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Green Retail  - Granlatte-Granarolo inaugura uno dei primi impianti di biometano agricolo in Italia
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Persone & Imprese A cura di: Fabrizio Vallari

Granlatte-Granarolo inaugura uno dei primi impianti di biometano agricolo in Italia

L’azienda agro zootecnica Pieve Ecoenergia, associata alla filiera Granlatte Granarolo, rappresenta un modello in termini di economia circolare.

Con due impianti di biogas elettrico e uno di biometano, appena inaugurato, avviato il percorso verso la negatività carbonica nella produzione del latte.

Inaugurato il 1° dicembre il nuovo impianto di biometano dell’Azienda Agricola Pieve Ecoenergia a Cingia de’ Botti (CR), uno dei primi impianti integrati all’allevamento d’Italia, alla presenza delle massime istituzioni, del Presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari, del Vicepresidente di Granarolo e Responsabile di Pieve Ecoenergia Danio Federici, e di Isaia Puddu, Direttore Generale della Cooperativa Granlatte.

Il nuovo impianto rappresenta un modello virtuoso in termini di sostenibilità: produrrà infatti 320 metri cubi/h di biometano, 2.700.000 metri cubi/anno che consentiranno un risparmio di 6.350 t anno di CO2 eq.

Il biometano sarà direttamente immesso in rete, consentendo all’allevamento a cui è legato di ridurre il più possibile l’impatto dell’intera attività produttiva.

La simbiosi tra gli animali allevati e i batteri prodotti è stretta in Pieve Ecoenergia, perché l’impianto di digestione anaerobica rappresenta di fatto la concimaia della stalla. A tutti i reflui della stalla verranno aggiunti i sottoprodotti agroindustriali di ritorno dalla lavorazione, ad esempio gli scarti del pomodoro, le foglie e i tutoli di mais, normalmente inseriti nel piano culturale.

Oltre al biometano immesso in rete, l’impianto restituirà il digestato, fertilizzante organico di alta qualità che soppianterà i concimi chimici utilizzati dall’azienda.

La stalla, certificata sul benessere animale, è dotata di robot per alimentazione e mungitura, conta 900 vacche in lattazione per la produzione di latte alimentare, conferito al Gruppo Granarolo. La parte agricola, le cui colture sono principalmente mais, cereali autunno-vernini, soia e pomodori, si estende su una superficie coltivata di 1.000 ettari, di cui 500 vengono coltivati a doppio raccolto e dove viene praticata l’agricoltura di precisione e valorizzato l’utilizzo di digestato come fertilizzante, con una gestione mirata dell’acqua per l’irrigazione.

“Il primo impianto di biometano agricolo della nostra filiera rappresenta uno stimolo per la messa a terra di ulteriori progetti di agroecologia”, commenta il Presidente Calzolari. “Un esempio è il progetto “Biometano di filiera” ideato e annunciato con la Confederazione dei Bieticoltori – CGBI e che vedrà la realizzazione di 10 impianti consortili in 3 anni dislocati in Emilia Romagna, Lombardia, Friuli e Puglia. Essi produrranno 30 milioni di metri cubi anno di metano cioè l’equivalente di ciò che serve in termini di energia termica negli stabilimenti italiani di Granarolo, 500.000 t annue di fertilizzante naturale (il digestato), evitando l’emissione in atmosfera di 60.000 t di CO2 eq. (quanto generato per l’illuminazione pubblica annua di una città di 867.060 abitanti come Torino)”.

       
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