Nord, dopo anni di sostanziale stabilità, fa registrare un +2,9%, pari a +50mila tonnellate di carta e cartone raccolte, il Centro mette a segno un incremento di per sé meno incisivo ma comunque importante (+1,4%); al Sud la Sicilia, storicamente indietro rispetto alle altre Regioni, guida l’incremento complessivo mettendo a segno il miglior risultato percentuale rispetto al 2017 (+31,5%). A livello pro-capite, l’Emilia-Romagna è stata la regione più performante con oltre 90 kg/ab di carta e cartone, seguita da Trentino-Alto Adige (83 kg/ab) e Valle d’Aosta (79,6 kg/ab).
Rispetto alle modalità gestionali, il Rapporto evidenzia che, nel 2018, il 42,5% della carta raccolta è stato gestito da Comieco, mentre si prevede che nel 2019 la quota in convenzione potrebbe arrivare al 60%, anche a seguito della richiesta di molti Comuni di rientrare nelle convenzioni visto il perdurare dei bassi costi del macero.
Il 16 luglio è stato invece presentato il Rapporto UNIRIMA, Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, intitolato “La produzione di materia prima secondaria dalla raccolta differenziata di carta e cartone” (scaricabile qui). Il rapporto mostra che in Italia, a fronte di una produzione cartaria, nel 2018, intorno ai 9 milioni di tonnellate, il 57% di tale produzione ha come materia prima il macero (carta riciclata) proveniente da raccolta differenziata.
Sommando le quantità importate, sul mercato italiano nel 2018 sono finite 10,7 milioni di tonnellate di carta. Per quanto riguarda la raccolta, nel 2018 sono state circa 3,4 milioni le tonnellate di carta e cartone provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani e assimilati mentre quasi altrettante, conferite agli impianti di produzione MPS, provengono dalle attività commerciali ed industriali (rifiuti speciali). Delle 6,65 milioni di tonnellate di carta da macero prodotte in Italia, circa 5,1 milioni sono destinate alle cartiere nazionali e le restanti all’export (circa il 29%). Per l’Italia, che si configura come esportatore netto, le esportazioni (destinate in gran parte a cartiere del Sud Est asiatico) rappresentano quindi un elemento fondamentale per il bilancio del sistema.
Il Rapporto evidenzia poi come i recenti cambiamenti dello scenario internazionale, derivanti in primo luogo dalla guerra commerciale fra Cina e USA ma anche dalle nuove politiche di altri paesi del Sud-Est asiatico, abbiano portato ad un surplus di carta da macero su tutti gli altri mercati, con un affossamento delle quotazioni della carta da macero il cui valore è tornato ai minimi storici come nel 2008: da gennaio 2019 a giugno 2019 il prezzo del cartone è crollato di oltre il 32%.
Durante il dibattito che si è svolto a valle della presentazione dei predetti dati, è emersa inoltre la cronica indisponibilità di impianti per lo smaltimento finale degli scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti recuperabili, che sta determinando il progressivo incremento dei costi di smaltimento di questa parte residuale del ciclo con un conseguente significativo impatto economico su tutta la filiera. Nel settore si assiste quindi al paradosso che mentre da una parte aumentano le performance in termini di qualità richieste dal sistema alle aziende che trattano e recuperano il macero, dall’altra il crollo delle quotazioni e l’aumento dei costi di smaltimento dei residui spesso mettono fuori mercato queste attività. Questo purtroppo è un problema comune a molte altre filiere, come ha anche sottolineato il Presidente Unicircular Andrea Fluttero - invitato ad intervenire dal Presidente UNIRIMA Giuliano Tarallo - che hanno richiamato alla necessità di una maggiore coesione del mondo del riciclo e dell’economia circolare, comprese le associazioni ambientaliste, presenti al dibattito, per un’azione più efficace di fronte all’opinione pubblica e alla politica.