Il primo quotidiano sulla sostenibilità nel retail
Aggiornato al
Green Retail  - Credem e Università Cattolica: quali esperti per informarsi
Information
Innovazione & Ricerca A cura di: Fabrizio Vallari

Credem e Università Cattolica: quali esperti per informarsi

Competenza, capacità di comunicare e di incidere sulla società, rispetto e responsabilità sono le doti che un esperto deve avere per essere credibile.

Per le tematiche legate all’abitazione ed agli investimenti le persone privilegiano il contatto personale rispetto a modalità a distanza.

Competenza, capacità comunicativa, rispetto e responsabilità nei confronti dei propri interlocutori, capacità di incidere sulla società. Sono questi i principali criteri in base ai quali le persone valutano l’operato degli esperti a cui si affidano per informarsi e compiere le proprie scelte di vita quotidiana. Sono solo alcuni degli elementi emersi dall’indagine condotta, grazie al supporto dell’istituto Tips Ricerche, su un campione di 450 soggetti tra i 25 e i 75 anni rappresentativo della popolazione italiana nell’ambito del progetto Opinion Leader 4 Future nato dalla collaborazione tra l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (ALMED) dell’Università Cattolica e le media relations del Gruppo Credem, tra i principali gruppi bancari nazionali e tra i più solidi a livello europeo, per indagare il ruolo dei leader d’opinione nel panorama informativo nazionale ed internazionale.

La ricerca completa intitolata “A matter of trust: tenersi informati in tempo di crisi” è stata pubblicata dal team di ricerca ALMED e Tips Ricerche nelle scorse settimane in occasione del lancio della newsletter del progetto Opinion Leader 4 Future che ha l’obiettivo di approfondire con interviste, casi di studio e dati di ricerca i meccanismi di circolazione delle informazioni e della costituzione delle opinioni ampliando la platea degli interessati al tema dell’opinion leading. Il target della newsletter, i cui contenuti e redazione sono a cura di ALMED, è rappresentato da una platea di lettori ampia, eterogenea, composta non solo di esperti ma anche di cittadini curiosi di cogliere i cambiamenti che caratterizzano il mondo dell’informazione.

La ricerca ha analizzato anche le differenze nell’approccio alla scelta degli esperti a cui affidarsi a seconda della generazione di appartenenza. In particolare, per i cosiddetti "millennials" (25-40 anni) ha grande rilevanza anche la capacità di gestire più touchpoint per facilitare l’interazione con gli “assistiti”. I millennials si differenziano dagli altri target anche per la maggiore importanza data all’esperienza internazionale.

Dalla ricerca è emerso inoltre che sulle questioni di carattere personale con un forte impatto sul patrimonio familiare come le politiche abitative e di investimento, le persone ricercano un contatto personale con esperti e professionisti con cui si possono instaurare anche rapporti continuativi e face to face (circa il 30% degli intervistati). Diffusa è tuttavia anche la tendenza all’auto-didattica, attraverso la ricerca di informazioni sui motori di ricerca (20% degli intervistati).

“La mancanza di fiducia nelle istituzioni influisce in maniera evidente sui processi decisionali individuali e familiari: da un lato ci si affida ai network orizzontali e informali per recuperare informazioni pratiche e subito spendibili; dall’altro si ricercano esperti di settore con cui attivare relazioni multi-touchpoint e continuative nel tempo. Si tratta di flussi di comunicazione, fortemente personalizzati e contestualizzati, che seguono traiettorie spesso imprevedibili. Ogni individuo costruisce i suoi percorsi, gestisce e alimenta il proprio network relazionale - ha dichiarato Sara Sampietro (nella foto), coordinatrice del progetto Opinion Leader 4 Future e docente di Università Cattolica. Da qui l’importanza di un sempre maggiore investimento sul tema dell’educazione informativa per offrire ai singoli i corretti strumenti per orientarsi nello scenario mediale e approcciare i contenuti con un atteggiamento costruttivo, critico e riflessivo, arginando i rischi legati all’ “information disorder”” - ha concluso Sara Sampietro.

“I risultati che emergono in modo sempre più evidente evidenziano come privilegiato il ruolo del singolo, dell’esperto, del professionista rispetto ad un’informazione impersonale e senza volto. La mediazione, e quindi la necessaria rielaborazione di molti concetti, è un meccanismo ormai molto ricercato da chi si informa e pertanto cresce anche il ruolo e la responsabilità degli stessi opinion leader, professionisti e non, verso un pubblico molto ampio ma anche più attento e selettivo”, ha dichiarato Lucio Dionisi, responsabile media relation Gruppo Credem.

       
    Il sito Green Retail  - Credem e Università Cattolica: quali esperti per informarsi

Copyright © 2024 - Edizioni DM Srl - Via Andrea Costa, 2 - 20131 Milano - P. IVA 08954140961 - Tutti i diritti riservati | Credits