L'azienda romana proprietaria del più grande impianto acquaponico europeo lancia la prima linea di prodotti trasformati destinati al retail e all'export internazionale. Una strategia di scalabilità che integra coltivazione fuori suolo, economia circolare e partnership con chef professionisti per valorizzare il potenziale commerciale dell'agricoltura sostenibile.
L'acquaponica rappresenta uno dei sistemi agricoli più avanzati per ridurre gli impatti ambientali della produzione alimentare, combinando acquacoltura e coltivazione idroponica in un ciclo chiuso che elimina il consumo di suolo, minimizza l'utilizzo di acqua e azzera i pesticidi. Ora questo modello produttivo fa un passo strategico verso la scalabilità commerciale, passando dalla ristorazione di alta gamma alla grande distribuzione organizzata.
The Circle, azienda agricola romana che gestisce il più grande impianto acquaponico del continente europeo su una superficie di 10.000 metri quadrati, ha lanciato la prima linea di prodotti trasformati: pesti, oli aromatizzati e sali (rub) realizzati con erbe aromatiche e baby leaves coltivate nel proprio sistema circolare.
La nuova linea segna un cambio di posizionamento per The Circle, che fino ad oggi aveva concentrato l'attività sulla fornitura di prodotti freschi a ristoranti stellati come Il Pagliaccio, Acquolina, Bulgari, Imàgo, Cracco Portofino e Glass. L'ingresso nel segmento dei trasformati apre due canali distributivi strategici: il retail italiano e l'export internazionale.
Dal mese di novembre, i prodotti sono disponibili nei supermercati Conad del Gruppo CR, segnando il primo ingresso strutturale dell'azienda nella GDO. Parallelamente, The Circle ha concluso le prime vendite in Francia, avviando la presenza sui mercati esteri.
Le ricette sono state sviluppate in collaborazione con chef professionisti, tra cui Alain Rosica del ristorante Belvedere dal 1933, per garantire qualità gastronomica e valorizzazione delle caratteristiche organolettiche delle materie prime coltivate in acquaponica.
L'acquaponica integra l'allevamento ittico con la coltivazione di vegetali in un sistema simbiotico: i nutrienti derivanti dai pesci fertilizzano le piante, mentre le piante filtrano e purificano l'acqua che ritorna alle vasche. Questo ciclo chiuso genera efficienza nell'uso delle risorse e azzeramento degli sprechi, con un consumo d'acqua ridotto fino al 90% rispetto all'agricoltura tradizionale e assenza totale di pesticidi chimici.
«I nostri prodotti trasformati rappresentano la sintesi di un'agricoltura circolare, che fa della sostenibilità e dell'innovazione i suoi valori fondamentali», ha spiegato Thomas Marino, co-founder e chief business development & marketing officer di The Circle. «Non si tratta solo di condimenti, ma di un nuovo modo di portare in cucina il valore della ricerca continua, della qualità e del rispetto per l'ambiente. È un passo importante per The Circle per far conoscere il potenziale dell'acquaponica italiana anche fuori dai confini tradizionali legati all'agricoltura».
La gamma comprende tre tipologie di prodotti: pesti realizzati con foglie selezionate (basilico greco e rosso, foglie orientali come senape, mizuna e spinacio giapponese), oli aromatizzati a base di olio extravergine d'oliva ed erbe fresche, e rub aromatizzati che concentrano profumi e sapori di erbe mediterranee e italiane.
L'ingresso nella GDO con un marchio proprio rappresenta una strategia di integrazione verticale che permette all'azienda di catturare maggior valore lungo la filiera, passando dalla fornitura B2B alla ristorazione a un modello ibrido che include il B2C attraverso il retail.
The Circle, fondata nel 2017 da Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino, quattro imprenditori classe 1992, è sostenuta da Regione Lazio, Bricofer, Gruppo CR, famiglia Brachetti Peretti e De Marinis. L'azienda figura tra le 200 realtà più promettenti del FoodTech mondiale e al terzo posto in Italia nel settore.
L'approccio produttivo di The Circle risponde a diverse criticità della filiera agroalimentare tradizionale: il consumo di suolo agricolo, l'intensità idrica, l'utilizzo di fitofarmaci e le emissioni legate al trasporto di prodotti fuori stagione o provenienti da lunghe distanze.
La coltivazione fuori suolo in ambiente controllato garantisce continuità produttiva durante tutto l'anno, standardizzazione qualitativa e tracciabilità completa del ciclo di produzione. Elementi che assumono rilevanza crescente nel contesto normativo europeo, con l'entrata in vigore di regolamenti più stringenti sulla sostenibilità delle filiere e sulla trasparenza delle dichiarazioni ambientali.
Il passaggio ai prodotti trasformati permette inoltre di valorizzare gli scarti e le eccedenze della produzione fresca, rafforzando ulteriormente la circolarità del modello e migliorando le marginalità complessive dell'attività.
L'apertura del canale retail e dell'export rappresenta una validazione commerciale del modello acquaponico su scala più ampia rispetto al segmento della ristorazione di alta gamma. La partnership con Gruppo CR e l'ingresso nei supermercati Conad costituisce un test significativo per valutare l'accettazione dei consumatori verso prodotti provenienti da agricoltura fuori suolo e il premium price sostenibile rispetto ai prodotti convenzionali.
La strategia di internazionalizzazione, avviata con le prime vendite in Francia, punta a valorizzare il posizionamento dell'acquaponica italiana come eccellenza tecnologica e qualitativa nel panorama del FoodTech europeo, in un mercato dove la domanda di prodotti sostenibili certificati è in crescita costante.