Fabrizio Vallari
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Misurare la sostenibilità? Basta chiedere alle api
È possibile misurare in maniera scientifica il grado di sostenibilità di un’attività agricola, al di là di proclami, ambizioni e teorie? Sì, basta chiedere alle api.
Lo dimostra il progetto pluriennale di ricerca promosso da Monini e realizzato da LifeGate in collaborazione con l’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, che punta a monitorare il livello di biodiversità e salubrità del territorio e il benessere degli insetti impollinatori all’interno del Bosco Monini di Perolla (Grosseto), un oliveto da circa 400 mila piante realizzato su terreni prevalentemente abbandonati e in parte bonificati. La prima parte del progetto è stata infatti dedicata a creare un habitat adatto: i terreni sono stati riportati in salute con pratiche di sovescio e si è arricchita la biodiversità del luogo piantando nuove essenze, soprattutto mellifere, per attirare gli impollinatori e favorire la lotta naturale agli insetti/parassiti nemici dell’olivo.
Successivamente sono state insediate diverse popolazioni di api e impollinatori, attraverso tre diverse postazioni: una postazione per api mellifere con 10 alveari; una postazione per api selvatiche e solitarie con 5 nidi da circa 500 api osmie ciascuno; una postazione per impollinatori selvatici con 2 “bee hotel” vuoti per favorirne la colonizzazione.
I risultati del primo anno di ricerca sono stati particolarmente incoraggianti: lo sviluppo delle famiglie di api mellifere è stato molto buono, non si sono verificati episodi di moria anomala ed è stato prodotto miele in eccesso; le osmie hanno colonizzato i nidi e hanno registrato un tasso di riproduzione piuttosto elevato; anche i “bee hotel” sono stati occupati da diversi insetti impollinatori e in particolare dalle cosiddette api “tagliafoglie”. Api in buona salute, ma non solo: le analisi chimiche effettuate sul polline raccolto dalle api non hanno rilevato residui di pesticidi chimici di sintesi e hanno restituito una fotografia molto “colorata” della biodiversità. È stato infatti possibile risalire al numero e alle varietà vegetali visitate dalle api: ben 19 le varietà diverse impollinate.
Il progetto, spiega Lajal Andreoletti, responsabile progetti ambientali di LifeGate, “dimostra come l’agricoltura, spesso imputata per aver contribuito alla perdita di biodiversità e all’inaridimento del terreno a causa dell’uso massiccio di pesticidi chimici e di sintesi e alle monocolture intensive, possa essere una grande alleata dell’ambiente, salvaguardando la sua ricchezza che è ricchezza anche per la produttività”.
Bosco Monini, che entro il 2030 raggiungerà 1 milione di olivi, rappresenta il cuore del percorso di sostenibilità dell’azienda umbra che si pone l’obiettivo di produrre più olio italiano che sia realmente sostenibile sotto il profilo economico, produttivo e naturalmente ambientale, anche grazie al contribuito di progetti di ricerca realizzati con i più importanti partner nazionali.