Michele Pacillo
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Decreto Ambiente: cosa prevede la bozza al vaglio delle Istituzioni
Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) si appresta a presentare in Consiglio dei Ministri il Decreto Ambiente, in sostituzione del Testo Unico Ambiente del 2006, includendo novità rilevanti in ambiti come l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), l'economia circolare, i rifiuti, le acque, il territorio, le bonifiche e le valutazioni di impatto ambientale (VIA).
Il MASE punta ad arrivare a fine settembre con uno schema di DL per il riordino della normativa.
Tra le misure incluse nel provvedimento di settembre 2024 che intervengono su diverse parti del Decreto Legislativo 152/2006 (Codice ambientale), si distingue l'estensione delle disposizioni sulla responsabilità estesa del produttore (EPR) anche a chi commercializza prodotti soggetti a tale regime tramite piattaforme di e-commerce, come elettrodomestici, imballaggi, pneumatici e oli.
Il testo introduce importanti cambiamenti per l'esplorazione e la produzione di combustibili fossili in Italia mirati a coniugare la tutela ambientale con la sicurezza energetica. Una delle misure principali riguarda il fermo delle concessioni per l'esplorazione e la produzione di petrolio e condensati sia in mare, che sulla terraferma, con l’obiettivo di allinearsi al processo di transizione energetica e al Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC). Le attuali concessioni potranno tuttavia essere prorogate, a patto che si considerino le riserve minerarie disponibili e il tempo necessario per completare l'estrazione.
La "cura e manutenzione del paesaggio e del verde pubblico e privato" viene inclusa tra le attività che generano rifiuti "assimilati per legge" ai rifiuti urbani. Per quanto riguarda i rifiuti elettronici (RAEE), ci sono nuove disposizioni riguardanti il ritiro, il deposito, il trasporto e il tracciamento. Vengono ad esempio semplificate le procedure di ritiro gratuito al momento della vendita di nuove apparecchiature, mentre sono previste pene più severe nei casi di inadempimento.
Tra le altre misure, l’articolo 9, che disciplina il monitoraggio degli interventi in materia di difesa del suolo da inserire sulla piattaforma ReNDiS e, nell’art. 10 vengono introdotte alcune importanti novità sulla programmazione e sul finanziamento degli interventi affidati ai Commissari per il contrasto del dissesto idrogeologico per ciascuna regione e provincia autonoma: le misure non sono finalizzate solo per monitorare l’avanzamento dei piani, ma anche per risolvere eventuali criticità o rallentamenti nella loro attuazione.
Di particolare rilievo il carattere prioritario attribuito ai procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) legati a progetti su energie a fonti rinnovabili, anche se le tipologie ammesse verranno elencate in un successivo decreto interministeriale. Inoltre, viene introdotto un termine minimo di 5 anni per la validità del provvedimento di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale.
Infine, le società in house affidatarie del Servizio idrico integrato potranno aprirsi alla partecipazione di soggetti privati.
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