Fabrizio Vallari
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Monini investe 13 milioni di euro in sostenibilità
L’azienda olearia umbra pubblica il 2° Bilancio di Sostenibilità, curato come il precedente da The European House - Ambrosetti.
Il tema della sostenibilità, in un contesto fragile e in rapida evoluzione, è sempre più al centro delle scelte strategiche dell’impresa. Prende forma il nuovo Bosco Monini, con quasi 700 mila olivi piantumati nel Centro Italia e dedicati alla produzione moderna e sostenibile di olio extravergine italiano, nel pieno rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Sostanziale anche il sostegno alla filiera, al territorio e al sociale.
Quasi 13 milioni di euro di investimenti dedicati in tre anni, un nuovo Bosco di olivi piantumato nel Centro Italia e composto già da circa 700 mila nuove piante coltivate ad agricoltura biologica e con tecniche di irrigazione di precisione, ben 1,650 milioni di api tutelate dal 2018 ad oggi, anche grazie a progetti sperimentali di collaborazione scientifica con importanti università italiane. E ancora: la totalità dei sottoprodotti di lavorazione riutilizzati per produrre energia, le bottiglie in vetro composte per 2/3 da materiale riciclato, la carbon neutrality per i prodotti più venduti dell’azienda, che insieme rappresentano il 75% del totale. Produzione, innovazione e ambiente, ma anche tanta attenzione al consumatore - con oltre 150 mila parametri di qualità analizzati ogni anno – alla filiera – con la nascita dello Zefferino d’Oro, il primo riconoscimento in Italia della qualità della materia prima nel settore oleario - e alla società – con una consolidata collaborazione con Fondazione Veronesi a favore della ricerca scientifica italiana, i progetti di educazione alimentare nelle scuole, la promozione e sponsorizzazione di iniziative culturali e sportive.
Un elenco non esaustivo di numeri e attività che trovano collocazione sistematica nel 2° Bilancio di Sostenibilità Monini, realizzato da The European House – Ambrosetti sulla base dei più importanti standard di rendicontazione internazionali. Il documento rappresenta una scelta volontaria di trasparenza e ascolto nei confronti di stakeholders e consumatori e testimonia la volontà del Gruppo umbro di porre la sostenibilità ambientale, economica e sociale al centro delle scelte strategiche di business, dalle decisioni di investimento ai comportamenti aziendali.
“Anche quest’anno – hanno commentato Maria Flora e Zefferino Monini, terza generazione alla guida dell’impresa di famiglia - ci siamo chiesti quale fosse per noi il giusto signficato di “transizione sostenibile”. Continuiamo a porci questa domanda perché non possiamo dare la risposta per scontata: si tratta di un tema multidisciplinare, complesso e soggetto all’evoluzione di fenomeni ambientali, economici e sociali di scala globale. Siamo convinti che affrontare l’esigenza di sostenibilità in modo statico ci precluderebbe la possibilità di contribuire concretamente alla transizione. Per questo, ogni anno, torniamo a studiare per mettere sempre più a fuoco le sfide poste dallo scenario: non solo cambiamenti climatici, scarsità idrica ed eventi climatici estremi sempre più frequenti, ma anche l’evolvere delle esigenze delle persone e la necessità di trovare un nuovo equilibrio tra nutrizione e salute. Nel viaggio in Azienda iniziato da bambini al fianco di nostro nonno, non abbiamo mai modificato l’impegno e la cura con cui diamo vita ai nostri prodotti: un lavoro artigianale che continueremo a tramandare innovando la nostra tradizione per riuscire con tutta la nostra passione a consegnare alle future generazioni un mondo più sostenibile”.
Gruppo Monini in numeri
2022
· 32 milioni di litri di olio extravergine prodotti;
· 173 milioni di fatturato, di cui oltre il 49% derivante dall’estero (71 Paesi);
· 12,8 milioni di euro di investimenti dedicati al Piano Monini 2030 (dal 2020);
· 143 dipendenti (con 25 nuove assunzioni), di cui il 95% assunto a tempo indeterminato;
Obiettivi 2030
· Crescita annua del 2% su base nazionale e del 5% su base internazionale;
· Aumento della produzione dell’olio 100% Italiano e dei prodotti “Premium”;
· Diversificazione del portafoglio prodotti;
· Accordi di filiera per aumentare la tracciabilità della catena di produzione;
· Più alti standard di qualità del prodotto finale rispetto alla media del mercato.