Redazione GreenRetail
Anno 2019
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Il Green Marketing e la rivoluzione digitale
Marco Amir Fathi: rimettere al centro della trasformazione tecnologica le relazioni, e cioè ciò che c’è di magico e di umano nella rete.
Amir El Sayed Fathi si occupa di innovazione e di sviluppo startup. Crede nell'innovazione come espressione di un'evoluzione sociale e professionale. Ha maturato un know-how frutto di ricerche e di esperienze dirette, su un tema specifico come quello del marketing applicato alle nuove responsabilità ed evoluzioni in applicazioni ambientali e green.
Come vede cambiare l’approccio del marketing ai temi ambientali e green in generale ?
In questo momento siamo tutti concentrati sul nostro pianeta, su temi che riguardano l'ecologia e l'ambiente: la tematica del green, infatti, è molto attuale. Quello che ci stiamo domandando, da ormai diverso tempo, è quale sia il contributo che possiamo portare dal punto di vista del marketing. Prima di parlare di ecologia e ambiente applicato al marketing bisogna parlare di altri temi, per esempio il dato: ultimamente sentiamo spesso parlare di tutela del dato e fortunatamente è entrata in maniera prepotente la GDPR. Il quesito che emerge non è solo di chi sia la proprietà del dato, come questa si possa utliizzare e quando può essere rilasciata a terze parti; ma richiede anche al consumatore di avere consapevolezza del valore dell'informazione che viene rilasciata. Un altro tema che dobbiamo affrontare è l'internet delle cose, che è l'anello di congiunzione tra il virtuale e il reale, tra il marketing digitale e il marketing tradizionale, nel nostro caso. L'internet delle cose cambierà il modo di connettersi tra le persone, tra le aziende. L'economia sta cambiando: ci troviamo davanti ad un'economia circolare, cioè una presa di coscienza collettiva. Economic Thinking: questo modello sociale cambierà le modalità di business e le modalità di lavorare all'interno di un'impresa. Le industrie e il business stanno cambiando quindi cambierà anche il marketing Dobbiamo partire prima di tutto da un patto: creare un'unica piattaforma digitale o diverse grandi piattaforme digitali, dove le persone possano essere connesse tra di loro e allo stesso tempo possano essere connesse alle aziende. Le aziende, a loro volta, saranno connesse al mondo del approvvigionamento. In questo villaggio globale le aziende dovrebbero porsi come il centro di coscienza dal quale nasce il marketing che, sostanzialmente, serve per spiegare alle persone perché dovrebbero adottare dei nuovi comportamenti rispetto alle loro abitudini. La domotica, ad esempio, diviene sempre più parte integrante del nostro stile di vita, ci può aiutare ad apprendere nuovi comportamenti.
Qual è l'approccio che le persone hanno al riciclo, al riutilizzo, ai temi ecologico-ambientali ?
Le aziende devono riuscire a creare un reale canale diretto tra il comportamento della persona e ciò che ha immesso nell'economia circolare. Spesso il marketing si sofferma all'abitudine, invece deve andare oltre. Questo è un passaggio molto importante perchè servirà a dare dei motivi e dei canali nuovi che permetteranno di vedere in maniera concreta che cosa avviene se adotto un nuovo comportamento.
Come pensa che le tecnologie cambieranno la visione e l’approccio collettivo dei consumatori ?
Tutto sta cambiando. Vediamo ad esempio come la tecnologia legata alla voce sintetica, legata a sua volta all'intelligenza artificiale, stia cambiando il nostro approccio alla vita. Questa tecnologia non sarà più sterile conversazione tra noi e una macchina, ma sarà una conversazione tra noi e la coscienza artificiale di una macchina, che interpreta quelli che sono i pensieri e i comportamenti delle persone. In quella che viene chiamata l'era Human to Human social, questa connettività sarà legata anche al sistema prodotto-uomo/uomo-prodotto. Il packaging sarà differente, sarà un mezzo di comunicazione attivo e non passivo. Vi sarà una tecnologia che interagirà su quasi tutti i prodotti di consumo con noi stessi, con il nostro device, con la nostra community. L'involucro dei prodotti diventa quindi un mezzo grazie al quale i prodotti parlano attivamente alle persone. Immaginatevi di venire a conoscenza di come un prodotto viene conservato e a quale temperatura. Oppure immaginatevi di venire a sapere della quantità dei prodotti che avete a casa o nei vostri esercizi commerciali, quindi di avere un controllo sull'utilizzo e sulle rimanenze di essi, per riutilizzarli al meglio e rimetterli in circolo. Dobbiamo innovarci continuamente, senza abituarci a quello che abbiamo appena imparato. Non dobbiamo pensare che la tecnologia sia il fine o la pratica con la quale si fanno le cose solo più velocemente. La tecnologia deve invece permetterci di fare le cose nel giusto modo, sia per il singolo che per la collettività. Tutti questi cambiamenti che ci circondano non ci devono far paura. Essi non sono altro che una rappresentazione di come cambia e si rinnova continuamente la società nella quale viviamo.
Giorgio Vacchiano ( è tra gli 11 ricercatori emergenti secondo ”Nature” - ansa ) ha contribuito al suo approfondimento riportando uno sguardo attuale del cambiamento, cosa ci puoi dire a riguardo ?
Ringrazio Giorgio per il suo contributo che potrete leggere integralmente su www.marcofathi.com/green-marketing eccone un estratto: “Se il futuro resterà dominato dall’economia di mercato (cosa che potremmo anche mettere in discussione), il cambio di passo più importante sarà attribuire un valore economico a ciò che adesso non ce l’ha direttamente: il consumo di capitale naturale (che è una risorsa limitata), l’impatto quindi delle produzioni su clima, acqua e ambiente (rifiuti), ma anche sui diritti delle persone che hanno prestato il loro lavoro o che subiscono gli effetti negativi della produzione di quel bene. Credo che questo salto di qualità non possa avvenire senza una profonda educazione delle nostre percezioni, prima ancora che dei nostri stili di vita, e vorrei dire delle nostre emozioni e sentimenti, perché sviluppiamo qualcosa che l’uomo non ha mai avuto nella sua storia evolutiva: empatia per i nostri simili che vivono lontano dalla nostra sfera percettiva. E’ un lavoro graduale, apparentemente troppo lento di fronte all’urgenza delle sfide ambientali, ma solo così potremo maturare gli strumenti scientifici, economici, politici e culturali per risolverle.