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Green Retail  - La cannibalizzazione dei Raee provoca danni ambientali ed economici
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Anno 2019 A cura di: Redazione GreenRetail

La cannibalizzazione dei Raee provoca danni ambientali ed economici

L’indagine Assoraee ed Eera rivela che il fenomeno illecito fa perdere agli impianti italiani circa 19mila tonnellate di materie riciclabili e causa perdite superiori a 14 milioni di euro all’anno.

Nel gergo degli addetti ai lavori si chiama “cannibalizzazione”. In termini più pratici si tratta, con le parole del presidente di ASSORAEE Giuseppe Piardi, “della sottrazione, dal quantitativo [di RAEE] che affluisce agli impianti, di intere apparecchiature o delle loro parti con maggior valore economico, come compressori, motori, cavi, schede elettroniche ed altra componentistica”.

Questa pratica totalmente illegale ha forti ripercussioni sull’intera filiera legale della gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici, contrastando con i principi di eco-sostenibilità, salvaguardia ambientale, economia circolare, nonché con le politiche europee in materia di approvvigionamento, virtuoso, delle materie prime.

Il campione della ricerca

Il fenomeno è oggetto dell’indagine dal titolo “la cannibalizzazione dei RAEE” che ASSORAEE, l’associazione degli impianti di trattamento italiani, ha realizzato con EERA, associazione no-profit che rappresenta e tutela gli interessi dei 30 maggiori riciclatori che trattano RAEE in Europa. L’indagine ha avuto come obiettivo principale quello di stimare la quantità di componenti che vengono sottratti dai RAEE prima che questi arrivino agli impianti di trattamento: sono state coinvolte 6 aziende che, nei 9 impianti oggetto dell’indagine, hanno gestito nel 2018 una quantità di RAEE pari a 200.700 tonnellate, circa la metà delle 421.344 tonnellate di RAEE (di cui 310mila domestici) trattate dall’intero sistema italiano nello stesso anno.

Quali componenti vengono sottratti nei RAEE?

L’indagine sottolinea innanzitutto che il fenomeno della cannibalizzazione dei RAEE compromette “i principi e gli obiettivi del pacchetto sull’Economia Circolare” volto a proteggere l’ambiente; e “il potenziale recupero dei materiali critici contenuti nelle schede elettroniche, negli hard drives o nelle batterie”. Ma quali sono i componenti che vengono sottratti dai RAEE? La risposta varia a seconda del Raggruppamento. Nel Raggruppamento R1 (Freddo e Clima), il 40% dei RAEE è privo dei compressori; seguono cavi di alimentazione (che mancano nel 24% dei casi), la carcassa esterna (9%) e i radiatori (6%). In R2 (Grandi Bianchi) i cavi mancano nel 16% dei RAEE, seguiti a breve distanza dai motori (11%). Nel Raggruppamento R3 (Tv e Monitor) mancano in maggior misura i gioghi di deflessione (18% dei RAEE), i cavi e gli alimentatori (12%) e gli hard drives (10%). Tra i componenti più sottratti nel Raggruppamento R4 (IT e Piccoli Elettrodomestici) ci sono gli hard drives (27%), le schede elettroniche (24%) e i cavi e gli alimentatori (18%).

Le conseguenze ambientali ed economiche della cannibalizzazione

Cannibalizzare un RAEE è un illecito che ha una duplice conseguenza. Il primo risvolto è sicuramente quello ambientale: privare un RAEE di un compressore provoca un impatto negativo sull’atmosfera a causa del rilascio dei gas utilizzati nei circuiti refrigeranti dei frigoriferi e dei congelatori. Si pensi ai gas come CFC e HCFC presenti nei vecchi modelli, che gli Italiani stanno sostituendo con prodotti più innovativi ed efficienti. ASSORAEE ed EERA stimano che nel 2018 il fenomeno della cannibalizzazione dei compressori dai frigoriferi ha provocato emissioni in atmosfera pari a 580mila tonnellate di CO2, pari a quelle di oltre 300mila auto. Non meno gravi sono le conseguenze sul lato economico. L’indagine ha calcolato che nel 2018 la cannibalizzazione ha determinato la sottrazione di oltre 19mila tonnellate di componenti, causando perdite agli impianti di trattamento italiani per più di 14 milioni di euro. A livello europeo, secondo i dati di EERA, il fenomeno provoca mancati ricavi per circa 170 milioni di euro all’anno.

Quattro proposte per contrastare la cannibalizzazione

Alla luce delle conclusioni, e come era già noto agli addetti ai lavori, quella della cannibalizzazione rappresenta una pratica da combattere con tutti i mezzi possibili. In gioco non ci sono solo importanti risorse economiche, ma anche, e soprattutto, il bene del pianeta e la salute dei suoi abitanti. ASSORAEE ed EERA hanno avanzato quattro proposte per cercare di fermare l’azione di chi sottrae RAEE in modo illecito. La prima è quella di identificare buone pratiche operative che limitino la cannibalizzazione e preservino la qualità del materiale raccolto. C’è poi la necessità di rendere lo standard europeo per la raccolta (EN50625-4) vincolante per i Centri di Raccolta, al fine di controllare la qualità del materiale. In terzo luogo, le due associazioni propongono di prevedere nei contratti tra impianti di trattamento e Sistemi Collettivi meccanismi di compensazione economica tramite un fondo finalizzato al riequilibrio degli effetti economici causati dalla cannibalizzazione. Infine, c’è da fare promozione e incentivazione del canale di raccolta che passa attraverso i Luoghi di Raggruppamento della distribuzione, i quali riescono a garantire agli impianti di trattamento l’arrivo di RAEE meno cannibalizzati.

Ogni anno 20.000 tonnellate di RAEE raccolti vengono sottratti al riciclo e seguono percorsi illegali

Quasi 20.000 tonnellate di questi rifiuti, solitamente le parti più preziose, spariscono spesso dai centri di raccolta e vengono illegalmente rivendute sul mercato (cosiddetta cannibalizzazione), per una perdita complessiva di 14 mln di euro. Ogni anno significativi quantitativi di apparecchiature elettriche ed elettroniche e loro componenti vengono sottratti dal flusso dei RAEE raccolti (oltre 420mila tonnellate), compromettendo il raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei di riciclo. Pesanti anche le ricadute ambientali causate dal fenomeno, tra cui il rilascio in atmosfera di sostanze ozonolesive a seguito della rimozione non corretta del motore di frigoriferiferi e congelatori. Sono questi i principali risultati che emergono dall’analisi “La cannibalizzazione dei RAEE – Conseguenze ambientali e impatto economico” a cura di ASSORAEE (Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche di FISE UNICIRCULAR), presentati nel corso del consueto evento sul settore dei rifiuti elettrici ed elettronici intitolato “(Eco)2 efficienza nella filiera delle AEE”, promosso a Ecomondo, l’evento fieristico nazionale sull’ambiente che si tiene a Rimini.

Ogni anno in Italia vengono trattate 421.344 tonnellate di RAEE, di cui tre quarti costituite da rifiuti domestici e un quarto da professionali. Lo studio indaga l’impatto ambientale ed economico del sempre più diffuso fenomeno della cannibalizzazione, ossia la sottrazione di intere apparecchiature o delle loro parti con maggior valore economico, come compressori, motori, cavi, schede elettroniche ed altra componentistica. Un fenomeno che in alcuni casi inibisce lo stesso riciclo del rifiuto e che rischia di compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle normative nazionali e comunitarie per quanto riguarda la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le componenti sottratte vanno solitamente ad alimentare un circuito parallelo e illegale di rivendita sul mercato. A livello europeo, secondo i dati dell’Associazione EERA (che rappresenta i 30 maggiori riciclatori del Continente), il totale delle perdite generale dalla cannibalizzazione ammonta a circa 170 milioni di euro all’anno. In Italia secondo lo studio dell’Associazione si superano i 14 milioni di euro, con oltre 19.000 tonnellate di componenti sottratti.

L’analisi rivela come alcune tipologie di prodotti dismessi dai consumatori non raggiungano gli impianti di trattamento, in particolare i beni che mantengono un maggiore valore economico, come i condizionatori inclusi in R1 (frigoriferi, condizionatori, congelatori, ecc.), gli schermi CRT e i laptop in R3 (televisori e laptop, LCD o plasma, etc..) e pc desktop e smartphones in R4 (computer e apparecchi informatici, telefoni, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici, etc…). Oltre alla sottrazione dell’intero prodotto, molto spesso i rifiuti vengono cannibalizzati durante la fase di raccolta o, talvolta, mentre il materiale è stoccato, prima del suo conferimento agli impianti per il trattamento. I materiali più ricercati sono i compressori (in 4 casi su 10 spariscono dal rifiuto), i cavi di alimentazione e le schede elettroniche che vengono prelevati da 1 apparecchiatura elettrica ed elettronica su 4.

Dal punto di vista delle ricadute ambientali l’asportazione dei compressori da frigoriferi e congelatori provoca i maggiori danni in quanto vengono rilasciati in atmosfera i gas utilizzati nei circuiti refrigeranti, in particolare quelli contenenti sostanze ozono-lesive, quali CFC ed HCFC. Considerando il totale di frigoriferi e congelatori conferiti nel 2018, le sostanze ozono-lesive in essi contenute ammontano a più di mezzo milione di tonnellate di CO2, equivalenti alle emissioni di oltre 300.000 utilitarie. Altrettanto a rischio è anche la dispersione di mercurio, dovuta alla cannibalizzazione degli schermi piatti. Inoltre, esiste un concreto rischio di dissipazione per i CRM (Critical Raw Materials) contenuti nelle batterie, nelle schede elettroniche o in altre componenti. Da un punto di vista delle quantità sottratte il peso dei compressori fa si che R1, con quasi 10.000 t, sia il raggruppamento più penalizzato seguito da R4 con quasi 6.000 t.

“Per arginare il dilagante fenomeno della cannibalizzazione dei RAEE, che produce evidenti danni alla comunità e agli operatori del riciclo”, afferma Giuseppe Piardi – Presidente ASSORAEE, “è necessario muoversi in quattro direzioni: identificare buone pratiche operative che preservino la qualità del materiale raccolto; rendere lo standard europeo per la raccolta vincolante per i centri di raccolta al fine di controllare maggiormente la qualità del materiale; prevedere meccanismi di compensazione economica (anche basati su decurtazioni dei premi di efficienza) tramite un fondo finalizzato al riequilibrio degli effetti economici derivanti dalla cannibalizzazione; promuovere ed incentivare il canale di raccolta della distribuzione che garantisce un materiale in ingresso agli impianti di trattamento in genere meno cannibalizzato”.

       
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