Fabrizio Vallari
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Epson è sponsor del progetto Fur of Love: un’etichetta green per dare nuova vita e significato alle pellicce pre-loved
In occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, Epson aderisce in qualità di sponsor tecnico al progetto di economia circolare firmato GreenPlanner per il recupero di capi in pelliccia vintage.
Epson aderisce al progetto Fur of Love che è insieme una label e una campagna per salvare i capi pre-loved da discariche e inceneritori. Partner tecnologico dell’iniziativa, Epson attesta l’essenza vintage della pelliccia sulla base di un’autocertificazione del proprietario, sottolineando come ri-usare un prodotto del secolo scorso non sia un atto di poca attenzione verso l’ambiente ma al contrario un segno di profondo rispetto per il pianeta e gli animali che lo abitano in un’ottica di riutilizzo e, quindi, di rinnovato valore.
Un’etichetta per dare valore al pre-loved - “Questa è una vecchia pelliccia: indossarla è un gesto d’amore e di rispetto per l’ambiente e per gli animali di questo secolo”. Questo è il messaggio stampato con le soluzioni della gamma ColorWorks di Epson sulle etichette che, una volta applicate ai vecchi capi in pelliccia, conferiranno loro un nuovo significato, certificandone la provenienza. Chiunque aderisca alla campagna può ordinare l’etichetta e riceverla a casa per poi cucirla sul proprio capo in pelliccia, che da quel momento sarà certificato Fur of Love.
“Le etichette sono sempre più necessarie per fornire informazioni complete al consumatore - spiega Camillo Radaelli (nella foto), Head of Sales Business Systems di Epson Italia. Si arricchiscono di testo, icone colorate e Qrcode per offrire una crescente consapevolezza a chi acquista un prodotto. Con il progetto Fur of Love raccontano una storia per dare valore all’abbigliamento pre-loved, nell’ottica della riduzione dei rifiuti”.
“Promuovendo questo progetto, Epson vuole ribadire quanto comunicare nel modo giusto sia fondamentale per rendere consapevoli e responsabili. In questo l’etichetta ha un ruolo molto importante - commenta Luca Cassani, corporate sustainability manager di Epson Italia. Arricchiamola di informazioni e stampiamone il giusto quantitativo. La qualità e la lotta allo spreco passa anche dalle etichette on demand”.
Non a caso, è in occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (Serr) patrocinata dal Parlamento Europeo in corso in questi giorni, che Epson sottolinea il proprio impegno continuo nel favorire lo sviluppo di un’industria consapevole, circolare e inclusiva profondamente rispettosa di persone, ambiente e animali. E lo fa puntando ancora una volta sul recupero dei vecchi capi di abbigliamento, ormai un simbolo della battaglia di Epson in nome della sostenibilità.
La tecnologia Epson che certifica le pellicce vintage e fa bene all’ambiente - Epson ha messo al servizio di questo progetto la propria tecnologia per la realizzazione di 1000 etichette stampate con le soluzioni della gamma ColorWorks. Punto di forza di queste stampanti è la grande flessibilità di stampa di etichette on demand, che possono essere realizzate nella quantità necessaria ed esattamente nel momento in cui servono, riducendo gli sprechi. Il tutto accompagnato dall'estrema semplicità d’uso, dall'affidabilità e dall’elevata qualità che da sempre contraddistinguono le soluzioni Epson.
Come dimostrato da una recente ricerca europea condotta dalla società di consulenza indipendente Smithers, la tecnologia inkjet per l’etichettatura on demand - che è la stessa utilizzata dalle stampanti ColorWorks - consente, infatti, alle aziende di risparmiare energia in modo significativo, ridurre gli enormi sprechi di materiali e inchiostro e rendere le operazioni di etichettatura molto più efficienti e sostenibili. Secondo questo studio, l’utilizzo della tecnologia inkjet per stampare internamente le etichette potrebbe avere non solo importanti vantaggi commerciali e operativi, ma anche benefici ambientali reali e misurabili, tra cui riduzioni significative dell’uso di energia, di produzione di rifiuti e materiali di consumo, arrivando a una riduzione delle emissioni di Co2 pari a 6,7 milioni di tonnellate l’anno.