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Ambiente & Territorio A cura di: Fabrizio Vallari

Ogyre in Indonesia insieme ai pescatori: già raccolte 112 tonnellate di rifiuti in un anno

L’Indonesia è uno dei Paesi con il più alto inquinamento da plastica: ne produce circa 7,8 milioni di tonnellate ogni anno, di cui 4,9 milioni non sono gestite correttamente.

Grazie all’attività dei quindici pescatori di Bali partner dell’iniziativa, Ogyre raccoglie 8,5 tonnellate di rifiuti ogni mese.

Sono 112mila i chili di rifiuti marini pescati da Ogyre in poco più di un anno di attività in Indonesia, di cui 55 mila chili raccolti solo nei primi sei mesi del 2023. Antonio Augeri e Andrea Faldella, i due founder della startup italiana che ha implementato la prima piattaforma digitale di fishing for litter per pulire gli oceani con l’aiuto dei pescatori, si sono da poco recati a trovare la community indonesiana di Ogyre per tracciare un bilancio dei risultati del progetto di raccolta dei rifiuti in mare avviato ad aprile 2022.

L’Indonesia ospita alcune tra le spiagge più belle al mondo ed è per questo tra le mete più ambite per le vacanze di molti italiani e non solo. Tuttavia, l’inquinamento da rifiuti plastici deturpa oramai questi paradisi tropicali e con la ripresa del turismo di massa anche l’isola di Bali, nel cuore dell’arcipelago indonesiano, universalmente riconosciuta come un eden per surfisti, sta diventando un incubo di buste di plastica galleggianti, bottiglie e barattoli intrappolati tra le alghe e la risacca.

Infatti, l’Indonesia è uno dei Paesi con il più alto numero di inquinamento da plastica e si calcolano circa 7,8 milioni di tonnellate prodotte ogni anno, di cui 4,9 milioni non sono gestiti correttamente. I fiumi trasportano e scaricano l’83% dei rifiuti di plastica annuali provenienti da fonti terrestri, mentre il restante 17% proviene direttamente dalle zone costiere.

La pesca di rifiuti come fonte di sostentamento per le comunità locali - Le operazioni di recupero dei rifiuti marini in Indonesia sono svolte a Benoa, nell’isola di Bali. Qui una quindicina di pescatori della comunità di Batu Lumbang escono un paio di giorni alla settimana in canoa per recuperare i rifiuti incastrati in una foresta di mangrovie, raccogliendo una media stimata di 8,5 tonnellate di rifiuti ogni mese, pari a 712 chili per pescatore.

I pescatori indonesiani che lavorano nelle baie di mangrovie hanno sviluppato delle tecniche specifiche per avventurarsi nel complesso ecosistema composto di foreste intertidali e corsi d’acqua, tra maree che cambiano e correnti imprevedibili, e per il recupero della plastica e degli altri rifiuti utilizzano metodi e strumenti tradizionali, come reti da pesca fatte a mano e trappole. Una volta portati a terra, i rifiuti raccolti vengono poi affidati a Eco Bali, il partner locale che si occupa delle attività di smistamento, recupero dei materiali e riciclaggio.

Ad oggi, i rifiuti andati a riciclo da inizio 2023 fino a maggio sono stati 1.208 chili, un dato che, sui circa 50 mila chili raccolti fino al mese in esame, fa capire quanto sia difficile riciclare rifiuti provenienti dal mare - sia per la natura stessa dei rifiuti sia per lo stato di degradazione che rende impossibile il riciclaggio dei materiali - e quanto quindi ci sia bisogno di maggiori studi e aziende che se ne occupino. Dei materiali recuperabili e destinati al riciclaggio, il 71% è composto da un mix di Pet, il 17% da plastica rigida, mentre il restante 12% da vetro. I rifiuti in plastica Pet sono composti soprattutto da bottigliette: dopo essere separati dai tappi e dalle etichette, vengono mandati in un impianto che li trasforma in pellet o li trasforma in prodotti finiti destinati ad essere rimessi in commercio.

“Visitare la nostra flotta indonesiana ci ha reso ancora più consapevoli di come l'inquinamento sia in quest’area del mondo una minaccia non solo per l’ambiente, ma per la vivibilità stessa dei pescatori locali”, commenta Antonio Augeri, founder di Ogyre. “L’azione di Ogyre è qui ancor più significativa perché ha un impatto diretto anche dal punto di vista sociale sulle comunità di pescatori. L’attività di raccolta dei rifiuti è infatti uguale al compenso delle regolari giornate di pesca, tanto che diventa, in molti casi, un vero e proprio lavoro da integrare alle normali battute di pesca”.

Far rivivere un ecosistema con l’aiuto della comunità - L’ecosistema marino indonesiano gioca un ruolo fondamentale per l’economia locale per l’approvvigionamento di cibo e mezzi per vivere per milioni di persone. L’industria del pesce coinvolge oltre 6 milioni di lavoratori e alcune comunità costiere si affidano quasi esclusivamente alla pesca per sopravvivere, con la presenza di piccole comunità di pescatori che svolgono la maggior parte del lavoro. Sfortunatamente, l’overfishing, le pratiche di pesca distruttive e la pesca illegale stanno facendo pressione sulle popolazioni costiere, portando a un declino nella pescagione e a un conseguente abbassamento degli stipendi dei pescatori.

“La quantità di rifiuti che si riversa nelle acque dell’Indonesia è talmente elevata che negli ultimi anni ha trasformato questo paradiso dalla natura meravigliosa in una discarica di plastica. Per questo ci riempie di orgoglio sapere che, nell’arco di un solo anno, i nostri pescatori hanno visto le condizioni di questa baia migliorare al punto da notare anche un progressivo ripopolamento di granchi, che in quest’area costituiscono la risorsa più importante per la pesca locale”, sottolinea Andrea Faldella, founder di Ogyre. “Questo è stato possibile e continuerà a esserlo solo grazie al sostegno della nostra community e delle aziende che scelgono Ogyre per supportare direttamente uno o più dei nostri pescatori e contribuire realmente alla pulizia degli oceani”.

Fonte dei dati: International Bank for Reconstruction and Development, The World Bank, Plastic Waste Discharges from Rivers and Coastlines in Indonesia.

Nella foto: Antonio Augeri e Andrea Faldella in Indonesia, tra le mangrovie.

 

       
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